Lo ammetto: faccio il docente per fare tre mesi di vacanza… (stupenda)

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Egregio Ministro Poletti,
ebbene sì lo devo e lo voglio ammettere. Mi sono laureato, ho preso due abilitazioni a numero chiuso, ho fatto un concorso nazionale e sono precario da 13 anni (assunto il primo di settembre e licenziato il 30 giugno) non tanto perché volevo far l’insegnante, ma per godermi tre mesi di vacanze estive, oltre ovviamente a quelle natalizie, pasquali, di carnevale e ai ponti dei santi, dell’immacolata, del 25 aprile, del primo maggio e del 2 giugno. Peccato non si stia a casa anche il giorno della festa della mamma, del papà, della donna e magari dei nonni.
Egregio ministro Poletti,
ebbene sì lo devo e lo voglio ammettere, la volgarità e la disonestà intellettuale che caratterizza lei e tutto il governo Renzi è squallida e imbarazzante, sintomo di un paese sempre più allo sbando, retto da personaggi di piccolo cabotaggio, corrotti, prepotenti e mediocri.
Probabilmente signor Ministro lei è troppo impegnato in cene e feste con importanti esponenti di Mafia Capitale per conoscere la professione dei docenti e la realtà in cui vivono gli studenti italiani; altrimenti saprebbe che il numero di giorni di scuola in Italia è pari a quello dei principali stati europei (Germania, Francia, Spagna. ..).
Le vacanze sono solo distribuite in modo diverso.
Se conoscesse le condizioni in cui versano gli edifici scolastici italiani e l’ubicazione geografica del Paese che governa, saprebbe, inoltre, che andare a scuola a luglio e agosto nella maggior parte delle città (Napoli, Bari, Palermo, Roma, Sassari, Milano) sarebbe impossibile.
Infine, signor Ministro, le ricordo che ormai anche il mio macellaio di fiducia (purtroppo sono carnivoro) non pensa che un insegnante faccia tre mesi di vacanza. Tra esami di stato, esami di riparazione, riunioni e programmazione le ferie dei docenti (trenta giorni più le domeniche) si concentrano per lo più da metà luglio al 31 agosto.
Comunque Egregio Ministro e Esimio Premier, fate bene ad umiliare costantemente noi insegnanti. Ce lo meritiamo. Negli ultimi decenni abbiamo accettato tutto supinamente: blocco salariale, classi pollaio, precarietà, aumento dell’orario di lavoro, edifici insicuri, cattedre spezzatino e concorsi truffa.
Ed ora, sprezzanti ma con il sorriso sulle labbra, state realizzando la privatizzazione della scuola e la sua trasformazione in un’azienda senza che il corpo docente italiano dia un sussulto di vitalità. Tra chi aspetta la pensione e chi pensa che un salario fisso anche se basso è meglio che niente, tra chi è stanco di lottare e chi si considera intellettuale, tra chi “tanto mio marito è un dirigente o libero professionista” e chi è solo e disperato, tra chi “o si blocca il paese per settimane o uno sciopero non serve a nulla” e chi ” ora servirebbe la rivoluzione”, gli insegnanti stanno assistendo inerti e rassegnati alla lenta morte della scuola pubblica, democratica e costituzionale.
Il nostro silenzio è complice. E non basta più (se mai è servito a qualcosa) sfogarsi solo sui social network.
Per chi non si vuole arrendere non vi è altra strada che la lotta, per la nostra dignità e per il futuro dei nostri figli e dei nostri studenti.
Una terza via non ci è data.

Matteo Saudino, docente di storia e filosofia a Torino.
Libero pensatore e cittadino del mondo.
(da https://www.facebook.com/pages/Matteo-Saudino/1400008323610329?fref=nf)

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225 commenti su “Lo ammetto: faccio il docente per fare tre mesi di vacanza… (stupenda)

  1. siamo governati da incompetenti, si inventano le Leggi e i cambiamenti senza conoscere la realtà attuale e le leggi che vanno a modificare…non solo… Sono bravissimi a proporcele come migliorative e a tutela del risparmio e del cittadino. Invece fanno gli interessi dei più forti, delle Banche, delle Assicurazioni… Sono solo dei burattini…a cui piace atteggiarsi a leader, farsi un selfie e twittare e prendere stipendi e pensioni da vèrgogna…tutto con i soldi di noi poveri contribuenti

  2. Finalmente uno con le p…..!
    Cosa possiamo aspettarci da gente che pensa solo ad arraffare soldi e che non ha alcuna preparazione e idea di come
    si governa. Non sono capaci di far rientrare due marò, figuriamoci risolvere problemi nazionali. Si vede dal fatto che dicono solo “cosa avete fatto quando eravate al governo?” e l’altro “noi? Abbiamo fatto tanto e voi?” …e si continua così in eterno. Nel frattempo noi andiamo a picco!

  3. Mirko il said:

    Salve, mi spiace ma penso lei abbia completamente frainteso il messaggio che intendeva trasmettere il ministro Poletti. La questione non riguarda voi docenti, la questione riguarda gli alunni che si ritrovano con un titolo di studio, che esso sia un diploma di maturità o che esso sia addirittura un diploma di laurea, senza avere la benchè minima idea di quale sia l’ambiente lavorativo. Si fidi, parlo da 23enne già laureato in una facoltà che più di qualunque altra dovrebbe avere un versante pratico: ingegneria; eppure mi ritrovo senza alcuna competenza, parlo da studente (uno dei tanti per i quali dice di lottare) infatti mi sono iscritto alla specialistica nella speranza di imparare qualcosa di più concreto, ma null’altro che teoria su teoria. D’accordo, possiedo una forma mentis che mi garantisce una forte elasticità mentale ed una buona capacità di problem solving, ma nulla di pratico. Quello che voglio affermare non è che il nostro sistema d’istruzione sia inutile o mal strutturato alla radice, voglio dire che esso è incompleto, in prima persona avrei voluto poter accedere a tirocini, immischiarmi nel mondo del lavoro, nella realtà. Ritengo l’iniziativa proposta dal ministro un ottimo punto di partenza per avvicinarci al sistema dei “principali stati europei (Germania, Francia, Spagna. ..)” (come da lei definiti) dove sarebbe impensabile uno studio teorico che prescinde dalla pratica come quello difeso dai conservatori dell’educazione all’italiana.

    • giorgio1 il said:

      ho letto le prime righe della sua lettera e mi viene in mente che le intenzioni di Poletti più che dare più preparazione ai giovani, tenda a punire i docenti. Se è vero quello che dice lei, nell’interpretare Poletti così “amorevolmente” , lo studente deve alla Laurea (con la lettera maiuscola) i giovane titolato deve essere pronto praticamente. Credo allora che il giovane dovrebbe fare 6 ore di pratica e 2 di studi. Infatti quale sarà il vero lavoro che troverà il Laureato in Ingegneria. Ho un nipote ingegnere che voleva dedicarsi all’arredo interno alle case. Poi da militare di leva ha curato i restauri del Ministero della marina. Poi, congedato, è passato con una ditta che faceva viadotti, e lui al calcolo del cemento armato. Adesso ha appena finito il lavoro in Arabia nella costruzione di un aeroporto. Detto questo, mi dite voi per essere pronto a lavorare ,al momento della laurea di ingegnere quante ore e quali lavori doveva fare mio nipote? Doveva forse fare il muratore, poi il capocantiere, quindi il progettista, il calcolatore dei carichi dei piloni, o andare nelle fonderie dove fanno i tondini di ferro ecc? Io c redo che la laurea di per se fornisce al neo laureato gli strumenti scientifici e intellettuali per fare tutti i lavori del settore . poi con il lavoro farà le esperienze necessarie a divenire il professionista che noi vogliamo essere. Conoscendo la storia di Poletti nella trasformazione delle Cooperative in grandi centri privilegiati di affari, mi sento autorizzato a pensare che abbia l’intenzione di creare un altro Jobs Act finto-formativo per fornire alle aziende un’altra forma di manodopera gratuita e competente.

    • ezechiele il said:

      Scusa ma quello che scrivi non ha assolutamente nulla a che vedere con il contenuto di questo pezzo…
      Fra l’altro dici una cosa su cui non sono d’accordo; l’educazione (intesa come scuola + università) italiana è ancora eccellente, se paragonata a Germania, Francia, Inghilterra, etc.. Andrebbe forse aggiornata in alcuni campi (informatica, lingue), è vero che a livello universitario è molto incentrata sulla teoria anche in facoltà come economia / ingegneria, ma in un paese dove l’inserimento nel mondo del lavoro è sano questo sistema funziona. Così non fosse, come spieghi che i laureati italiani sono così ricercati all’estero? Ben vengano workshop/lavori di gruppo/presentazioni come all’estero, ma senza una solida base teorica queste cose sono fuffa. E un consiglio, se vuoi imparare qualcosa di pratico cerca un lavoro.
      Tornando al tema trattato nel pezzo, questo è l’ennesimo passo del processo volto a svilire il ruolo degli insegnanti. I miei genitori sono insegnanti e io vedo dalle storie che raccontano e dalle parole su giornali, blog, televisioni come una totale mancanza di rispetto verso il ruolo arrivi da tutte le parti; genitori, istituzioni, opinione pubblica…
      quando invece si tratta di uno dei mestieri più complessi al mondo.
      Io penso che le persone come l’autore del blog non si debbano colpevolizzare, ma che debbano andare orgogliosi della loro passione e del loro lavoro. La vera colpa, a mio modesto parere, sta in quegli insegnanti che fanno presenza, che aspettano solo di arrivare al weekend, alle vacanze… che macchiano, agli occhi di certe persone, la figura dell’insegnante.
      Gli innumerevoli ostacoli che si incontrano ora prima di poter insegnare (TFA per cui si deve PAGARE su tutto), oltre ad essere uno scandalo, penso garantiranno una futura classe di insegnanti davvero preparati e motivati. Ma quando questa futura classe di insegnanti diventerà presente?
      A tutti gli insegnanti come l’autore del blog: tenete duro perché abbiamo bisogno di voi.

    • Cristian il said:

      Caro studente, ma dove vivi? Hai mai visto in questo paese fare riforme che siano andate al miglioramento effettivo di qualcosa? Qui si tratta di ennesimi tagli! Come si possono nemmeno lontanamente pensare i miglioramenti dei meccanismi con cui funziona l’istruzione, in un paese in cui gli insegnanti sono ritenuti le ultime ruote del carro? A certe condizioni di lavoro chi aderiranno, la parte migliore di ogni ramo della conoscenza, o tutti coloro che per svariati motivi, basse capacità incluse, non hanno altre alternative? Dopo di che, il livello d’istruzione di una civiltà che la rende degna di questo nome, non è fatta solo di conoscenze tecniche applicate al lavoro, ma anche della capacità di pensare e di ragionare su se stessi e il mondo che ci circonda, in tutti i modi possibili. Il mondo greco non era certo solo un luogo di speculazioni matematiche, ma di libero ed approfondito pensiero, che è il terreno in cui affondano le radici dello stesso illuminismo. Un sapere sempre più limitato nelle risorse, e sempre più controllato da chi ha il denaro, pensi che possa garantire lo stesso livello di pluralità e libertà?

    • Cristian il said:

      Altra questione. Viviamo in un paese in cui ci “massacrano” di tasse, e poi devi pagarti l’assistenza medica, i farmaci, si distrugge la scuola pubblica, e poi vi sono i centri dell’impiego, finanziati sempre con i nostri soldi, ce non si sa proprio a cosa servano!!!! Caro ingegnere, se non hai degli appoggi politici, dovrai andare per forza di cose all’estero a dare senso alla tua laurea. Questo accade non solo più, perché il tuo corso di studi è stato sganciato dal mondo del lavoro, ma perché in Italia un mondo del lavoro non c’è più! E’ un paese svenduto, dove le innumerevoli tasse, servono “solo” a pagare gli stipendi d’oro di quelli come Poletti, e “niente” di quelle risorse viene utilizzato per investire nel futuro della nostra penisola. La luce all’orizzonte è davvero pessima! Specie se continuano ad essere in tanti quelli come te, che non vedono e non guardano al di là del proprio naso.

    • Matteo il said:

      Un piccolo appunto: dopo 3 anni sei diplomato, non laureato, per quello ne servono 5, appunto la “specialistica”.
      Non mi stupisce che dopo la “laurea” non sai nulla, è inutile insegnare un lavoro, dato che sia nucleare, elettronica, informatica etc (alla fine, tutte tranne civile ed edile, e non sono nemmeno sicuro di quelle…) sono contesti in continua evoluzione, quindi si perderebbe solo tempo ad insegnare della pratica “vecchia” e ti ritroveresti a lavorare su cose nuove e non avresti la forma mentis per capirle, visto che avresti perso 5 anni a imparare un lavoro ormai vecchio.

    • alessandra galeazzi il said:

      Immagino , Mirko, che Lei abbia frequentato un liceo, prima di iscriversi all’universitá.
      Sono del parere che il liceo non debba preparare al mondo del lavoro, ma debba fornire le conoscenze e sviluppare le competenze che potranno poi essere utilizzate in qualsiasi ramo di studi universitari.
      Fosse per me nei licei abolirei anche gli stage.
      La pratica si fa in altri indirizzi di scuola superiore ( istituti tecnici) e all’universitá. Lá si, sono d’accordo, ci deve essere più sapere calato nella realtá del mondo del lavoro, ma non al liceo.

    • Ciao Mirko,
      quello che scrivi mi stupisce un po’. Ho fatto il tuo stesso percorso di studi (ingegneria) e condivido quello che dici ma solo in parte. Servirebbe certamente un collegamento con il mondo del lavoro magari con qualche tirocinio VERSO LA FINE, ma NON imparare qualcosa di immediatamente applicabile. Non è quello il punto. Ti assicuro che quello che stai imparando ti darà una flessibilità che in pochi hanno.
      Ingegneria non deve assolutamente insegnare a fare delle cose pratiche, deve piuttosto dare quelle capacità che permettano di approcciare in maniera metodica i problemi per poi risolverli con soluzioni robuste. La specialistica non ti insegnerà nulla di pratico, andrà semplicemente più nel dettaglio (teorico) di alcune materie che hai già studiato. Se fosse diverso, sarebbe un bel problema.
      Tentare di portare il sistema italiano a livello di quelli europei è a mio avviso un errore. Nonostante la scuola italiana sia alla frutta, i suoi studenti, in particolare quelli universitari, rimangono i migliori in europa (insieme a quelli di alcune nazioni dell’est, direi). Parlo per esperienza personale: lavoro in un ambito in cui ho contatti con l’istruzione universitaria europea, e questo mi permette di aver una panoramica generale.
      In particolare per quanto riguarda l’ingegnere, una delle migliori definizioni che ho sentito (e che mi pare provenga da un dipendente di Google) è che l’ingegnere deve sapere poco di tutto, e tutto di un piccolo ambito.
      Concludo però confermandoti che c’è una certa frustrazione, specialmente verso la fine, poiché si ha l’impressione di non sapere nulla. Ma in realtà è proprio quello il momento in cui hai la possibilità di fare tutto, perché oramai hai acquisito gli strumenti.

