Forse mi manchi un po’

Forse mi manchi un po’

Forse si, forse tanto. Forse mi manca come riuscivi a farmi ridere ogni volta, e forse mi manca la tua risata.

Mi manca come mi prendevi per mano e mi trascinavi ovunque andassi. Mi ricordo le sere d’estate, seduti l’uno di fronte all’altra in terrazzo a guardarci e tu scrivevi di me.

Eravamo due matti, correvamo per le strade la notte felici, entravamo nei supermercati alle quattro di notte e prendevamo tutto quello che ci andava di mangiare, e la gente ci guardava malissimo, ricordi? Forse mi manchi un po’.

E noi di rimando ridevamo più forte. Sei entrato nella mia vita in punta di piedi, poi hai iniziato a occupare casa mia, poi il mio divano, poi il mio letto.

Era bellissimo scappare ogni giorno con te, riuscivi a farmi amare anche i posti che odiavo.

Eravamo energia pura, sempre in giro a fare gli scemi, due avventurieri innamorati della vita, facevamo quello che volevamo ed eravamo dannatamente felici.

Mai stanchi, sempre carichi e con la voglia di andare, andare e andare. Poi tornavamo a casa, accendevamo la radio e ballavamo il rock con i vetri che tremavano e i vicini che ci urlavano di abbassare.

Ma c’eravamo solo noi, non ci importava, il mondo non contava nulla. Ballavamo fino allo sfinimento, poi mentre mi guardavi fumare una sigaretta mi preparavi il mio the, e dopo mi leggevi il libro che stavi scrivendo e rimanevamo svegli fino alle tre a rivedere le parti che suonavano male e le riscrivevamo finché non erano perfette.

Dicevi che amavi vedermi concentrata, mentre mordevo la penna, con i capelli arruffati e gli occhiali che non facevo mai vedere a nessuno.

Così mi mettevo a ridere e ti facevo il solletico, poi tu mi bloccavi sul letto e io non riuscivo più a muovermi e mi mordevi le guance, e ridevamo, ridevamo, ridevamo.

Poi sdraiati sul materasso guardavamo il soffitto e immaginavamo ci fosse un cielo stellato, ma io vedevo che in realtà mentre fantasticavo con il dito puntato verso l’alto, tu guardavi me, ed io arrossivo nel buio.

Poi mettevo la mia testa sul tuo petto e ti raccontavo le mie paure e tu mi accarezzavi i capelli finché non mi addormentavo. Mi sentivo al sicuro. Sai cosa? Non ho più raccontato a nessuno di me, dopo che è finita con te.

Non ne ho più sentito il bisogno, è come se tu avessi rubato tutte le mie storie e le avessi fatte tue, trasformate in racconti e poesie, e che poesie ragazzi.

Io auguro a tutti di avere un poeta innamorato che scrive così dannatamente bene di loro. Avevo ogni volta la pelle d’oca quando leggevo qualcosa di tuo, spesso mi commuovevo.

D’altronde mia madre lo diceva che non avrei mai più trovato un uomo come te, e lei ha sempre ragione, non sbaglia mai.

E poi? E poi io iniziai a uscire con dei ragazzi nel mese di ottobre, e verso la fine di novembre mi misi con uno di loro.

Ma tu dormivi ancora nel mio letto e così ho dovuto scegliere. L’ultima notte che ti concessi di dormire con me era ormai dicembre e faceva freddo.

Mi regalasti uno dei tuoi baci più belli, che io non ti perdonai mai. Ti mandai via, ti urlai di andartene nel bel mezzo della notte, ma tu mi stringesti fortissimo e ti feci restare.

Forse abbiamo pianto, forse più volte, sapevamo entrambi che era un addio. La mattina dopo mi hai preparato il caffè e poi mi hai accompagnato a scuola come facevamo sempre e lì ti ho guardato un’altra volta ancora e poi sono andata via.

Avevo scelto di non restare con te. Perché? Perché non avevo il coraggio di amarti, al tuo contrario che me lo dicevi ogni mattina appena sveglia, ricordandomi quanto fossi bella.

Eri troppo simile a me, avevo bisogno di qualcosa di più leggero da tenere nel cuore. Non ero abbastanza forte per stare con una persona come te, così intelligente e emotiva.

Ma tu hai rotto il nostro patto di amicizia dandomi quel bacio, e ho deciso di mandarti via.

E ora? Ora io sto con il ragazzo con cui uscivo in novembre, e tu salti da un letto ad un altro in cerca di un po’ d’amore.

Forse lasciandoti in quel modo ti ho spezzato il cuore, ma sappi che con te ho avuto il rapporto più profondo della mia vita. Come te nessuno mai, ne prima, ne dopo.

Stare con te era come vivere in un romanzo,

due poeti innamorati che facevano finta di non esserlo,

per avere più tempo da vivere insieme.

S. Musco, Forse mi manchi un po’.

Forse mi manchi un po'
Wesley Quinn

 

Forse mi manchi un po’.

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