Se ti dedico una canzone non pensare male, cerco stranezze in ogni cosa, di sentirci sbronzi insieme senza dimenticare niente il giorno dopo, perché ho parole scritte con l’indelebile sulle pareti della mia stanza, e se ti volto le spalle è perché ho paura di innamorarmi di qualcuno che non sei tu, ho paura che un giorno il nostro modo di viverci diventi di qualcun altro, ho paura della compostezza del dolore e di quando sgarbatamente non sai che emozioni provare ne dove metterle, cerchi un posto, ma niente appare sicuro, figuriamoci per una come me che non sa neanche dove si trova.
Sarebbe stato meglio non parlare, mi dico, poi torniamo sempre ad infastidirci, ma dimenticare ci sembra sbagliato perciò ci teniamo nella nostra asprezza, oppure saremo il paradosso dell’arancia con il sale e ci sembrerà di essere più dolci, ci porteremo a casa sulle nostre gambe ancora tremanti.
Eppure non mi passa la paura, ancora una volta, di guardarmi allo specchio,
ed essere te.
Alice Giaquinta, La compostezza del dolore.
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