    • alessandro il said:

      Penso vivamente che la scuola non debba essere un contesto di addestramento al lavoro ma uno spazio in cui imparare a pensare ed avere quei giusti stimoli che ti permettono di raggiungere un’autonomia di pensiero e di azione. Il grande problema è che la scuola è stata smantellata e ridotta in frantumi con incoscienza a partire dalla riforma Gelmini (e poi se la prendevano con il povero Gentile). Con il giusto bagaglio, la pratica si può sempre imparare…

    • giulia il said:

      a questo proposito, vorrei porre l’attenzione su due questioni.
      la prima riguarda la capacità di “collocamento” per i tirocini estivi dei ragazzi delle scuole superiori. ammesso che questa opportunità la si dia solo ai ragazzi delle ultime classi (penso al quarto e al quinto anno), si è veramente certi che ovunque, in tutte le regioni italiane, si diano le condizioni affinché queste persone siano in grado di svolgere un tirocinio formativo propriamente detto piuttosto che essere impiegate per un lavoretto estivo? mi spiego meglio facendo riferimento al luogo in cui sono nata, un paesino sperso dell’entroterra siciliano. al di là di camerieri, gelatai, commessi e fattorini, dubito fortemente che quel territorio sia in grado di concedere ai (presunti) futuri ingegnieri, avvocati, giornalisti o medici la possibilità di testare operativamente le loro capacità e il loro desiderio, che in un secondo momento si concretizzerà con l’iscrizione ad uno specifico corso di laurea. non ci sono materialmente strutture e opportunità. forse potrebbe essere più sensato (anche in riferimento alla seconda questione di cui scriverò più sotto) organizzare dei tirocini formativi nell’ambito di attività socialmente utili, come nel caso del servizio civile. ma anche in questo caso, porre la questione nei termini brutali, beceri e ottusi del “3 mesi di vacanze sono troppi” non mi pare essere la migliore strada percorribile.
      seconda questione: ritengo essenziale, fondamentale e doveroso riconoscere il valore dell’educazione in sé. se sono assolutamente convinta che in ambito universitario sia importantissimo creare dei rapporti con il mondo del lavoro molto più solidi (e molto meno utilitaristici e clienterali), sono altrettanto convinta che il periodo scolastico debba rappresentare un percorso di formazione per la formazione. forse è una visione anacronistica e ottocentesca, ma ritengo che lo studio della letteratura, della filosofia, della matematica e della fisica non vada affrontato in ottica produttiva quanto, piuttosto, facendo leva e cercando di stimolare un gratuito amore per la conoscenza.

    • Giulio Albenga il said:

      Egregio, vorrei farle notare che fino ad ora i vari stage effettuati dai nostri figli si sono rivelati solo come bassa manovolanza a costo 0. Oltre che essere lavoro minorile e non pagato portano via possibili posti di lavoro regolari. Non le parlo solo da genitore ma da lavoratore a cui, in questi anni, sono stati affiancati degli alunni di ITIS, perito elettronico,il cui unico incarico era di avvitare qualche vite o incollare le etichette.

    • Una prof. di Filosofia e Storia il said:

      Il prof. Saudino ha invece compreso perfettamente il bersaglio vero di questo governo, che è appunto la scuola di Stato (e con essa i suoi insegnanti). Quanto alle vacanze dei ragazzi, esse sono indispensabili, per poter finalmente leggere, sviluppare interessi e arricchire il proprio percorso di vita e di preparazione all’età adulta. Del resto, liceo e università preparano classi dirigenti: chi voglia intraprendere un percorso pratico, vale a dire professionalizzante, deve scegliere scuole professionali, o, al massimo, istituti tecnici. Forse, caro Mirko, lei ha semplicemente sbagliato il suo indirizzo di studi.

    • Alessandro il said:

      Ciao Mirko , mi chiamo Alessandro e sono un ingegnere meccanico di 30 anni. Da sei anni lavoro per una azienda italiana e lavoro principalmente all’estero. Mi sono laureato in un ottima facoltà pubblica di ingegneria (tor vergata a roma) quindi non ho beneficiate di nessuna istruzione particolare. Questa premessa non è casuale , la faccio perchè dopo questi anni di esperienza con ingegneri francesi, tedeschi, spagnoli e nell’ultimo periodo argentini, ho decisamente rivalutato l’istruzione italiana. Rivalutata perchè è molto frequente sedersi ad un tavolo di una riunione ed avere davanti altri ingegneri che per carità magari usano alla perfezione l’ultima versione dell’ultimo prigramma di calcolo agli elementi finiti, o gestiscono alla perfezione ogni minuto del loro lavoro ma che spesso appena la discussione esce da un tracciato ben definito. iniziano a brancolare nel buio. Con questo non voglio fare il solito elogio dell’ingegnere italiano, ma sono convinto che la professionalità necessaria nel lavoro si apprenda rapidamente, quello che, se non si impara ll’università non si imparerà mai più è il bagaglio teorico e il modo di ragionare. Poi che il mondo il mondo del lavoro di oggi impiega ingegneri dove proprio non ce ne sarebbe bisogno , e quindi cerca simil automi capaci solo di usare una macchina è un’altro conto , che sicuramente richiederebbe più pratica in sede universitaria.

    • Antonio il said:

      “Immischiarmi nel mondo del lavoro”? Mi rendo conto che la laurea è in Ingegneria e non in Lettere ma forse qui servirebbe un corso base di lingua italiana.

    • Ho insegnato per 12 anni Lettere alle medie inferiori statali poi hoi lasciato per svolgere un altro lavoro. La scuola non va per vari motivi, in ordine di importanza: scarso impegno e scarsa competenza dei Capi d’Istituto; scarsa motivazione e/o preparazione didattica degli insegnanti (carenza di metodo), progressivo ritiro di risorse economiche alla scuola pubblica e a tutto il sistema educativo e alla ricerca in Italia. La questione vacanze è proprio uno specchietto per le allodole. Cerchiamo di non essere allodole, o peggio, merli !

    • Gianluca Giordano il said:

      Condivido e penso che il sistema scolastico, ad ogni grado, vada riformato e che sia incoraggiata una sorta di “concorrenza” tra gli insegnati, che gioverebbe agli alunni. Attualmente è un sistema stantio incapace di produrre risultati lavorativi apprezzabili nell’immediato e sfruttabili dalle aziende in tempi celeri; spesso ottenuta una laurea si necessita di ulteriori corsi formativi (spesso a spese dell’azienda) per rendere produttivo l’investimento iniziale.
      Distinti Saluti

    • Dreeg il said:

      Se voleva la pratica poteva scegliersi un percorso formativo pratico a partire da un professionale, ITIS e varie.
      I corsi di studi delle lauree sono atti a creare una forma mentis adeguata e ad “assicurare” una conoscenza teorica.
      Se volesse la pratica, si informerebbe sulle numerose attività che quasi tutti gli atenei organizzano e mettono a disposizione degli studenti anche se in malomodo e in maniera disorganizzata.

      La pratica la fa chi la vuol fare, non chi la vuole servita sul piatto già masticata 🙂

    • Michelina il said:

      Salve, condivido in pieno il pensiero del prof….Per qualto riguarda il tuo commento certo che la pratica è essenziale ….. l’Italia dovrebbe valutare ciò che meglio funziona in altri paesi e prendere esempio…..non solo per la scuola…..ma per l’intero sistema Stato…..noi poveri mortali non
      possiamo più accettare di essere spremuti come limoni per mantenere i privilegi che tanti hanno deciso di avere …..a scapito della collettività. Il Ministro ha scoperto l’acqua calda…..peccato che quando decidono le linee guida x la scuola…..o quanti soldi destinare all’istruzione, ricerca, pratica tutto sia ridotto ai minimi termini…..Tante belle parole arrivano dai Ministri ma nella pratica ogni giorno non è facile essere docente…..studente…..collaboratore….segretaria….dirigente…..amministrativo…..ti scontri con tanti ostacoli…..solo se ci credi e ci tieni come se fosse una cosa personale vai avanti, hai risultati è sei felice …..soddisfatto…..perché ciò che viene prodotto è Bene comune.

    • Max Mori il said:

      Ho letto attentamente le dichiarazioni rilasciate dal ministro Poletti e mi sono convinto che ,dicendo di ritenere eccessivi i tre mesi di vacanza scolastica,intendeva riferirsi agli studenti e non ai docenti. Perché è ormai risaputo che i docenti sono in servizio dal primo settembre sino al 30 giugno e godono,come tutti gli altri lavoratori,di 32 giorni all’anno di ferie più 4 giornate di festività soppresse (se non godute in corso d’anno). Pertanto, gli insegnanti programmano le loro ferie da metà luglio sino alla fine di agosto oppure dall’inizio di luglio sino al 20 agosto. Nei restanti giorni,se non vi sono attività progettuali e/o didattiche a scuola,rimangono a disposizione e possono essere richiamati per comprovate necessità e/o disposizioni.
      Quanto alla scarsa stima che oggi qualcuno ha degli insegnanti,ritengo che la coscienza di ciascuno di noi debba superare le misure intellettuali di chi con la scuola e con l’istruzione ha un conto ancora aperto… . L’apprendimento e’ una conquista che ci accompagna lungo il viaggio della vita,non una fermata d’autobus.
      Il ministro Poletti intendeva suggerire di impegnare i ragazzi nei mesi estivi,durante le vacanze per non sospendere a lungo l’apprendimento . E come impegnare i ragazzi senza i fondi necessari per retribuire formatori,esperti,datori di lavoro? Potrebbero farlo gli insegnanti,ma occorrerebbero ricorrere a frequenti sospensioni delle attività didattiche in corso d’anno. E poi,come conciliare queste attività con quelle previste per i più grandi dai Programmi Operativi Nazionali,cofinanziati dall’U.E., con esperienze anche all’estero proprio nei mesi estivi?.
      È’ auspicabile un tavolo di concertazione con le Istituzioni interessate che potrebbe portare al raggiungimento di intese condivise e volte a contribuire all’arricchimento formativo dei ragazzi.

    • Non è questione di quantità, giorni di scuola e di vacanza, ma di qualità. Da sempre la scuola italiana non ha insegnato nè a vivere nè a lavorare, ad eccezione dei tempi dell’avviamento e della professionali.

    • Condivido parola per parola la lettera di Matteo Saudino, e dissento da Mirko. Trovo privo di senso il suo commento. la scuola non può preparare al lavoro che non c’è. La scuola deve innanzitutto formare i cittadini prima che i lavoratori. Posto che vi siano le premesse, una esperienza lavorativa la si acquisisce sul posto di lavoro non a scuola. La scuola deve creare le premesse perchè ciò avvenga. Ridurre tutto il sistema scolastico, come sta avvenedo, in un mega sistema di formazione professionale non porta a nulla se non accompagnare la crisi e acentuarla. Uno dei miti liberisti è che la domanda di per sè porti investimenti. Con tutta evidenza così non è, ne mai lo è stato in concreto. I fenomeni migratori della storia dimostrano appunto il contrario. I contadini negli anni ’60 divenenro operai trasferendosi a Torino o a Milano o più lontano ancora. Ci fanno bere aria fritta, e qualcuno si dice pure dissetato.

      • Stefano il said:

        Non sono d’accordo Giuseppe, Io credo che la scuola debba preparare al lavoro, non solo ad essere buoni cittadini, cosa che dovrebbe essere insegnata a casa, mentre ormai viene demandata in toto alla scuola.

      • Mirko il said:

        Giuseppe Fecondo, forse mi sono espresso male, io non ho mai pensato che, almeno per quanto riguarda le scuole medie superiori, lo scopo primario è quello di insegnare una professione, ho frequentato il liceo classico e sono soddisfatto di come questo abbia contribuito al mio sviluppo personale. Infatti come ho precedentemente quello che va cambiato non è lastruttura portante del sistema, semplicemente riterrei proficua l’aggiunzione di uno stage durante l’estate per dare qualcosa in più agli studenti, non qualcosa in cambio.Perché crede che inserire un obbligo di formazione professionale, senza diminuire le ore lezione teoria dovrebbe intaccare la formazione personale dell’individuo?

        • enzo il said:

          I giovani devono avere spazi propri in cui ioranizzarsi autonomamente
          Almeno i mesi estivi devono essere lasciati allaloro creativita visto ce il resto dell’ anno si pensa alla scuola, ai compiti , alla scula calcio o danza
          Tutto per rispondere ad interessi estranei ai ragazzi

        • Mirko, come diplomato al liceo classico, scrivi maluccio; a parte i punto e virgola, che non conosci, il termine “aggiunzione” è un tuo neologismo? E poi, dillo chiaro: sei un ………….renziano! La pratica, gli alunni delle superiori, la possono e la devono fare da soli; in ristoranti, officine meccaniche, friggitorie, lavanderie, sartorie, perché Renzi, con il suo governo, ha preparato quel futuro, ai giovani; lavori precari (ma a tempo indeterminato, s’intende), sottopagati, si capisce e con la prospettiva di poter essere licenziati, da un momento all’altro, senza possibilità di fare causa per licenziamento ingiusto. Sostieni Poletti ed i suoi sproloqui sugli insegnanti, ed iscriviti al PD; farai carriera!

          • giulia il said:

            caro giuseppe napolino..critichi critichi..ma se non sai che “aggiunzione” ( basta googleare http://www.dizionario.org/d/?pageurl=aggiunzione )è un termine italiano sei messo male! non criticare chi fa il liceo classico..che è la scuola superiore più utile come preparazione ad una qualunque università..di fatto ha fatto ingegneria..che è un’altra delle più toste

      • Mario il said:

        Cari signori che commentate, la scuola è scuola, il lavoro è lavoro. La cultura è cultura, la pratica è pratica. A scuola si va per accrescere la propria cultura, per imparare la nostra storia, che si studia perchè serve per migliorare il presente e il futuro, non ripetendo gli errori del passato, e tante altre materie di cui una mente umana valida non può fare a meno. A scuola si imparano anche alcune cose teniche, alcune, perchè con i continui tagli, mancano pc, utensili maccihnari e quant’altro, ma rimane una scuola. Il mestiere, come si dice da secoli, si impara facendo le cose, a lavoro, con un mese o due di “apprendistato”, retribuito di meno, ma retribuito, perchè come ci insegnano i padri del vostro tanto amato capitalismo feroce, TIME IS MONEY, per tutti, non solo per gli imprenditori. Allora diamo ad ogni cosa il suo corretto ruolo e il suo corretto valore, e non mischiamo istituzioni e concetti assolutamente diversi, in modo assurdo e senza senso. Si studia, e poi si va a lavoro a imparare quello che si deve fare per allinearsi con quelli che lavorano già da tempo. Ogni pratica umana ha un cosiddetto “ciclo di vita”, cioè tappe fisse da percorrere. Se qualcuno vuole bruciare le tappe, o invertire le tappe naturali, beh , farebbe meglio ad andare al cinema a vedere “Benjamin Button” (se il titolo è questo, non ricordo).

    • Andrea il said:

      Stavo per scrivere una cosa assolutamente uguale alla tua, che è paradossale perchè ho anche io 22 anni (23 a breve) e sono laureato triennale in ingegneria attualmente frequentante magistrale.

      Comunque sia io la matematica me l’ho dovuta imparare da autodidatta, come anche l’inglese, perchè ho avuto professori che fondamentalmente in aula non facevano nulla ed erano di un’ignoranza abissale. Nonostante ci siano liberi pensatori e professori con vocazione tale da farli essere bravi professori, purtroppo siete una categoria poco selezionata (io poi parlo per esperienza personale, per problemi di famiglia ho girato tre differenti licei, più scuole medie, qualche professore l’ho conosciuto) e poco controllata, anche il migliore dei professori, quando assunto, può quasi tranquillamente non fare un cazzo a sua piacimento.

      Comunque sia valutare le scuole estere con quelle italiane basandosi sul numero di ore è una castroneria epica, che termine di paragone sono le ore di lezione? Che di fatto da scuola (dalla scuola italian) si esca terribilmente ignoranti su tanti argomenti è un dato di fatto, altrimenti io non avrei così tante richieste (che rifiuto perchè faccio già anche un altro lavoro oltre a studiare) ogni mese per ripetizioni di matematica, fisica e chimica.

