LETTERA AD UN AMORE.

Ci sono cose che noi umani non riusciamo a dimenticare, a volte possono addirittura sembrare idiozie, ma per noi, per noi sono state essenziali in momenti di estremo bisogno d’amare, non mi riferisco soltanto all’amore, ma anche ad un amico presente che ti tiene compagnia, qualcuno che può capire come si sta quando credi che non riuscirai mai a trovare una soluzione, anche per una cosa banale. Possiamo essere banali, perderci in un bicchiere d’acqua, parlare di sole frasi fatte e poi, un giorno o l’altro, ci sentiamo padroni di un mondo che se ci pensiamo bene fa troppa paura, ma in quel momento non vogliamo vederlo, vogliamo andare oltre, liberarci di barriere e pregiudizi per essere chi amiamo realmente, per farci notare da qualcuno.
Possiamo credere che presto o tardi qualcosa nella nostra vita cambierà, che niente riuscirà a deluderci, che saremo forti di fronte ai mostri che ci ostacolano, ci consoliamo con la musica o con film d’orrore per dirci che esistono cose peggiori, che non esistono limiti e possiamo arrivare ad essere chi desideriamo, basta crederci, spronarci.
A volte crediamo che fingere che qualcuno non ci abbia feriti ci faccia stare meglio, che mentire a noi stessi ci faccia stare meglio e questo posso garantirlo, è una delle cose più sbagliate che io abbia mai fatto. Può capitare di scegliere un percorso invece di un altro e chiedersi fino allo sfinimento se abbiamo fatto la scelta giusta non ci aiuta.
Ci sono giorni in cui mi chiedo se ti manco, se a volte ti capita di tornare indietro con i ricordi e dire “poteva andare diversamente”, “potevo fare di più”. Per vederti ho guidato per ore, perché è quello che faccio quando voglio cambiare aria, vederti mi fa tornare nuova.
Non c’è niente di strano, per me è facile nascondermi dietro ad un’emozione e a linee generali mi sono sempre domandata se andassi bene così come sono, mi veniva da piangere quando mi hai detto che non ti importava cosa la gente diceva di noi, che andavo bene per te e io non chiedevo altro se non un bacio, la cosa più semplice. Eravamo due persi insieme, avevo paura di finire in un vuoto e di non uscirne più poi tu mi dicevi che essere intrappolati in qualcosa va bene, basta trovare il modo per uscirne illesi, quel mio “niente” non era nient’altro che una paura irrazionale, la paura di perderti prima di viverti. Era il niente che volevo imparare a conoscere.

Alice Giaquinta

 

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Ph. Bảo-Quân Nguyễn

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