    • Miriam il said:

      Caro Mirko penso che lei abbia mal interpretato la questione e non il professor Saudino. Lei non è un insegnante e quindi la sua opinione si basa sul “sentito dire”. Dopo tre anni di ingegneria pensava di diventare un ingegnere? Quanto dovrà sudare per diventarlo! Voleva già andare e “costruire” a partire dal primo anno? Prima le basi e poi il resto. Detto questo non le nascondo che effettivamente il sistema universitario andrebbe rivisitato.. ma non la scuola superiore! Lei sta parlando dell’università mentre il professore in questione si riferisce alla condizione in cui versano le scuole superiori e questa è tutt’altra storia! Lei pensa che sarebbe meglio avvicinarsi alle scuole francesi,tedesche etc..? Lo sa che la cultura che danno il liceo classico e scientifico,in Germania e in Francia non se la sognano nemmeno sotto uso di stupefacenti? Lo sa che in Germania non esistono gli istituti tecnici? (ciò vuol dire che o sei tipo da liceo oppure ti spediscono a fare un professionale..penso che lei sia al corrente del fatto che esistono persone che non hanno le capacità per affrontare un percorso di studio liceale ma che, tuttavia, sarebbero “sprecati” per un professionale). Per quanto riguarda le vacanze ….in Germania, per esempio, danno le vacanze d’autunno ad Ottobre e le vacanze invernali… Provi a proporre ad un siciliano la riapertura delle scuole il primo di agosto e le vacanze di Autunno ad ottobre, quando la gente ancora sta in costume sulla spiaggia e poi mi dica quante risate in faccia si è preso. Lei ha idea di cosa significhi andare a scuola ad agosto con 40° all’ombra e le aule che sembrano i forni crematori di un campo di concentramento? Dove troverebbe eventuali soldi per mettere dei condizionatori? Mirko, il suo commento non ha spessore e secondo me non ha nemmeno senso. Inoltre a 23 anni pensa di saperne più di un professore che in primis vive questa realtà e in secondo luogo ha probabilmente il doppio dei suoi anni!?!?
      p.s. i tirocini poteva benissimo farli di sua sponte presso qualche studio. Volere è potere!

    • Rosalia Priolo il said:

      Sacrosante parole…. se solo le intenzioni del carissimo monistro fossero quelle di aiutare i poveri studenti che come lei dice finiscono gli studi pieni di tanta teoria ma senza nessuna pratica!!!! Ma lei ventitrenne laureato si è chiesto a favore di chi andrebbe questa bellissima prospettiva che il nostro carissimo ministro ci propone?????? Non certo a favore dei nostri ragazzi, alunni o figli che siano, il tutto andrebbe a beneficio delle aziende che con la scusa di far fare tirocinio ai nostri ragazzi avrebbero della manodopera gratuita e certo, stia tranquillo, alla fine di questi favolosi stage non andrebbero ad assumere i ragazzi che per 6 mesi all’anno andrebbero a prestare la loro opera nelle sucitate aziende….
      Naturalmente quanto io penso e affermo varrebbe solo per i comuni mortali, perchè per i figli di….. niente di tutto questo… la storia la sappiamo, no??
      Io ad esempio, misera insegnante, ho una figlia che si è laureata con la votazione di 110 e lode…. e quindi brava di suo (io non ho conoscenze in alto loco!!) eppure anche se nel suo lavoro viene chiamata dottoressa… la sua retribuzione oraria è di € 13,00 lorde…. rifletta caro laureato ventitrenne, niente viene fatto a favore del popolo!!!!!! chi arrivi a quei livelli pensa solo a se stesso e famiglia!!!!!!

    • Alberto Giannoni il said:

      Ho 65 anni, appartengo alla generazione che ha vissuto dopo le elementari la scuola di avviamento professionale o in alternativa, con esame di accesso, la scuola media con il latino.
      Naturalmente all’avviamento professionale vi andavano i figli degli operai ,alla scuola media normalmente vi accedevano i figli delle classi professionali etc.,salvo poche eccezioni,
      inoltre le vacanze estive duravano più tempo di ora e gli studenti nella media erano
      meno asini degli attuali (forse avevano meno distrazioni).
      Il cambio di quel sistema ha comunque portato intere generazioni di figli della classe operaia, come il sottoscritto, ad un miglioramento del proprio status sociale rispetto ai propri genitori ,il cosiddetto ascensore sociale all’epoca funzionava.
      Ho la sensazione che oggi qualcuno tenti di riportare indietro le lancette del tempo,ritornando ai tempi dell’avviamento utilizzando la scuola come mezzo e sistema di selezione sociale.

    • Gianluca il said:

      Ma piantatela li, ai giovani studenti aspetta una lunga carriera in cui il lavoro porterà via la vita!!!!! Ma aprite gli occhi caspita, fategli fare le loro meritate ferie… vivranno un’esistenza in cui il lavoro assorbirà tutta l’essenza della vita, niente più tempo per le passioni, per la famiglia, per i figli….
      tutto ciò è di una tristezza imbarazzante

    • Gabriele il said:

      Forse hai frainteso te il concetto di lavoro di quell’idiota di Poletti.
      Non parla di “specializzazioni” ma di fare lavorare i ragazzi gratis come stagisti in posti dove una formazione professionale non penso sia possibile farsela.
      L’esempio che l’idiota Poletti infatti adduce e’ “i miei ragazzi lavorano al mercato”
      Ora non so questo come ti avrebbe aiutato nel campo ingengeristico.
      Comunque la cosa triste e’ vedere gente che pensa ancora che questo governo di cerebrolesi stia facendo cose utili.
      Questa e’ la cosa triste

    • La scuola Mirko, dovrebbe essere lo strumento PUBBLICO per dare a TUTTI la possibilità di scegliere, di avere un pensiero. E non solo un lavoro, ma molto di più, molto di più.. Ma per avere un pensiero, una mente aperta, per scegliere bisogna conoscere, e per conoscere bisogna imparare. La scuola deve essere pubblica perché deve dare a tutti la possibilità di accedervi e certamente deve essere di qualità. Ma.., mi si consenta, la qualità della scuola dipende anche e soprattutto dai concetti di educazione, di rispetto, e tanto altro che le generazioni successive a quella dei nostri genitori non sono state più capaci di insegnare ai loro figli. Ai nostri tempi quando un ragazzino veniva rimproverato a scuola lo stesso veniva rimproverati a casa. Oggi, e lo dico per esperienza di docente di ruolo alle superiori, anche se per un solo anno, se un professore cerca di far capire che un ragazzo sta sbagliando, la famiglia rimprovera il professore, o lo denuncia, o altro. Come può quindi, anche il più bravo dei docenti, trovandosi in classi “pollaio”, per la totale volontà di mancanza di attenzione, di rispetto, di umiltà, fare decentemente il suo lavoro. Non può. E nessuno che non abbia fatto questo mestiere può neanche lontanamente immaginare cosa significhi passare 6 o più ore in un giorno in classi di questo tipo. Ti deteriora. Ma il governo si scaglia contro gli insegnanti, sulle loro “super ferie”….. Le super ferie non esistono, e lo sanno tutti. Esiste un problema sociale da un lato, e di aiuti materiali e didattici innovativi verso le scuole che ormai cadono a pezzi e non hanno neppure la carta igienica per i bagni. Imparare è creare libertà di pensiero, e non chiuderti in un unico canale che segnerà la tua vita per sempre. Imparare significa imparare TUTTO, dalle scienze, alla storia, alla filosofia, al latino, alla letteratura italiana e straniera e tanto altro, per consentirti, attraverso la conoscenza di farti un tuo pensiero. Nessuna università ha mai “insegnato un mestiere”, le università insegnano la teoria approfondita e specifica di molte cose in un solo corso di laurea. Il resto lo devi creare tu. Come abbiamo fatto tutti dopo la laurea.

    • rossella il said:

      Caro amico, se la scuola servisse a sfornare manodopera per il mercato del lavoro, e non a promuovere, invece, la crescita e la consapevolezza critica di teste pensanti dotate di indipendenza intellettuale e capacità di giudizio critico autonomo, avrebbe fallito la sua vera, primaria, originaria missione. La scuola è fucina di ben altro artigianato, che a tanti sembrerà evanescente e poco produttivo nell’immediato, quello che forgia l’uomo.
      Quanto alle sue difficoltà lavorative dopo la laurea triennale, lei è vittima di quella (ennesima) scellerata riforma dei piani di studi universitari, il famoso 3+2, che ha dato l’illusione di una laurea triennale equiparabile solo nominalmente ad un titolo di studi universitari compiuto, essendo, in realtà, solamente un’annacquatura, troppo spesso poco consistente, di corsi snelli, alleggeriti nel numero di pagine da studiare, e soprattutto privi di costrutto sostanziale. E i risultati si vedono adesso, con l’inutilità e la scarsa spendibilità di queste ‘lauree’ triennali sul mercato del lavoro.
      Auguri per il suo futuro, certamente più solido dopo la quinquennale.

      • luigi il said:

        alleggerite nel numero di pagine non mi sembra proprio cara rossella!!!!! dato che nella mia università si studia come si studiava un tempo dai manuali che non finiscono mai…!!!!!!!

    • luigi il said:

      Non ho capito che cosa c’entri quello che hai detto con le farneticazioni del ministro(?) Poletti. Tutti auspicano una riforma del “sistema formativo” italiano ma per fare questo ci vogliono investimenti, impegni di spesa, e non basta semplicemente mandare in estate gli studenti a fare esperienze (?) nelle varie aziende. Ci vogliono “in primis” scuole più sicure non fatiscenti con strutture efficienti: aule a norma e non bugigattoli, laboratori attrezzati (scientifici, linguistici etcc), aule speciali etcc…poi docenti aggiornati sulle nuove competenze, programmi integrati alle moderne competenze senza snaturarli tuttavia della loro funzione “formativa” e non ridurli alla semplice funzione “istruttiva” e “addestrativa”. Infine ben vengano le “esperienze”, integrate nella didattica delle singole discipline, cosiddette lavorative degli studenti organicamente programmate con le aziende interessate, all’interno, ribadisco, delle attività didattiche programmate come un “unicum” e non un appendice “estiva” a sé stante solo x far vedere che si fa qualcosa di nuovo e di diverso. Il tutto, scusami, puzza tanto di dilettantismo o peggio di demagogia da parte dell’attuale governo.

      • feanco il said:

        condivido, in questo paese, se controllassimo la capacita’ dei ministri e dei posti che occupano, credo dovremmo preoccuparci, anche se tante menti eccelse hanno rifiutato di entrare in politica, consapevoli di quello che avrebbero trovato, aggiungo se siamo messi male, qualcuno cammina con le gambe ubriache ,buona vita sempre

  4. matilde il said:

    Caro professore,
    Io lavoro come te nella scuola e faccio parte della minoranza silenziosa che lotta con tutte le sue forze per fronteggiare le incombenze che ci piovono addosso. Amo questo lavoro malpagato e, quando sono fortunata, raccolgo le briciole che arrivano dalle aule: musica e parole, sorrisi e campanelle suonate ogni ora.
    Tre mesi di vacanza ?!?
    A Polet….. Ma tu quale scuola hai frequentato???

    • giovanni terzi il said:

      sono pienamente d’accordo sul fatto che il ministro capisca poco, ma non della scuola, capisca poco in generale. vorrei però puntualizzare quanto segue: dov’erano i professori mentre la scuola veniva svuotata da qualsiasi capacità d’insegnamento;mentre il livello scolastico
      italiano precipitava a livelli di analfabetismo con professori mediamente incapaci senza
      nessuna garanzia se non quella della promozione quasi automatica?
      La scuola italiana è accessibile a tutti ma non richiede a nessuno di imparare qualcosa.
      se qualcuno eccelle nella sua materia, ed esistono molte persone che raggiungono ottimi
      livelli di competenza, lo fanno non per merito ma nonostante la scuola italiana.

    • Caro Professore, sono una insegnante in pensione . Ho 70 anni. Ho fatto due abilitazioni (scritto e orale , a Firenze e a Roma) , gli scritti per i due concorsi per i Licei e le altre scuole secondarie superiori. Studiato come una bestia. Ero già sposata. Per fortuna è arrivata per prima la notizia che avevo vinto, ovviamente col massimodei voti, lo scritto per i Licei. Fiondata a Roma, interrogata sull’universo e preso il massimo,come sempre. Sono passata direttamente al Liceo Scientifico “A.Tassoni” di Modena: Un corso intero dalla 1a alla 5a. Gli Esami di Maturità iniziavano il 1 luglio. Facevo giusto in tempo a fare il cambio dell’armadio…. L’anno in cui è scoppiata la bomba alla stazione di Bologna io ero , due giorni prima , nella sala d’attesa , sudata come una bestia e stremata. Facevo sempre domanda per posti come Venezia, Sassari, Sicilia, Roma: solo i raccomandati se li beccavano. Io non sono mai stata raccomandata da nessuno. Prendo una pensione irrisoria.Divorziata, faccio fatica ad arrivare alla fine del mese. Sono povera. Quando leggo la recensione di un buon film o libro, guardo il prezzo …. e me li regalo lo stesso. A scuola,con cinque classi ho sempre lavorato come una belva. Gli studenti lo capivano sempre. E mi sono anche divertita e intenerita nel vedere anime dementi diventare sempre più intelligenti, a imparare come si fa a studiare ad ammirare quello che ammiravo io, finendo con “Waiting for Godot”. Ovviamente i miei voti andavano dall’1 al 10, come prescriveva la norma, che non credo sia mai cambiata. Ero circondata da colleghi che scrivevano sul registro 5+ o 5– Facevo delle litigate furiose agli scrutini. Non ho mai detto una parola in italiano, genitori esclusi. Anch’io dovevo sopportare dai dementi la storia di un’estare intera di vacanze. Consiglio di Istituto fino all’una di notte per ottere un laboratorio di lingue, l’iscrizione a sky, un secondo laboratorio, i computer, ecc. I materiali li portavo io da Londra , quando potevo permettermi di andarci, o convincevo il Preside a ordinarli (con sotto tutte le firme degli altri insegnanti di inglese). Ho fatto il corso a Norwich (eravamo in 9 da tutta Italia), tutto luglio e tutto agosto: abbiamo lavorato come delle bestie,ma il mio lavoro mi piaceva.Quando mi sono separata e poi divorziata mi sono trovata con metà mobili, metà lenzuola, persino le posate… e mi sono resa conto di essere povera. Ma tanto, povera ci ero nata!!! I vestiti me li regalava una mia amica ricca, avvocato, che acquistava ogni anno, ecc. Ho visto come lavorano in inghilterra perchè abbiamo fatto uno scambio di quelli europei (una lavorata da matti, pagata nulla). Sabato a casa.Lezioni 4 ore la mattina e due il pomeriggio. Mensa interna, buona e divisa tra studenti e inseganti. Ognuno aveva il suo ufficio dove correggeva e preparava le attività . Alle 5 al massimo chiudevano a chiave l’ufficio. E andavano a casa.Un sogno! Io mi portavo a casa due borsoni di roba (libri, diario mio, compiti da correggere) il pomeriggio e sera si lavorava. Chiedevo sempre il lunedì come giorno libero per fare la spesa, andare dal medico, in farmacia, all’ospedale, ecc. E anche perchè la domenica era nostra, mia e di mio marito. I giorni di vacanza per gli insegnanti in Europa sono più o meno gli stessi, distribuiti meglio, e soprattutto imiei corrispetti inglesi prendevano 4 dico 4 volte tanto (più ignoranti) di quello che prendevo io. Credo che sia ancora così. Le consiglio di fare una ricerca sul PC e la verità salterà agli occhi.Ilmacellaio: ironia. Quello non lo convincerà mai. Auguri per un lavoro PIU’ PAGATO e gratificante come è stato il mio: Marisa Galli, MODENA

    • Matilde, lei è di sicuro un’eroina! O, forse, ha un marito dirigente; alto dirigente, che le assicura un redidto dignitoso ed un futuro radioso, da pensionata; o è, semplicemente, una sottomessa al potere, che gode ad essere maltrattata; masochista?
      Mi sa che di gente come lei, è piena l’Italia…. Paradiso dei dittatori!

    • Franco il said:

      Ma ha idea di cosa vuol dire lavorare?
      Siete ridicoli!!! 18 ore settimanali che fate voi….un operaio le fa in 2 giorni!!!!
      Vergogna!!! Senza contare tutti i caffè e caffettini e chiacchiere che vi fate!!!

      Andate a zappare la terra!!!

      • Isabella il said:

        Il suo commento è frutto di decenni di denigrazione della scuola e degli insegnanti da parte dei ministri e dei governi italiani che si sono succeduti! Fare l’operaio o zappare la terra è fisicamente faticoso, entrare ogni ora in una classe diversa e insegnare a volte anche a 27-28 alunni, ognuno con le sue peculiarità, le sue richieste, i suoi bisogni speciali (spesso disturbi comportamentali non certificati) lo è altrettanto, anche se in modo diverso. Un insegnante quando ha finito il lavoro con gli studenti inizia il lavoro di preparazione delle lezioni, produzione del materiale didattico (diverso per ogni classe e individualizzato per ogni BES, H, DSA ecc.), correzione di compiti e quaderni, preparazione delle verifiche, redazione di relazioni (senza contare riunioni, collegi docenti, ricevimenti e quant’altro) e potrei continuare.
        Insegnare e lavorare la terra sono due mestieri molto diversi, ma hanno entrambi le loro fatiche, stress e difficoltà. In comune hanno il fatto che producono frutto, dalla terra o dalle menti, e danno molta soddisfazione a chi li svolge con impegno e passione.
        Io non ho mai pensato di criticare ciò che non conosco, né tantomeno di denigrare il lavoro degli altri, qualunque esso fosse. Impari, per favore, a fare altrettanto!

      • giulia il said:

        neppure tu zappi la terra mi sa caro franco..anche un operaio ha diritto a 30 gg annuali di ferie..e lo so perchè sono legge..io che ho la mia azienda agricola non faccio un giorno di ferie da 8 anni!

  5. Ida Maiellaro il said:

    Concordo pienamente…ma facciamo arriva re migliaia di lettere, quelle vechhia maniera, cartacee, al ministro Poletti, che le e-mail si cestinano troppo facilmente …
    E scrivere a caratteri cubitali la questione delnumero di giorni di lezione pari a quello dialtri Paesi EuEuropei con in più gli esami distato

  6. GIusi Tornabene il said:

    La realta’, in fondo ,caro collega supera la fantasia e noi stiamo perdendo anche quella.3waz

  7. Anna il said:

    Ma perché vi brucia ammettere che tra le mille ingiustizie che deve affrontare una persona per insegnare almeno un vantaggio c’è: avere dei lunghi periodi di ferie che si conciliano con le esigenze familiari. Cosa che molti altri lavoratori non hanno dovendo concordare le ferie con i datori di lavoro e con i colleghi e non potendo prenderle sempre in concomitanza con la chiusura delle scuole dei figli?

    • onorino il said:

      Cara Anna, sono il povero marito di una insegnante elementare. Per intenderci uno dei tanti “sfigati” che fanno da parafulmini alle frustrazioni e ai bocconi amari che la sua consorte deve accusare ed ingoiare ogni giorno nelle aule scolastiche.
      Genitori che si sostituiscono agli insegnanti, ragazzini che non hanno neanche idea di cosa significhi dire Buongiorno o Signora maestra, culture e mentalità eterogenee che determinano una didattica sempre più scadente, scuola considerata come parcheggio dei figli… Ecco, ho delineato soltanto alcuni macroscopici aspetti della scuola disconosciuti completamente dai nostri solerti governanti.
      Per loro esistono solo vacanze estive e scuole private.
      Lo stress a cui sono sottoposti gli insegnanti oggi, in una scuola senza rispetto, non conta affatto. Credo che solo il grande amore ed attaccamento ai ragazzi aiutino, quelli che una volta erano chiamati educatori, a sopravvivere al loro lavoro.
      In compenso però percepiscono stipendi da favola!
      Fanno bene i politici nostrali a dare soldi alla scuola privata. Sicuramente non si riempirà di extracomunitari, ai quali della cultura italiana non “frega” assolutamente nulla, e non serviranno cucine diverse. per rispettare usi e costumi del mondo.
      Pensa.. forse si potrà fare anche il presepe!
      Quanto ai tre mesi, cara Anna, ti dico soltanto che ogni anno è una guerra.
      Prendere dei giorni tra la fine di giugno e l’inizio di luglio è un’avventura e dei giorni, al di fuori del calendario scolastico programmato, un’utopia.
      Cara Anna, probabilmente tu non hai i miei problemi, ma ti confesso che mi piacerebbe qualche volta concedere alla mia famiglia dei momenti di relax quando si spende molto meno. Adesso non posso permettermelo! Guarda caso le offerte low cost difficilmente le trovi a Natale, luglio ed agosto. E nel privato o nel pubblico le ferie vengono concesse
      anche in altri periodi. Sai? ti dico una cosa… anche i figli crescono.
      Sono felice per te che ti trovi così bene e che forse, quando torni a casa, non hai una famiglia tutta sulle tue spalle, ma non tutti hanno le tue fortune.
      Nel mio piccolo, io invece, sto cercando di organizzare il club Ma.Sfi.Ma.Sfi. (Mariti Sfigati Maestre Sfinite).
      Chi aderisce?

    • Pietro il said:

      Gli esami di stato finiscono il 15 luglio
      ed entro agosto devono concludersi gli esami di riparazione, quindi non
      capisco di che periodi lunghi di vacanzeparla. Poi, gli insegnanti sono obbligati
      a prendere le ferie tra luglio ed agosto,
      lei, invece può programmarsi sia la
      vacanza estiva che la settimana bianca.

    • Alberto il said:

      mia moglie, insegnate figlia di insegnati, ha fatto di tutto per riuscire a fare questo lavoro (che ama tanto) per avere questi vantaggi, ma lo ammette alla luce del sole, non s’inventa gli impegni o sacrifici inesistenti che leggo ogni volta che si tocca questo tasto.

    • Giuseppe il said:

      Prova ad immaginare che il periodo di chiusura delle scuole si riduca al solo mese di agosto: credo che, se ora incontri difficoltà a prendere le vacanze in concomitanza con il periodo di sospensione delle lezioni dei tuoi figli, nonostante sia lungo tre mesi, quando tale periodo si riduce ad un solo mese, tali difficoltà aumenteranno

    • Concetta il said:

      Che cosa bisogna ammettere? Quale vantaggio? Gli altri sono liberi di usufruirne quando vogliono e noi siamo costretti a prenderli a luglio o agosto!!! Le tue esigenze non sono le mie quindi….:)

      • maria il said:

        Non è assolutamente vero che le altre categorie di lavoratori possono prendere ferie a piacimento durante l’anno. Le ferie sono concordate con il datore di lavoro e non devono intralciare la produzione. Le mie ferie sono tassativamente ad agosto (15 gg lavorativi) e a dicembre (5 giorni lavorativi). Lo stesso capita a mio marito.
        Per quanto riguarda il resto dell’anno posso dire che ogni volta che la scuola è rimasta chiusa (nei 3 mesi estivi poi natale, pasqua, carnevale, ponti vari e via dicendo) noi abbiamo speso dei gran soldi in baby sitter. Non mi risulta che i miei amici e parenti insegnanti abbiamo goduto della nostra stessa (“amara”) sorte. Quando ci si lamenta bisogna farlo con criterio. Altrimenti smettete di fare gli insegnanti e cercate lavoro in fabbrica.

      • maria il said:

        Non è assolutamente vero che le altre categorie di lavoratori possono prendere ferie a piacimento durante l’anno.
        Le ferie sono concordate con il datore di lavoro e non devono intralciare la produzione.
        Le mie ferie e quelle di mio marito sono tassativamente ad agosto (15 gg lavorativi)
        e a dicembre (5 giorni lavorativi).
        Sono d’accordo con Anna, avete un vantaggio che altri lavoratori dipendenti non hanno.
        Perché non dirlo?

    • Orietta Lo Tito il said:

      Forse non ti è chiaro che, come già ribadito da qualcuno, la scuola per noi non finisce quando finisce l’anno scolastico degli studenti: quando mio figlio finisce di andare a scuola io continuo a lavorare fino a metà luglio e con due soldi che mi danno (sono una mamma separata) mi devo trovare non solo la baby sitter ma aiuti da ogni dove. Chi pensi che faccia scrutini, esami, scrutini per chi non ha superato l’anno a giugno, formazione delle classi e altre mansioni che richiedono commissioni di docenti durante l’estate??? Per non parlare di tutto il periodo di precariato (lunghissimo) in cui finisci prima di lavorare(giugno) ma perchè poi non ti pagano nessuno stipendio!! E rispetto ad altri lavoratori noi non possiamo decidere quando andare in ferie, noi possiamo andarci a Natale e fine luglio ed agosto, quando ovunque i prezzi sono almeno triplicati…. questo si che è un vantaggio!!!! Ma tanto siamo super pagati, possiamo anche permetterci viaggi di lusso…

    • Enza il said:

      Cara Anna, ma che dici! Gli insegnanti le ferie sono costretti a prenderseli quando non gli servono e quando gli servono devono morire! Ti ricordo che con molta democrazia quando nei mesi da settembre a giugno abbiamo bisogno di andare ad espletare pratiche burocratiche di vario genere o accompagnare genitori anziani periodicamente in strutture varie per cure ed esami o i figli per incombenze varie, tre giorni di permessi retribuiti manco si vedono da dove prendono , di conseguenza ci si attacca al tram! Gli altri Enti concordano con i dirigenti ma si fanno gli affari suoi senza problemi, vanno ai matrimoni degli amici e quant’altro, non fanno un cavolo tutto il giorno e la burocrazia ce ne da contezza di cosa succede nei vari assessorati, Ministeri, Comuni, anche ospedali, non a caso spesso si parla di mala sanità. A scuola gli insegnanti di oggi, intanto sono costretti a subire la ineducazione di una molteplicità di genitori moderni che non hanno la benché minima idea di cosa significhi educare e formare, genitori che permettono tutto a tutti che contribuiscono a formare spine dorsali fragili oltre agli attacchi dei Dirigenti che obbligano di fare tutto e a tutti i costi per far sopravvivere la scuola, altro che 24 ore settimanali, di ore , considerando collegi, consigli , ricevimenti, compilazione di documenti “INNUMEREVOLI” andiamo oltre le 12 ore giornaliere. Penso che tutto ciò sia inumano, con responsabilità pesantissime sui minori.Il Nostro lavoro non ci permette di appendere la giacca estiva al chiodo e ricambiarla in autunno per dire che il personale c’è ma è fuori stanza , quando invece non c’è ed è a farsi le vacanze o la spesa. Ti assicuro che le nostre ferie non concordano con nessuna comodità da te espressa!

    • claudia il said:

      <3 parole sante…. io volevo insegnare musica… ma 15 anni di studi al conservatorio non sono serviti a nulla… ho dovuto ripiegare su un lavoro completamente diverso e stringere i denti…. non voglio polemizzare… ma in effetti avere ferie permessi o qualunque altro diritto in un luogo privato per me è risultato difficile e arduo… soprattutto da quando ho avuto una figlia e la titolare me l'ha notevolmete fatto pesare ostacolandomi in ogni modo……oltre a cercare di avere uno stipendio fisso riesco solo a fare laboratori per bambini che vengono considerati da molti un divertimento… la musica raramente viene considerata una materia… ma spesso è vista come una forma di intrattenimento visto che spesso è praticata da persone che non hanno studiato ma sono autodidatti… e noi che abbiamo un diploma come ammuffiti pinguini in bianco e nero…. che poi non sappiamo neanche suonare per le feste degli amici che ti chiedono di improvvisare o suonare jingle bells a natale !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!) … io amo la musica e ne ho fatto un linguaggio da condividere con mia figlia e tanti bambini…. mi resta la passione…. per quel che riguarda la scuola che ho tanto amato solo una delusione…

      • claudia il said:

        sono molto dispiaciuta per tutti quelli che non hanno cio’ che desiderano..sarebbe bello che le persone si guardassero attorno e vedessero realta’ ben peggiori prima di dire che gli altri possono andare in ferie quando vogliono… certo ce ne saranno anche di quelli….ma ne conosco pochi che fanno scelte liberamente…….. certo è bello guardare chi sta meglio… ma molti hanno ancora piu’ difficolta’!!!! nonostante gli studi fatti e i tanti sacrifici…… io voglio dire senza offesa per nessuno che sognavo di fare l’insegnante di musica ma non è stato possibile nonostante sia stata in conservatorio 15 anni a studiare … in 25 anni di lavoro non ho mai potuto scegliere le mie ferie… mi hanno “fatto scegliere” 2 settimane di agosto…. o le prime due o le seconde 2 …. spesso dovendo pure fare rientri anticipati ….. e una settimana in novembre quando mia figlia va a scuola o in aprile…. ….. e che metterei la firma per stare a casa i sabati (da 21 anni lavoro il sabato pomeriggio) …. metterei la firma per poter trascorrere dei giorni di ferie con mia figlia a durante le festivita’ quando invece devo lavorare il doppio per poi non essere pagata ne’ fare recuperi promessi…….. quando lavori nei privati le ingiustizie sono ancora maggiori e noi le dobbiamo subire per non essere licenziati…. non possiamo protestare ne’ dar voce alle nostre ingiustizie…. nonostante io comprenda le difficolta’ degli insegnanti che sono delusi…. devo ribadire che io personalmente sono ancor piu’ delusa… perchè non ho potuto fare quel che sognavo e perchè i miei diritti non vengono rispettati ….

  8. Salvatore il said:

    ho speso tutte le mie energie ed il mio tempo per ottenere ciò che mi sembrava lo scopo della mia vita: la musica ed in particolare il pianoforte. Assisto impotente alla distruzione dei conservatori di musica ed alla morte della cultura, dentro di me sereno per aver conseguito il mio scopo , ma anche profondamente deluso per la sorte del l’insegnamento e la scarsa considerazione per il corpo docente

    • claudia il said:

      buonasera…ecco ho appena espresso un attimo fa lo stesso concetto… e la stessa delusione… io sono flautista (dolce e traverso)…. e ritieniti fortunato perchè il mio strumento è addirittura chiamato piffero e mi chiedono perchè ho scelto uno strumento del genere… quando lo chiamano strumento !!!!!!! ciao claudia da trieste

  9. lina il said:

    Chi lavora sa cosa significhi,chi vive in modo lussuoso a spese degli altri …ha rovinato l’Italia e continua a farlo!

  10. Patrizia il said:

    Caro Professore,
    nella consapevolezza delle difficoltà che caratterizzano il vostro lavoro forse è bene ricordare che la maggior parte delle persone che lavorano versano nelle stesse (se non peggiori) condizioni, eppure non godono di 2 mesi di ferie in estate (consideriamo che la scuola lavori sino a fine Giugno)di ferie ne hanno a malapena 15 gg, nè di 15 gg a Natele e così via. Le ferie così lunghe costituiscono un problema sociale mi creda. Chi vive con uno stipendio di 1.700,00 euro al mese in due (e troppi ce ne sono) e non ha una rete familiare di supporto non possono permettersi la baby-sitter o il centro estivo e, sopratutto, non possono permettersi di stare a casa tutto quel tempo. Quale altro dipendente pubblico gode di tutte queste ferie?

  11. Luna il said:

    Grazie Matteo. La tua rabbia, la tua indignazione, il tuo sconforto, la tua delusione sono anche i miei. Grazie ancora.

  12. Mario Giuseppe Stringhetti il said:

    Mi permetto di entrare in questa discussione per esprimere il mio pensiero su questa faccenda che, secondo me, è stata travisata da coloro che contestano quanto detto dal ministro Poletti. Mi trovo totalmente d’ accordo con Mirko, quando afferma che è un errore pensare che il discorso dei tre mesi di vacanza (in totale e non in più alle varie festività annuali) siano rivolte ai docenti. Anzi, se chi contesta tutto ciò leggesse bene potrebbe comprendere che se ci fossero meno giornate “perse” INUTILMENTE durante tutto il corso dell’ anno scolastico ci sarebbero più giorni di lavoro per i Docenti. (con conseguente più stipendio). Ho una figlia che lavora nella scuola e non è una bella cosa vedere che nel corso dell’ anno scolastico prende uno stipendio decurtato nei mesi che le scuole sono ferme, (vacanze di Natale, vacanze di Carnevale, vacanze di Pasqua, vacanze per qualsiasi ragione inventino, vacanze estive, ecc.ecc.). E inoltre do’ ragione a Mirko, quando afferma che al giorno d’ oggi, tutti quelli che escono con un titolo di studio da qualsiasi genere di scuola, dall’ università all’ asilo, NON ha in mano nulla a parte un pezzo di carta. E non solo perchè manca il lavoro, ma perché manca la pratica di quello che si è studiato. Per concludere questo mio pensiero, vorrei dire che sarebbe bene pensare ad un modo di utilizzare meglio i “cosiddetti” giorni di vacanza, per approfondire, da parte degli stessi docenti, che così NON rimarrebbero senza lavoro per tre mesi, quanto “appreso” durante l’ anno scolastico ridotto.

  13. Mirco il said:

    Mi piacerebbe potermi confrontare con Matteo, superare il tifo da stadio pro o contro e ragionare seriamente, lui da addetto del settore io da semplice fruitore, di come migliorare la scuola. Capisco la frustrazione, in parte la posso anche capire, ma di fronte a proposte, condivisibili o meno, dovremmo cercare di mettere da parte la difesa della categoria e cercare di stare sul punto. Normalmente fatico a pensare che i membri di una categoria siano tutti buoni o tutti cattivi. Ho conosciuto insegnanti fantastici e insegnanti pessimi, e questo mi è successo anche con clienti, con fornitori, con colleghi. Per questo, nonostante abbia sempre creduto nelle idee della sinistra rifuggo dalle difese corporative, che mi sembra di leggere sotto traccia anche in in questo post. Cambiare le cose è difficile ma lo si può fare solo a due condizioni: 1) volerlo veramente, 2) guardare solo avanti, sgombrando il campo da i vecchi pregiudizi, da qualsiasi parte si annidino.

  14. federico il said:

    Ho letto con interesse il suo articolo, ma credo manchi di onestà intelletuale… leggo: “scuola a luglio e agosto nella maggior parte delle città (Napoli, Bari, Palermo, Roma, Sassari, Milano) sarebbe impossibile”. magari prima di scrivere certe baggianate, occorre pensare che ci sono operai che lavorano ad agosto in acciaieria, o semplicemente impiegati delle poste che per tutto agosto tengono aperti sportelli nelle principali città italiane senza aria condizionata, o magari tutti i lavoratori del mondo (tranne in Italia ovviamente) per i quali agosto è un mese come un altro, in cui si lavora senza tante storie. Chiedetevi anche quanto guadagnano questi lavoratori rispetto a voi…(la metà forse?)
    La verità, ed è necessario che voi per primi lo capiate, è che fate un lavoro di fatto part-time pagato come un lavoro part-time. I problemi della scuola sono ben altri che lo stipendio dei professori.

  15. florinda il said:

    mi scusi,ma solo un insegnante di filosofia poteva mistificare a tal punto la cosa!!cosa ha a che vedere lo sfacelo (esistente,per carità)della scuola,con la vostra “disoccupazione “estiva???

  16. Raoul il said:

    Togliere i tre mesi di vacanza per gli alunni non sarebbe male solo se in alternativa in quei tre mesi gli alunni sia coinvolti in attività lavorative competenti al percorso di studi, si potrebbero organizzare più stage formativi ecc…

  17. paola il said:

    Appena ho visto il titolo , senza sapere da chi fosse scritta la riflessione..ho immediatamente pensato al prof Saudino…che gioia scoprire che è proprio lui…che ha fatto innamorare la mia Noemi a storia…filosofia…il simposio al parco con cibi e vivande. ..le notti di Noemi e i suoi compagni a studiare…. la passione x la ricerca di significati…riflessioni sulla vita….grazie prof Saudino…un grande!!!! Ne avessimo di prof come lei!!

  18. Francesco Cherubini il said:

    sono un libero professionista,che deve la sua formazione culturale e sociale alla scuola, nel bene e nel male. penso Lei abbia ragione su tutto, ma approfitto per fare due osservazioni, nella speranza che questa riflessione non rimanga uno sfogo. La prima è che a subire passivamente la cannibalizzazione e la devastazione della Cultura Italiana è tutta la gente di questo paese, a cominciare da noi genitori che non lottiamo abbastanza per l’educazione dei nostri figli (anche se si scontinua ad usare la famiglia per i porci comodi di ideologi e politici). La seconda è che in una comunità democratica esiste sempre una terza via, anche se forse il verbo esistere non è proprio azzeccato, dato che si tratta della decisione di abbandonare la comunità che, anche passivamente prende certe decisioni, e si cerca un ambito che più ci appartiene e nel quale possiamo più efficacemente dare il nostro valido contributo. E’ l’obiettivo che sto perseguendo, per me e per i miei figli, e che consiglio a Lei, per dare valore alle Sue capacità…

  19. loredana il said:

    Concordo con tutto quello che hai scritto Prof. Matteo… d’altra parte quando hai detto… parole dette da un
    parlamentare hai detto tutto! Se quello che fanno loro lo chiamano lavoro… incominciassero seriamente a vergognarsi, sarebbe un bene per tutti noi italiani…

  20. Riccardo il said:

    Bravo caro Matteo (peccato che due altri personaggi pubblici hanno lo stesso tuo nome) , è una vergogna sentir parlare autorevoli esponenti del governo in questa maniera nei confronti degli insegnanti. E’ uno schifo questa classe politica autoreferenziale e in cerca di “poltrone” stracomode.
    Sono convinto che i tuoi allievi sapranno acquisire il senso vero della cittadinanza.
    Un caro saluto
    Riccardo

  21. Rossella il said:

    Le vacanze estive sono un’occasione per andare a fare la spesa alla mamma, per andare all’ufficio postale a fare qualche versamento, per tenere compagnia alla nonna… sono un’occasione per prendere contatto con la vita. Personalmente non posso dire di essere stata in villeggiatura per tre mesi… sarò rimasta a casa, questo è vero, ma il punto è che bisogna anche imparare a stare a casa. Devo ammettere che quella dichiarazione mi ha fatto trasecolare, tanto più che ho sempre vissuto la scuola come un lavoro, sia in termini di sacrificio che di profitto… avevo una buona media perchè studiavo, perchè mi alzavo la mattina per prendere l’autobus delle sette e tornavo quasi alle sedici. Pranzavo e studiavo fino alle nove. Cenavo e crollavo stremata dal sonno e dalla fatica.

    • Marta il said:

      Cara Rossella…. anche io mi alzavo… ma alle 2 di notte per studiare, perché poi alle 7 del mattino suonava la sirena della fabbrica, lontana 45 km da casa. E tornare a casa la sera , con le ossa rotte come molti metalmeccanici, non era affatto edificante. I fine settimana? Sui libri? Anche no, poiché i soldi per la casa, per le bollette, per la benzina, per la spesa…non bastavano mai. E allora ecco pizze da servire, appartamenti di villeggianti da pulire. Se andava bene, non c’erano giornate libere. E se c’erano, voleva dire che non c’erano i soldi per un’aspirina. Non so cosa sia la vita da studentessa, la mia laurea a pieni voti è arrivata studiando in macchina nell’ora di pausa pranzo, o nascondendo i bigliettini con gli appunti tra le cassette da sbancalare. Libri letti di notte, tra l’odore di Redbull di seconda marca e la puzza delle scarpe antinfortunistiche pronte da infilare. Forse qualcuno voleva far capire anche questo. Che lo studio non è fatto solo da ragazzini mantenuti che la mattina si svegliano e vanno a studiare. Lo studio non è dovuto, ma è una conquista. E c’è una bella differenza tra una laureata come me e una come Lei. Certo, io nel mio cv posso scrivere solo operaia e cameriera. Ma confido che un domani qualche azienda possa intravedere in me le qualità, il sacrificio e le capacità che dottori paraculati non potranno mai avere. Buona giornata

    • Franco il said:

      Complimenti collega, hai delineato in maniera superlativa la condizione della scuola italiana, perfetto .il ritratto dei colleghi e giustissimo e condivisibile (anche troppo buono) il giudizio sui politicanti della domenica (Poletti in testa) che purtroppo ci stanno rovinando le vite!!!

  22. Raffaella il said:

    Che noi con ste ferie che tutti i momenti ci rinfacciano! Noi abbiamo 32 giorni di ferie come tutti. 6 di questi giorni possono essere usufruiti durante l’anno scolastico con tutti i problemi che ti pongono davanti (sostituzioni senza onere, organizzazione etc) che ti fanno pesare per disincentivare la richiesta. Ci tocca dunque risolvere le nostre esigenze personali nello spazio concesso. Le altre cosiddette ferie (Natale etc) sono semplicemente sospensioni dell’attività didattica. Il docente è in servizio e può essere richiamato in qualsiasi momento.
    Personalmente ne farei a meno dell’intero mese estivo se potessi tornare ad essere padrona del mio tempo durante il resto dell’anno.
    Perchè non adeguarci al modello europeo per quanto riguarda la distribuzione dell’attività didattica?

  23. enrico il said:

    non sono insegnante ma avremmo bisogno di averne di più insegnanti come lei
    con la forza di dire quello che pensa ha questa classe politica menefreghista
    grazie

  24. Basterebbe che ti facessi meno canne, non dico smettere, ma un decimo di quelle che fumi. E solo roba di qualità, perdincibacco

  25. Anna il said:

    Quante ore a settimana lavora lei? E se si ammala rimane senza stipendio? E se sta seduto alla cattedra senza fare niente c’è qualcuno che le decurta lo stipendio? Ci sono persone che muoiono sul lavoro per guadagnare 40 € al giorno, senza assunzione, senza assicurazione….e in Italia la categoria che si lamenta di più è sempre quella degli insegnanti. A giudicare dalla grammatica utilizzata sui social, poi, si comprende il grado di istruzione degli italiani: complimenti fate proprio un buon lavoro!

  26. mina maria porzi il said:

    Sono un insegnante precaria e condivido pienamente Matteo Saudino e aggiungo che è davvero una buffonata e ridicolo che con tutto quello che si potrebbe fare per migliorare la scuola italiana si discuta sui problemi vacanze e ponti come se fossero queste le cause di degrado delle nostre scuole !!!!!! Ahimè che storia! !!

  27. luca il said:

    Ciao Matteo,
    oltre ad essere un tuo concittadino, lavoro nel mondo dello sport e ho molti contatti con il vs mondo, sia perchè organizzo attività anche con le scuole, sia perchè molti miei colleghi insegnano e mi raccontano cosa si vive dentro.
    Permesso questo, il mio lavoro è la mia unica forma di reddito, mentre i miei colleghi che sono anche tuoi colleghi, fuori da scuola svolgono altri ruoli retribuiti (con i dovuti contratti): concedimi che è una situazione abbastanza singolare no confrontabili con secondi lavori in orari improbabili. Da quando io e mia moglie, che grazie al cielo abbiamo un lavoro a 40h/sett, abbiamo deciso di avere dei figli, alle 16.00 di tutti i pomeriggi della settimana giriamo una parte del ns stipendio a qualcuno che li recuperi da scuola e ci aspetti fino alle 18.30 salvo straordinari, non facoltativi e spesso non retribuiti.
    Come per molte famiglie, per noi è un incubo (logistico ed economico) la fine dell’anno scolastico, in quanto da metà giugno a inizio settembre, salvo 15gg di ferie in periodi scelti dal ns datore di lavoro, dobbiamo rivolgerci a centri estivi decisamente non economici (che spesso finiscono alle 17.00 e quindi si torna sopra).
    Ora, tutto quanto esposto sulle condizioni in cui versa il meccanismo scolastico mi sono già state presentate più volte, e aggiungerei le difficoltà nei confronti di famiglie sempre più protettive e deleganti nei vs confronti e dell’istituzione che rappresentate, e quindi generazioni di ragazzi sempre più complesse da stimolare e gestire.
    Ma tu sei sicuro che tutti i tuoi colleghi la vivano come te? Che tutti rientrino nelle tipologie da te descritte? Io ho avuto a che fare con insegnati che rifiutano attività gratuite peri ragazzi (rari casi di contributi comunali) perchè uscire da scuola (pullman all’ingresso delle scuola, pullman all’ingresso della struttura sportiva, quindi rischi e responsabilità molto limitati) è “faticoso” (anche il preside era disorientato, ma il corpo insegnate aveva l’ultima parola): stiamo parlando, in questo caso di 10gg in tutto l’anno scolastico. Altri tecnici sportivi che si lamentano perchè sembra che verrà tolta la possibilità del distacco per motivi sportivi (perchè invece della continuità didattica degli allievi nessuno si preoccupa).
    Mi piace credere nella sincerità delle tue parole ma se tutti i docenti fossero solidali con te, credo,ma potrei sbagliarmi, che ad oggi la situazione potrebbe essere diversa.
    E tutto questo senza entrare nel merito della qualità del servizio (inteso come efficacia formativa dei programmi ministeriali)
    Siamo sicuri che alcune settimane all’anno in più di inserimento nel mondo del lavoro siano così nocive per la futura generazione di questo paese? Magari con tutoraggio da parte degli insegnati.
    Lamentarsi delle iniziative della ns classe dirigente, è molto facile, condivisibile e spesso demagogico, ma lamentarsi SEMPRE di qualunque proposta che cambi lo status quo (per altro di proposte di variazioni) mi sembra poco costruttivo.

    Saluti

  28. Andrea il said:

    Sono molto d’accordo quando si dice che gli insegnanti per decenni si sono lasciati bistrattare, e che ce lo meritiamo.
    D’altro canto, sono anche profondamente convinto che gli scioperi di un giorno non siano sensati.
    Abbiamo un contratto che ci concede un diritto di sciopero non costituzionale: massimo di giorni nell’anno, massimo di giorni consecutivi, minimo di giorni tra uno sciopero e l’altro, periodi in cui lo sciopero non è consentito.
    Sarebbe più dignitoso non averne, diritto allo sciopero, che averlo in base a quanto ci viene comandato.
    Vogliamo che qualcosa cambi sul serio?
    Facciamo uno sciopero ad oltranza…mettiamo a rischio l’anno scolastico, facciamo un mese, due, di sciopero continuato.
    Ne parlerebbe il mondo intero.
    Invece no, zitti, coda fra le gambe, accontentandosi, come dice qualcuno, delle briciole che arrivano dalle aule: musica e parole, sorrisi e campanelle suonate ogni ora.
    Ed è per questo che ci meritiamo profondamente quello che (non ) ci viene dato.

  29. mario il said:

    bravo collega,anche se sono tra i fortunati andati in pensione non posso che darti completamente ragione.Hai pero’ dimenticato nel tuo bel post i pendolari : pur essendo vincitore di concorso (quando si facevano) per avere una cattedra ho dovuto fare il pendolare con Capri(dove ovviamente non e’ affatto pensabile di affittare una casa per un insegnante) …sveglia alle 5 e mezza per 30 anni…ed ero fortunato, abitando a Napoli…auguri per il tuo futuro

  30. Michele cavaliere il said:

    Se non fosse perché mette a nudo la pochezza dei nostri politicanti con conseguenze nefaste per i poveri cittadini, potrei dire esilarante. Se ci si fermiamo a pensare invece c’è da sbattere la testa … dice un mio amico : “Non ho parole. .. di parolacce tante”

  31. Enzo il said:

    Bla bla bla….tutto vero. Ma è anche vero che tantissimi docenti, statistiche alla mano, si assentano dalla scuola per ben oltre i tre mesi all’anno! La sciola, tutto sommato, rappresenta anche in termini di risorse umane ciò che è fuori da essa, cioè nella fradicia società italiana! Per non aggiungere altro.

  32. carmelo pinna il said:

    Condivido pienamente le cose che Lei ha scritto con grande chiarezza e onestà. Purtroppo sembra che ormai non ci rimangano che rimpianti e rassegnazione di fronte all’arroganza e presunzione dei “nostri” governanti. Mi auguro che il Suo contributo serva a smuovere e mobilitare non solo insegnanti e studenti ma tutti quelli che credono e sperano che ancora ci sia qualche possibilità di far davvero “cambiare verso” a questo paese.
    Con stima,
    Carmelo Pinna

  33. daze il said:

    beh calcolando che i docenti lavorano 4h al giorno di media tolti 90 gg di ferie estive e feste varie credo ore annue siano meno della metà di un operaio o un lavoratore medio.. per questo nn c’è la fila per fare il metalmeccanico.. e per fare il docente c’ è un miliardo di persone ai concorsi …. forse perchè è un posto d’oro super tutelato.. e di base come tutti i posti pubblici nn si fa una emerita mazza…

  34. Renzo il said:

    Condivido le tue parole, la classe insegnante accetta tutto in silenzio…PURTROPPO!!…Un giorno mi piacerebbe vedere un ministro dell’istruzione (non mi interessa se di destra o di sinistra!) CHE SAPPIA COME FUNZIONA UNA SCUOLA, sarebbe gia molto!! Se poi non si perdesse in annunci ma lavorasse per il bene della SCUOLA sarebbe il massimo.Se il ministro ha la convinzione che i tre mesi di vacanza dei ragazzi sono uno dei problemi prioritari da risolvere…..forse dovremo aspettare ancora un po per vedere un ministro che lavora per il bene della scuola!

  35. Alessandra il said:

    I 3 mesi di vacanze estive per gli studenti sono ormai parte del nostro tessuto sociale, cambiare porterebbe a traumi organizzativi per le famiglie. Oratori, centri estivi, campus etc sono validi aiuti alle famiglie , ma riallocare le vacanze porterebbe ad un vuoto organizzativo, difficilmente colmabile.Anche perche’ le famiglie lavorano in estate come lavorano in inverno o primavera.
    A mio parere, quello che il ministro dovrebbe organizzare sono le attivita’ da svolgere nel periodo estivo, ad esempio concentrare i crediti formativi nelle attivita’ di volontariato, che offrono una valida alternativa al non fare nulla classico del periodo estivo degli adolescenti.
    I crediti formativi andrebbero anche estesi al volontariato ” di risanamento” , cioe’ vedere i ragazzi coinvolti nella pulizia e manutenzione delle scuole , che purtroppo versano in uno stato di degrado impensabile.

  36. Mario il said:

    Se non avessi scritto quella parte sulle frequentazioni della ministra con mafia capitale la lettera poteva anche essere presa in considerazione…ma perché insultare/accusare qualunquisticamente? Preciso che non ho nessuna simpatia per la ministra, ma quella parte inficia tutto ciò che di “giusto” potresti aver scritto…

  37. Teresa Costa il said:

    Matteo Saudino mi piace il tuo discorso e hai ragione che la classe insegnanti e’ maltrattata. Ma come si puo’ lasciare una persona precaria per tutta la vita? Io non sono una insegnante, vivo in Inghilterra da 10 anni.Mia sorella e’ una insegnante precaria in Italia e so quanto questo incide sul benessere psico-fisico e il proprio senso di dignità’.
    Vorrei anche aggiungere che e’ vero’ che c’e’ una lacuna tra la teoria e la pratica da insegnare agli studenti, ma questo dipende più’ dalla partecipazione delle industrie nella scuola e del governo a fare leggi che la favoriscano. Detto questo, la teoria rimane importante. Uno studente in medicina, per esempio, deve conoscere bene la Teoria prima di passare alla pratica. Qui in Inghilterra, sono in corsia a 21 anni, per acquisire la pratica. Cosa succede e’ che molti lasciano l’Italia e vanno a realizzarsi all’estero. Io me ne sono andata per mia figlia che oggi a 13 anni. Pochi giorni fa la scuola secondaria dove lei va le ha chiesto di fare un giorno di esperienza lavorativa. Così’ ha passato una giornata con una baby sitter professionale. L’anno prossimo le chiederanno qualche giorno in più’. A 21 si laureano in Medicina e a 25 sono specializzati.

  38. ERREDUE il said:

    Collega, non hai inteso bene. Parla dei ragazzi. Devono o no essere educati e formati? Allora che inizino a lavorare dalle medie, gratis ovviamente ( al massimo le aziende che diano loro un buono pasto per un MacMenù). Le aziende e le cooperative del ministro ( minuscolo, minuscolo) hanno bisogno di manodopera a costi zero. Così, da grandi, una volta che cercheranno un lavoro, non percepiranno di essere sfruttati, sottopagati e precari. Ci vuole tanto a capirlo?

  39. lucia il said:

    AH SII? DI SOLITO NON RIESCO A FARE NEMMENO I 32 GG DEL CONTRATTO SE TRA ESAMI DI STATO ED ESAMI DI RIPARAZIONE …CI METTIAMO I CORSI DI RECUPERO!!!!

  40. Maria Rosaria il said:

    Condivido per il distacco con il quale la classe politica vive la questione scuola e tutto il resto. Come mamma sono molto preoccupata dell’istruzione di mio figlio, a partire dall’agiIbilita’ delle strutture scolastiche ma soprattutto, della qualità dell’istruzione. Non sopporto però, le continue frustrazioni e lamentele della classe insegnanti. La professione e’ una scelta e anche quando è obbligata bisognerebbe avere riguardo per tante altre realtà delle quali poco si conosce.
    In Italia sono fallite molte aziende anche in maniera fraudolenta, come quella nella quale abbiamo lavorato io e mio marito per anni, dopo esserci arrivata con laurea, master e tanto aggiornamento professionale a mie spese. Ferie? Ricordo un anno con 10 giorni di ferie. Ad oggi, fatichiamo ancora nella ripresa, senza recriminazioni.

  41. EDDY il said:

    “tanto mio marito è un dirigente o libero professionista” basta questa frase per qualificarla.

  42. stefano il said:

    sono d’accordo, sono un libero professionista, che equivale a dire partita iva, che non ha vacanze, subisce i fallimenti delle ditte che vogliono fallire non pagandoti, subisce il non aver nessun sindacato, associazione, lobby di appartenenza. Eppure sono d’accordo, e sono pure Anarchico e cittadino del mondo.
    Però dateci un taglio co sta storia dei liberi professionisti come fossero tutti avvocati milionari, ce n’è anche qualcuno di quelli, ma non sono veri liberi professionisti, per lo più siamo molto più sfigati dell’insegnante medio che comunque un mese e mezzo di vacanze le fa.
    Quando sento una critica sacrosanta, cadere su paradigmi confusi, a me cascano le balle.

    Stefano Ghesini, Anarchico, Artista, Grafico, cittadino del mondo e libero sfigato professionista!

  43. marco il said:

    Anch’io sottoscrivo le tue parole. Il problema di fondo è quello del come lottare – da soli è impossibile, ma attraverso quale sindacato? i sindacati più forti in italia hanno sempre fatto il gioco del governo di turno, a spese di noi docenti. Mi è sempre parsa convincente la Gilda degli Insegnanti, ma se la filano in pochi. E tra i colleghi vedo menefreghismo e contraddizioni: ammettono di aver votato Renzi e poi criticano Poletti, come se non si fosse saputo fin dall’inizio dove questo governo sarebbe andato a parare.
    In fondo, anche gli insegnanti sono uno specchio della società italiana: una società incredibilmente stagnante e ignorante, dove nulla si sa di quello che accade nel resto del mondo e dove si è abituati a sopportare le cose più meschine senza battere ciglio. Per questo motivo mi piace molto come ti sei qualificato, “libero pensatore e cittadino del mondo”: è ciò che mi sforzo da sempre di essere anch’io – usando la lingua straniera (che insegno a scuola) per uscire ogni giorno da questa poverissima patria; usando quella manciata di settimane di vacanza per andare a verificare se mondi migliori siano possibili (lo sono, ovviamente). Stiamo su una barca che affonda, Matteo – ti auguro tanta buona fortuna.

  44. daniele il said:

    ho avuto un anno questo professore e vi posso garantire che in quei 10 mesi ha fatto tutto MENO CHE INSEGNARE.
    eravamo una quinta superiore, indirizzo informatica, la seconda prova di maturità era informatica, tra la totale incompetenza in materia di questo docente, il menefreghisimo da parte sua nei confronti nostri, della nostra scuola, dei suoi colleghi e la totale mancanza di buona volontà ci ha costretti per tutto l’anno a seguire un corso pomeridiano di informatica tenuto da un altro docente dell’istituto.
    è vergognoso che uno che lavora in questo modo (o comunque ha lavorato così) si prenda il lusso di pretendere dei diritti e parli di dignità.
    è un classico caso in cui la meritocrazia dovrebbe avere la meglio su qualsiasi graduatoria docenti e sull’assegnazione delle cattedre.

  45. Luigi il said:

    Caro Matteo,

    non condivido per nulla il modo in cui hai esposto le tue idee. Scrivere “Probabilmente signor Ministro lei è troppo impegnato in cene e feste con importanti esponenti di Mafia Capitale ” equivale alla motivazione che ha scatenato il suo post “Gli insegnanti fanno 3 mesi di vacanza” (Sempre ammesso che il Ministro abbia detto o inteso questo). Come mai equivale? Perche’ presuppone un “tu non fai nulla io faccio tutto”, un auto proclamarsi superiore dando dell’incompetente all’altro. Non e’ sicuramente questo il modo di criticare, perche’ il suo e’ solo una levata di scudi “ho fatto questo, ho fatto quello ho fatto quest’altro”, lo sa, non e’ l’unico sulla terra ad essersi un mazzo tanto per essere nella posizione in cui e’. Questo odio a prescindere, questo difendere a prescindere e’, in mia personale opinione, terribilmente sbagliato.

  46. Sottoscrivo in pieno, io insegno in un conservatorio e ritengo che il nostro trattamento , nonostante la nostra categoria possa essere considerata privilegiata, sia comunque scandaloso.
    Occorre prima di tutto impegnarsi per invertire la percezione della nostra immagine nella opinione pubblica che poi finisce per esplicvitarsi in luoghi comuni grotteschi ottusi come quelli del ministro.
    Secondariamente occorre ricordare che è impossibile continuare a ricevere un trattamento salariale che impedisce una qualsiasi dignità pari al ruolo da ricoprire nlla società.
    Roberto Tagliamacco

  47. Mario Didier il said:

    Sono macchinista di Trenitalia, laureato in lettere e con una specialistica in storia medievale per passione, non ho mai avuto la possibilità di intraprendere la carriera del docente e nemmeno la avrò ma, come mi trovo ad
    odiare con tutte le mie forze coloro che si permettono di denigrare il mio lavoro, così voglio dimostrare tutta la mia solidarietà agli amici docenti così gravemente umiliati da chi non ha la più pallida idea di cosa comporti essere insegnante.
    Ad maiora semper
    Mario

  48. maicon lamassa il said:

    beh, che un insegnante spacci per sarcasmo il vero motivo per cui ha scelto la professione più facile coi titoli posseduti (anzi, parte dei motivi. gli altri sono: 18 ore settimanali e stipendio sicuro ogni 27 del mese) è il massimo della genialità e della faccia tosta al contempo. cinque minuti di vergogna, please…..

  49. Giuseppe Strazzeri il said:

    Ho un fratello preside, una cognata professoressa di francese e francamente nn mi sembravano oberati di lavoro durante il periodo estivo. So di tutte le riunioni di programmazione e di tutta la burocrazia che vi piove addosso, ma dovete considerare che fate 18 ore settimanali. Non tutti hanno compiti scritti da preparare e da correggere, ma fare un pò di sana autocritica sull’insegnamento, sul livello qualitativo degli studenti italiani, sul vostro impegno quotidiano nel prepararli, Non voglio generalizzare ma quanti di voi nn sono stati in grado di superare un concorso e hanno insegnato lo stesso? Direte che nn è colpa vostra ma credo che lo scadente livello degl studenti sia anche colpa vostra. Ho seguito personalmente la carriera scolastica dei miei nipoti e qnt volte le lezioni consistevano nell’assegnare paginate di compiti senza spiegare nulla.
    Ovviamente nn voglio generalizzare ma che gli studenti tra vacanze natalizie, pasquali ed estive quanta scuola realmente fanno?

  50. Massimo chille il said:

    Matteo purtroppo hai Ragione in tutto!!!!!! Io penso già ai nostri dirigenti che ormai non fanno altro che ripeterci in faccia….”meno male che ci ha pensato Renzi” ….. ricordandoci sempre la possibilità paventata sulla scelta dei docenti

  51. Milotto il said:

    eppure, i miei vicini di casa (beati loro) entrambi insegnanti, partono con il camper a metá Giugno, si piazzano nel giardino dei suoceri giù in Puglia (stupenda) e tornano a fine Agosto da almeno 15 anni. Boh……mi sfugge qualcosa.

  52. Alberto il said:

    mia moglie é insegnate, io dipendente privato di una ditta , confermo……si fa tre mesi di ferie!!! Corsi, aggiornamenti, ect, ect, sono solo un piccolo impegno paragonato alle poche ore settimanali che fa. Ma Lei é onesta perché lo ammette, si reputa fortunata di questo specialmente perché ama tanto il suo lavoro e lo fa volentieri. Teme che gli cambino le condizioni lavorative, ovviamente.
    Smettetela di arrampicarvi sugli specchi, dai.

  53. Roberta Capasso il said:

    Sono nata nel 1963 e mi ricordo una scuola che iniziava tutti gli anni il 1 ottobre, e finiva intorno alla prima settimana di giugno. Le vacanze erano lunghissime, passate per lo più al mare. Alle elementari avevo la maestra unica, e si facevano soltanto quattro ore. Eppure ricordo vividamente quello che facevo, andavo scuola volentieri, e la domenica, unico giorno di vacanza, mi sembrava noiosa. Alle medie non si usciva mai più tardi dell’una e venti. Non si facevano due lingue straniere, e materie come arte, tecnica e musica servivano a fare cose pratiche e a rilassarsi, non ad aggiungere un carico di testi da studiare. Anche al liceo non sono mai uscita oltre l’una e venti, e cinque ore tutti i giorni, meno il sabato che erano quattro erano più che sufficienti a fare tutto il necessario.
    Mia figlia ha fatto otto ore di scuola al giorno dall’asilo, è discalculica e dislessica e me ne sono accorta io, deve fare logopedia al pomeriggio e a scuola i suoi insegnanti si improvvisano perché non sanno come comportarsi davanti a bambini con esigenze particolari. Con i problemi che deve affrontare in italiano e matematica, deve anche sobbarcarsi l’inglese e il francese, sapendo già che la seconda lingua alle medie nessuno l’ha mai imparata… E al mio compagno, docente universitario, arrivano ogni anno studenti sempre più impreparati, da ogni punto di vista. Il problema non sono le vacanze. Il problema è aver dimenticato quello che avevamo, aver scimmiottato un modello, quello anglosassone, nei suoi aspetti peggiori, senza aver mutuato quelli buoni. Se potessi, farei fare più vacanze agli studenti e ai loro professori, e tornerei a puntare sulla qualità delle ore di studio. La quantità non ci è servita a molto.

  54. IO NON DISCUTO CON GLI STATALI FINTANTOCHE’, LIBERI PENSATORI O MENO, NON CI SARA’ LA POSSIBILITA’ DI LASCIARE A CASA I LAZZARONI. E PER DIO, CE NE SONO TANTI, MA TANTI.
    GLI STATALI CON IL LORO BASSO STIPENDIO (SI PERCHE I PRIVATI INVECE LI PAGANO DA DIO, GIOVANI DI 30 ANNI A 1000 EURO AL MESE.. LASCIAMO PERDERE..) IN QUESTI 8 ANNI DI CRISI HANNO DORMITO BENISSIMO QUASI TUTTI. IL LAVORO NON LO PERDONO, E LO SANNO. NEL PRIVATO L’INSONNIA DILAGA. OGGI LAVORI E DOMANI PUOI ANDARE A FARTI FOTTERE. NON VOGLIO NEMMENO COMMENTARE L’ASSURDITA DI UN JOBS ACT CHE VALE PER I CRETINI CHE LAVORANO NEL PRIVATO, MA PER GLI STATALI NO.
    NO GLI STATALI SONO COME L’ORSO POLARE, PROTETTI DAL WWF. DA SEMPRE, E DA SEMPRE SI SONO ACCORTI CHE LAVORARE BENE O LAVORARE MALE, NON FA DIFFERENZA. IL LAVORO E’ GARANTITO. BELL’AFFARE, NEL PRIVATO INVECE UN TACCO NEL CULO E VIA. MA SIAMO TUTTI MILIARDARI NO?
    SPIACE PER LE 4 PERSONE CHE LAVORANO BENE NEL PUBBLICO, MA SONO 4. CE LI HO GLI OCCHI. VADO IN GIRO. LI VEDO NEI LORO UFFICI. NON SONO STUPIDO. AVETE UNA NOMEA: DI LAZZARONI. ORA DITEMI… E’ PIOVUTA DAL CIELO UN BEL GIORNO, OPPURE LA MAGGIOR PARTE DI VOI SE LA MERITA?

  55. Antonino il said:

    Questi bastardi non hanno insegnato mai ! Ancora critiche da chi? A parte che non sono mai tre mesi di vacanze, in nessuna scuola italiana, tra esami, progettazioni, aggiornamento e quant’altro, vorrei mettere in evidenza una cosa che il collega Matteo non ha detto. Sapete quali sono gli stipendi dei colleghi europei? E quante ore lavorano? Ma i nostri governanti una volta riconoscevano l’importanza dell’insegnamento e del gravoso compito dei docenti, pur non dando una adeguata retribuzione, oggi addirittura i docenti non vengono considerati neppure per il lavoro che svolgono, a volte in situazioni disastrose e ciò nonostante si industriano mentalmente per risolvere problemi di vario genere, che ovviamente disturbano gli alunni nell’apprendimento e nella vita relazionale quotidiana. Inoltre a quel l’individuo di nome “Anna” vorrei ricordare che non sono i docenti a stabilire la durata e la distribuzione delle lezioni nell’anno solare e che se viene preparato questo tipo di calendario scolastico é solo per motivi specifici (fattori climatici) e non per favorire i docenti, perché questi non sono stati mai nella storia della scuola italiana né privilegiati, né retribuiti congruamente per la professione svolta. E non parlate tanto per parlare, perché andate a cozzare contro gli alti spigoli dello scibile umano! Non ne possiamo piú!

  56. …..Caro Matteo, 13 anni di precariato sono molti!!!
    Io non avrei aspettato tanto…Ma in Italia tutti ambiscono un posto statale!
    questo è il problema!!!
    Io che in Italia ero dall’altra parte, come imprenditore ti dico aspettare non ti porta da nessuna parte….
    5 anni fa ho chiuso due aziende, fortunatamente non ho mai lavorato con i soldi delle banche e quindi non sono mai fallito …dopo aver liquidato fornitori e dipendenti, tutte persone che posso ritenere amici, me ne sono andato in Inghilterra…A 40 anni per un anno ho apparecchiato tavoli e sorriso ai clienti in un ristorante mentre i trentenni italiani si lamentavano di giorno e si sfondavano di “canne” la sera….Mio padre mi insegnò che nella vita nulla è facile e niente arriva senza sacrificio…quindi di notte si studia inglese edi giorno si lavora…
    Caro professore Il sottoscritto ora è dirigente di una Multinazionale a Seattle mai avrei creduto che con uno stipendio alle dipendenze di un’ azienda avrei superato di gran lunga il guadagno netto con quasi 30 dipendenti in Italia…

    il sottoscritto non è laureato e non parlava inglese…..ma al lamentarsi ha preferito reagire!

    Matteo se sei un bravo insegnante a Londra ti pagano il triplo dell’Italia ma attenzione nel resto del mondo e in UK il privilegio del posto fisso non esiste…

  57. giuseppe ferreri il said:

    Ciò che trovo ulteriormente incredibile (termine diplomatico per non dire vomitevole) è vedere i commenti a quanto questo professore (Matteo Saudino) esterna. Mi riferisco in particolar modo al primo commento, quello del ragazzo 23enne neolaureato che sostiene che il prof Saudino abbia mal compraso il messaggio del ministro Poletti. Nello specifico quando sostiene che “è giusto che uno studente si abitui, sin dai tempi della scuola, ai ritmi del lavoro che c’è nella società adulta”.. Vergognoso! Vergognoso vedere come sia ormai perso il senso della libertà, della vita (quella vissuta) il senso del benessere interiore. Non è il ragazzo che deve adeguarsi al futuro (eventuale) ritmo lavoativo ma semmai è il mondo lavorativo che dovrebbe adeguarsi ai ritmi della scuola. Pertanto (e non è una provocazione) bisognerebbe proporre ai datori di lavoro 3 mesi di ferie con l’aggiunta delle ferie natalizie, pasquali ecc. Che noia vedere che si pensi sempre e solo ad uno Stato fondato sul lavoro…e non sulla libertà. Al ragazzino di 23 anni per stavolta diamogli l’attenuante anagrafico

  58. Gianni il said:

    La competenza dei ministri su quel che governano è proverbiale. Comunque ogni battaglia per la scuola pubblica è persa in partenza se si mantiene all’interno di rivendicazioni sindacale e non si riesce a dargli invece un senso politico. Per questo gli insegnanti devono uscire dal loro isolamento e fare corpo con gli studenti per coinvolgere le famiglie e complessivamente tutta la società.
    La scelta “tecnica” funzionale al liberismo è quella di eliminare la scuola pubblica per quella privata. Pensare che il dialogo con il governo possa dare risultati positivi equivale con l’essere complici e compatibili a questo progetto. Solo una urgente inversione di scelta politica può renderla reversibile. Perché accada questo bisogna cacciare i politicanti corrotti che stanno al comando. Ci si metta il cuore in pace perché un’altra soluzione non esiste e le chiacchiere stanno a zero.

  59. Maria Grazia Fiore il said:

    Tutto perfetto e condivisibile. Personalmente ho sempre 2 quinte ( insegno su due trienni) e sono vent’anni che faccio gli esami di stato ogni estate, Ci sono stati alcuni anni che non sono riuscita a fare neanche i 32 + 4 del contratto . Io ho pensato che se avessimo un po’ di coordinamento dovremmo fare tutti sciopero bianco incrociando le braccia e spiegando ai ragazzi perchè non facciamo lezione. Prima o poi i genitori protesterebbero e sarebbe un modo per farsi sentire visto che il diritto allo scipoero ci è stato tolto ormai da anni. E che la polizia mi venga pure a prendere, vorrei vedere quale sarebbe il capo d’imputazione!

  60. Angelo Sintini il said:

    condivido la lettera di Matteo; condivido anche la sua condizione: due abilitazioni, 17 anni di precariato; più 5 anni in cui ho insegnato con regolare contratto a tempo determinato, ma senza avere alcuna abilitazione; perciò finché non entrerò nel ruolo – caso mai dovesse accadere – questi valgono ai soli fini pensionistici: il punteggio che deriva dal mio servizio non li considera. Questo non tanto per portare un ulteriore lamento: piuttosto per cercare di far comprendere a chi non è dentro alla scuola, che la realtà dei fatti è molto complessa e commentarla esprimendo pareri sulla durata delle vacanze, perdonatemi, è quanto meno superficiale: basti dire che gli studenti italiani non fanno meno ore di lezione dei loro coetanei europei. Ora, passino pure i commenti da bar: siamo subissati da superficialità più o meno “di pancia” come si dice; ma che sia un Ministro si esporima in quel modo non è ammissibile perché può significare solo due cose: o è incompetente, oppure gioca con le parole e con i media: quindi è un farabutto. In entrambe i casi non merita il ruolo che copre.
    Angelo Sintini, Russi (RA)

    • condivido in pieno le considerazioni di Angelo Sintini, aggiungendo che gli insegnanti sono gli unici lavoratori che vengono sbattuti, da un giorno all’altro, in posti differenti; un’ora qui, due ore in un paese vicino (fino a 50 Km.); domani ancora un altro luogo di lavoro, e così via, SENZA MISSIONE, SENZA RIMBORSO SPESE, SENZA RICONOSCIMENTO DELLE ORE DI VIAGGIO COME LAVORATE, CON L’AUTO PROPRIA, SENZA RIMBORSI ASSICURATIVI. A quelle condizioni, dovrebbero guadagnare, almeno il doppio; lo dico io che ho lavorato in banca, dove, almeno, quei diritti venivano rispettati.

  61. Angelo Sintini il said:

    condivido la lettera di Matteo; condivido anche la sua condizione: due abilitazioni, 17 anni di precariato; più 5 anni in cui ho insegnato con regolare contratto a tempo determinato, ma senza avere alcuna abilitazione; perciò finché non entrerò nel ruolo – caso mai dovesse accadere – questi valgono ai soli fini pensionistici: il punteggio che deriva dal mio servizio non li considera. Questo non tanto per portare un ulteriore lamento: piuttosto per cercare di far comprendere a chi non è dentro alla scuola, che la realtà dei fatti è molto complessa e commentarla esprimendo pareri sulla durata delle vacanze, perdonatemi, è quanto meno superficiale: basti dire che gli studenti italiani non fanno meno ore di lezione dei loro coetanei europei. Ora, passino pure i commenti da bar: siamo subissati da superficialità più o meno “di pancia” come si dice; ma che un Ministro si esprima in quel modo non è ammissibile perché può significare solo due cose: o è incompetente, oppure gioca con le parole e con i media: quindi è un farabutto. In entrambe i casi non merita il ruolo che copre.
    Angelo Sintini, Russi (RA)

  62. patrizia il said:

    Bravo per tutto ciò che hai detto,ma la verità inquietante è che sono sordi e ciechi, se noi docenti non ci decidiamo a protestare in maniera seria non otterremo mai bnulla

  63. Martinelli Anna il said:

    Caro collega,condivido e appoggio pienamente la tua analisi lucida,nuda e cruda della situazione scolastica italiana.Io faccio parte di quella schiera di insegnanti,che in un passato non molto lontano, ha scioperato , ha contribuito partecipando ad attivitá di sindacato, anche svolgendo il ruolo di RSU per 4 anni.Risultati apprezzabili e concreti,però,nessuno.Anzi,regressioni tante.L’amarezza e la delusione più grandi,sono essersi resi conto molto bene,ormai,di doverci difendere proprio da chi dovrebbe proteggere e garantire la nostra professionalitá e la nostra funzione sociale.Questo é davvero sconcertante.Dovrebbero,piuttosto,chiederci di cosa abbiamo urgentemente bisogno per assolvere alla formazione dell’uomo e del cittadino.Hai ragione.Loro non sanno nulla di noi.Non sanno che nella mia terza elementare ci sono 28,alunni,tra cui 2 H con 104 2 DSA 1 BES compresi 9 stranieri ed il mio monte ore di matematica è di sole 6ore a settimana?Per hè io devo sentirmi una cattiva insegnante e ai miei bambini viene negato quotidianamente il diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione?Io proporrei di denunxiare tutti i politici in massa,per attentato alla salute della Nazione.Con rispetto e simpatia,Anna.

  64. Paola il said:

    Grazie prof Saudino, conduvido in pieno. Non sono un’insegnante, ma ho studiato anche io, ho due figli che studiano e alcuni amici insegnanti. A parte qualche caso di professori veramente poco seri (ma la situazione non è diversa per gli altri mestieri), è a volte commovente apprezzare come funziona ancora la scuola italiana, nonostante tutto. Grazie a chi ancora lavora seriamente e con passione. Sarebbe ora che chi ci governa capisse che le opportunità e le speranze per il futuro di un paese passano dalla scuola

  65. mauro il said:

    Beh, non sono un insegnante ma approvo in toto quanto espresso da Matteo saudino… C e’ bisogno di maggiore attenzione sulla scuola (pubblica): insegnanti, dirigenti, immobili e attrezzature … e di uscire da molti luoghi comuni. Una politica più mirata alla valorizzazione ( anche economica dell “asset” scuola/educazione non può che favorire l uscita dal pantano in cui si trova il ns paese. Chi ha visto una scuola elementare o media scandinava e poi vede tante ns edifici scolastici comincia a considerare che forse siamo più vicini a tanti paesi extra ue di cui vituperiamo l occasionale immigrante che al top del ns continente. E questo non credo aiuti la voglia di studiare , crescere e progredire. Insistete tutti!!!

  66. robinia il said:

    Egregio Proff. Saudino
    Complimenti con chiare e ironiche parole ha espresso le mie idee!!
    Penso che l’ILLEGITTIMO governo renzi debba concentrarsi su cose più serie ( immigrazione-disoccupazione-corruzione malavita giustizia sanità e chi più ne ha piu ne metta) ed è veramente triste cercare consensi o cercare di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dai veri problemi con la cosidetta BUONA SCUOLA ..

    • Lucia il said:

      Cara Robinia
      Il governo Renzi,illegittimo o no, forse farà danni ma ancora non ha fatto nulla. I problemi da cui è afflitta la scuola per il momento li hanno fatti i governi precedenti. Le vacanze sono davvero l’ultimo dei problemi, forse sono troppe per gli studenti che da una certa età in poi potrebbero utilizzarle più utilmente di come fanno. Alcuni ragazzi lavorano e questo è sicuramente utile, ma non credo sia auspicabile una istituzionalizzazione, perchè nel nostro paese i tirocini obbligatori sono sinonimo di sfruttamento.

    • Giorgio il said:

      Mi scusi Robinia, ma quando leggo queste cose non riesco a trattenermi. Perché il governo renzi eletto secondo quelle che sono le regole previste dalla nostra Costituzione dovrebbe essere illegittimo? Perché quando abbiamo votato non c’era scritto Renzi sul simbolo elettorale? Ebbene, se così dovesse essere la invito a studiare un po’ la nostra carta fondamentale secondo cui siamo una repubblica parlamentare in cui il popolo elegge il parlamento, non il presidente del consiglio che viene nominato dal Presidente della Repubblica e sostenuto tramite voto di fiducia dal parlamento che è l’organo al quale il governo deve rispondere. Ricapitolando, in Italia (anche se forse molta gente non se n’è mai accorta), mai nessun Presidente del Consiglio è stato o sarà mai “legittimo” se per legittimo si intende votato direttamente dal popolo.
      Inoltre non credo che se il governo si occupa di temi più seri, come sta facendo tramite il job act (che, al di là dell’essere d’accordo o meno con i modi, si occupa della disoccupazione), questo significhi che tutte le altre questioni vadano lasciate immobili, penso si possa lavorare in parallelo su molti punti

  67. Jo Swift il said:

    Grazie, grazie, grazie, sono d’accordo, a dobbiamo lottare!! Articolo bellissimo!

  68. giulio il said:

    Prof. Saudino, lei ha espresso esattamente il mio pensiero e il mio stato d’animo a riguardo. Grazie.

    Prof. Giulio Arcopinto (docente di ripresa cinematografica e cittadino)

  69. grazia il said:

    Caro collega ,hai proprio ragione…..ma sembra che ci provino gusto a calpestarci.Le tue parole le ho pensate anch’io.Bravo

  70. Sergio il said:

    In risposta ad Anna voglio far presente che non dobbiamo concordare le ferie estive con altri solo perche siamo sostanzialmente obbligati a prenderle in agosto, i margini di scelta sono così esigui da poterli definire inesistenti contribuendo fortemente a rendere questo mese il più caro ed il più invivibile in assoluto.

  71. Michele il said:

    Sono del ’60, non sono insegnante ma ho sempre vissuto da vicino tale realtà (padre, sorella, moglie e cognata insegnanti). Mi preme solo dire che una volta la scuola, per gli alunni, finiva a giugno (più o meno dal 15 in poi) e ricominciava col 1° di ottobre. Durante l’anno c’erano anche più festività comandate (la Chiesa era ancora più influente che non adesso) e non vi erano festività soppresse. Le attività commerciali la domenica concedevano il meritato riposo a chi aveva lavorato un’intera settimana e si godeva la “sacrosanta” domenica. Un po’ tutti si era più felici….anche per una semplice Coca Cola a tavola la domenica. E la scuola, la scuola….era sicuramente migliore di quella di adesso. Un’insegnante, qualunque grado di insegnamento ricoprisse, era chiamato “professore”, veniva riverito ed ossequiato perchè lo si riteneva un “fondamento” della cultura dei propri figli, colui o colei che avrebbe contribuito alla crescita del futuro dei nostri figli, delle famiglie, della nazione, di quell’orgoglio di cui ogni essere umano ha il diritto di rivestirsi. E in virtù di ciò ogni insegnante, dotato o meno delle capacità individuali necessarie all’insegnamento, si rivestiva di senso del dovere, di responsabilità, dell’indomita necessità di dare sempre il massimo. Non sono mai stato una cima a scuola, ma tra alti e bassi ho visto fior di insegnanti…per cultura, umanità, rapporto con gli alunni, capacità intellettuali, che hanno saputo forgiare la mia generazione. Adesso si è perso quel concetto, gli insegnanti sono vessati: intellettualmente, materialmente, economicamente, socialmente sputtanati come “mangiapane a tradimento” che si godono tre mesi di vacanza l’anno, senza contare, magari, che è proprio per quello che il loro stipendio è tra i più bassi che vi siano nella pubblica amministrazione. Negli altri paesi europei un insegnante è pagato di più, gli si dà la possibilità di fare di più in un ambiente più consono e che dia a tutti, alunni e insegnanti, la consapevolezza di sentirsi veramente qualcosa di importante nello scenario sociale della nazione cui appartengono.

  72. Luciano il said:

    Quanta polemic, retorica e autoreferenzialità. POLETTI NON HA MAI PARLATO DI INSEGNANTI MA DI STUDENTI e lo ha fatto da Ministro del Lavoro mica dell’Istruzione, tanto per dire.
    Se poi ogni cosa (anche condivisibile) detta da esponenti del governo debba dare il pretesto per cercare un po’ di “mi piace”…. Non avrei mai pensato di dover difendere questo governo ma quando ci vuole ci vuole… e poi nessuno di quelli che hanno postato commenti ha votato PD negli ultimi tre anni??

  73. io lavoro temporaneamente in Francia per il MAE, scuola primaria 182 giorni di scuola, in Italia 210! in Francia ogni 6/7 settimane di scuola 2 di vacanza, più qualche festa e/o ponte; in Italia due settimane a Natale ed una a Pasqua, più qualche festa e/o ponte; in Francia il mercoledì si lavora solo 3 ore e, fino all’anno scorso, era giornata libera, in Italia in qualche scuola si lavora anche il Sabato; in Francia la scuola finisce l’8 Luglio e riprende il 3 Settembre, in Italia i bambini finiscono l’8 Giugno, ma i maestri il 30 Giugno e riprendono il 1° Settembre, i bambini il 15 Settembre; in Francia i maestri lavorano 26/27 ore settimanali, in Italia 24, però alle nostre si devono aggiungere dalle 40 alle 80 ore di riunioni; in Francia i Dirigenti Scolastici sono insegnanti part-time, uno in ogni scuola, in Italia i Dirigenti Scolastici sono dei burocrati ideati per il comando ed il controllo della libertà di insegnamento; in Francia, a parità di anzianità di servizio, un maestro con 37 anni di lavoro guadagna dai 2500 ai 2700 euro, in Italia 1800 euro! BISOGNEREBBE CHE QUALCHE SERIO SINDACALISTA NOSTRANO SI PRENDESSE IL COMPITO DI FARE UN’INDAGINE APPROFONDITA E PRECISA SUI SISTEMI SCOLASTICI EUROPEI, MA E’ IMPERDONABILE CHE UN MINISTRO NON LO FACCIA!

    POI SI’, LO AMMETTO, DA RAGAZZO HO SCELTO DI FARE L’INSEGNANTE ANCHE PER AVERE MOLTO TEMPO LIBERO, PER CURARE I MIEI MOLTEPLICI INTERESSI, MA ANCHE PER TRASCORRERE LA MIA VITA IN MEZZO AI GIOVANI, PERCHE’ CREDO NEL VALORE DELL’INSEGNAMENTO E DELL’EDUCAZIONE DELLE PERSONE, PERCHE’ MENTRE INSEGNI TI ARRICCHISCI E IMPARI, PERCHE’ E’ UN LAVORO INTELLETTUALE E CREATIVO, PERCHE’ TI EMOZIONI

  74. Dino il said:

    L’egr.Ministro farebbe meglio a risolvere, rivedendo la legge Fornero, il problema pensioni, prima di inventare altre str..z.e!
    I precari e gli insegnanti quando andranno in pensione?…..?…?
    Riflettete!
    Il tutto per non toccarsi i Loro vitalizi! E le Loro pensioni Esose!
    GRADIREI UN RISPOSTA: Che fine ha Fatto Mastropasqua ex dell’ Inps?
    Meditate!

  75. Agnese il said:

    Bellissima lettera del professore di Torino Saudino, allo stesso tempo mi da voglia di lottare ma mi spaventa anche per quanto riguarda la situazione degradante che c’é in Italia. Sono una ventenne che presa la maturità lo scorso luglio sono andata a studiare in Francia, dove sono tutt’ora. La particolarità del mio corso di studio si chiama apprentissage, ed é una formazione svolta in una collaborazione fra azienda e scuola, infatti frequento un tot di settimane in azienda e un tot a scuola dove studio le materie della professione ma anche le classiche scienze, francese, matematica… quindi un po’ condivido anche l’opinione di Mirko ma assolutamente i 3 mesi di vacanze e la scuola pubblica sono un MUST affinché il nostro Paese possa continuare a galleggiare in qualche modo! Che poi tagliare sulle vacanze non va a migliorare l’organizzazione di studio non solo teorico, sono due cose differenti. Per finire aggiungo che uscita da un istituto tecnico di Torino statale ho una preparazione migliore che ragazzi come me francesi!

  76. Nunzia Acierno il said:

    Il collega ha ragione. Per non parlare poi dei sindacati che tiene solo strette le poltrone , lasciando che passi tutto quello che viene imposto dal governo. E’ la scuola che deve pagare perché è il servizio pubblico che fa perdere più soldi in assoluto, insieme alla forze dell’ordine e la sanità. Tagli, tagli e tagli. Chiudiamola la scuola, non facciamo come i paesi esteri che investono in essa! Che poi non ci sia la carta igienica , la benzina o gli infermieri, è poca cosa. Il riposo dei docenti è stato studiato dalla pedagogia, secondo la quale, è solo dietro a determinati giorni di riposo che si riacquistano le forze psicologiche per affrontare un nuovo anno scolastico , sia da parte dei docenti che degli alunni. Chi vuole cambiare le cose, non sa di cosa parla; come al solito, in Italia, nessuno è al posto giusto con le competenze specifiche. La televisione di stato, quando si verifica uno sciopero della scuola, come quello del 29 ottobre, pari all’80% delle adesioni,di qualche anno fa al quale partecipai, la sera lo commentò con uno storico reportage di Vespa sulla tendenza della moda per la stagione autunno-inverno. Di Renzi se ne parla subito, soprattutto quando visita una scuola. Che caspiterina ci andrà mai a fare nelle scuole non si è ben capito! Solo con la sua presenza si rimettono a posto le cose. Ma vai a prendere gli ordini dai tuoi capi che è tempo guadagnato! Il tanto sbandierato apprendistato non è altro che lavoro rubato a ragazzi di buona volontà perché non retribuiti, nemmeno con una somma irrisoria o simbolica. E dove sono le aziende che li assumono a tempo indeterminato? In giro ci sono solo quelle che li assumono per non pagare le tasse allo stato e, una volta finito il finanziamento, ci si ritrova sempre con il ……per terra!

  77. Patrizia Molluzzo il said:

    D’accordissimo su ogni punto dell’articolo pubblicato. Non sono un’insegnante però più volte ho avuto modo di analizzare la vasta problematica della realtà scuola. Questo mi sembra un ulteriore, insopportabile smembramento dei tanti diritti umani da troppo tempo calpestati. Sono pronta a partecipare in prima persona a qualsiasi proposta di cambiamento e/o lotta funzionale per una svolta verso il miglioramento effettivo dii uno spinoso quanto per tanti fastidioso problema inerente l’insegnamento e i diritti di ogni genere.

  78. Veramente la scuola dovrebbe servire soprattutto agli studenti….non agli insegnanti…poi fate voi, se volete pensare al contrario vi accoderete ai soloni dell`Universita…ai primari degli ospedali e cosi via, che tutto hanno meno che l`interesse dei loro “clienti” fra i loro obiettivi primari

  79. – Lavoriamo solo diciotto ore la settimana! – continuò come un fiume in piena il professore De Benedetto. – E la correzione dei compiti, le riunioni pomeridiane, i Consigli di classe e gli incontri con i genitori, l’aggiornamento, individuale e di gruppo, le scartoffie da compilare che diventano sempre più numerose, di questo nessuno ne tiene conto. E dove stanno i tre mesi di vacanza? Fra pochi giorni avranno già inizio le riunioni preparatorie agli esami di maturità e poi ci saranno gli esami, che termineranno alla fine di luglio. Il lavoro del professore non è un lavoro di routine. Richiede passione. Se un professore non attua tutti gli sforzi possibili per far amare ai propri alunni i contenuti della disciplina che insegna, rinuncia ad essere un professore. Assolve al suo compito il professore che rende partecipe i ragazzi di essere stati immessi, fin dalle prime esperienze scolastiche, nel grande fiume della conoscenza, nel quale confluiscono non solo tutti i saperi, ma anche tutti i sacrifici, le sofferenze, le lotte, sia individuali che collettive, delle generazioni che ci hanno preceduto. E’ attraverso la scuola che il passato rompe gli ormeggi ed approda nel presente: Cicerone e Giulio Cesare, Dante e Petrarca diventano, così, più familiari dei nostri familiari, la battaglia di Maratona, il sacco di Roma e la Spedizione dei Mille più contemporanei degli avvenimenti contemporanei.
    http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=1000554

  80. Paolo il said:

    Cari professori,sono uno studente universitario e ho osservato il vostro operato per tutta la durata del mio percorso scolastico,vi chiedo di non lamentarvi perchè mi sembra un’offesa nei confronti di persone che lavorano davvero,spero non consideriate lavoro quelle 2/3 ore al giorno passate a spiegare o quei pomeriggi a correggere compiti che dovrebbero(spero ) sembrarvi banali.Per fortuna i docenti che sto trovando in facoltà fanno molto,molto altro oltre ad insegnare,come è giusto che sia, però,al liceo, o in facoltà umanistiche,obiettivamente, siete pagati anche più di quanto meritiate.Potreste benissimo fare due lavori.

  81. Fabrizio il said:

    Il Poletti è perfettamente in linea con la spocchia, l’arroganza e l’ignoranza del suo premier. Non sono un insegnante ma sono padre di due figli che frequentano la scuola pubblica. Il problema non è la quantità del tempo trascorso a scuola…ma la qualità dello stesso. Strutture fatiscenti, palestre inagibili…. e per di più il mio secondo figlio di 6 anni che frequenta la prima elementare…noi genitori siamo costretti a comprare e portare a scuola acqua per bere..carta igienica…bicchieri di carta…cartucce e carta per la fotocopiatrice. Una ennesima conferma di chi ci governa…totalmente lontano dalla realtà. Mi rimane ancora un briciolo di speranza…quella che un giorno noi pecoroni italiani..allo stremo della sopportazione..saremo finalmente in grado di cacciarli via con la forza bruta!

  82. Lorenzo Marini il said:

    Non capisco come mai in Italia la scuola non risponda allo scopo per cui dovrebbe esistere. Non desidero minimamente colpevolizzare gli insegnanti, ma i problemi ci sono ed enormi.
    Come mai dopo la scuola d’obbligo un bel numero di studenti sanno molto meno di quello che sapeva mia nonna che aveva fatto fino alla quinta elementare? Di questi studenti una bella fetta non sa né leggere né scrivere.
    Come mai la gran maggioranza degli studenti dopo aver studiato una lingua estera non è in grado di comunicare in modo elementare in questa lingua? A me è capitato di cercare per assumerla una persona che sapesse tre lingue: ho dedicato un tempo lunghissimo a intervistare centinaia di candidati, tutti diplomati e laureati, e alla fine mi sono arreso ed ho assunto uno svizzero che aveva fatto un comune liceo, ma parlava perfettamente le tre lingue della Svizzera e pure l’inglese? Come mai tanti disoccupati laureati e diplomati sono in attesa di un lavoro, che probabilmente non arriverà mai, perché hanno conoscenza tecnicamente superate e solo teoriche e soprattutto non hanno la capacità di accettare un lavoro generico qualsiasi per imparare qualcosa e poi ambire a migliorare? Ci sono lavori belli che nessuno vuol fare, per es. coltivare la terra, allevare le api, fare il tappezziere e il calzolaio, il falegname il manutentore di immobili? Conosco persone ormai anziane e disperate di non trovar nessuno a cui cedere la loro attività? Sono questi i nodi veri della scuola, tutto il resto di cui si parla non centra il problema. Sono poi stupito che si parli di classi pollaio, quando ai tempi in cui ho studiato eravamo 45 in prima elementare e 40 alle medie e 32 al liceo; eppure abbiamo avuto un insegnamento impeccabile, sono emerse dal gruppo molte eccellenze, ma non considero dei fenomeni gli insegnati che ho avuto: anzi qualcuno era abbastanza mediocre. Scusate se sono intervenuto, ma io sono stato uno studente per tutta la vita e continuo ancora a studiare, perché nessuno considera che senza aggiornamento continuo si resta come i dinosauri in estinzione?

  83. Michele Pagnacco il said:

    In linea di massima mi trovo d’accordo con quanto detto da Matteo Saudino con dei distinguo: che il presidente Renzi sia totalmente disinformato sul lavoro dell’insegnante è fuori discussione. Ma c’è qualche ministro che è a conoscenza di quanto “amministra”? Dubito. Gli insegnanti, anche se in misura decisamente inferiore a un po’ di anni fa, “tempo libero” per ricaricare le batterie ne hanno più di molte altre categorie di lavoratori. (E’ molto facile fare dei conti: in una settimana un operaio lavora, teoricamente, 40 ore; un impiegato 36; un insegnante
    18 frontali e almeno altre 8-10 per assolvere burocrazia, correzione compiti (chi li ha), preparazione lezioni (anche a casa magari) … Circa le ferie, vorrei che si mettesse sulla bilancia tutto: la sperequazione tra un docente e un altro è notevole: ci sono insegnanti che finito l’anno scolastico vanno in vacanza fino all’inizio del prossimo (quelli che non sono in commissione d’esame, ad esempio); altri che invece rimangono “in servizio” fino alla fine di giugno (medie) o fine di luglio (superiori) … Ho messo “in servizio” tra parentesi perché tutti gli insegnanti SONO in servizio durante i periodi estivi, natalizi, pasquali ecc oltre i 34 giorni di ferie contrattuali; se poi i Dirigenti scolastici non programmano attività e/o chiudono la scuola agli studenti durante quei periodi è solo decisione loro. Quindi per alcuni è vero che le ferie sono molto lunghe … Dopodiché terrei ad esporre le mie perplessità circa l’indirizzo che ministri della pubblica (pubblica?) istruzione, segretari, sottosegretari e commissioni di saggi vari hanno obbligato a prendere. Trilinguismo, tecnocrazia, management, formazione e quant’altro … fin dalla secondaria di primo grado (e anche nella primaria a volte). Io vorrei che la scuola facesse qualche passo indietro (non è mica disdicevole cambiare percorso e ritornare, a volte, sui propri passi) e che si ricominciasse a dare primaria importanza, come obiettivi da raggiungere, alla LETTURA, alla SCRITTURA, al FARE I CONTI, all’EDUCAZIONE CIVICA, alla STORIA E GEOGRAFIA del proprio paese, alla pratica motoria un po’ più corretta …. Che senso ha avere “bambini” che sanno usare (e non è vero nemmeno questo spesso) il computer, magari sanno “parlicchiare” in inglese, tedesco, francese, spagnolo, russo, cinese (magari teniamo l’inglese che può servire come lingua universale), sanno distribuire le mansioni “a livello azienda” e “fabbrica” (come compiti di realtà che avvicinano alla gestione scolastica voluta dai governanti), ma che nel quotidiano hanno bisogno di GOOGLE per mettere inseme una frase con senso compiuto, del COMPUTER per per capire quanto costa al chilo il pane, del QR-CODE per leggere tramite SMARTPHONE le indicazioni delle etichette, e che per chiedere un’informazione (o darne una) non sanno a che Santo rivolgersi …. E che perciò saranno sempre in difficoltà (e nell’ignoranza) di fronte a coetanei di altre scuole europee dove queste “materie di serie B) sono ancora insegnate come fondamentali (ma dove, magari, la governance vuole dei cittadini più istruiti e responsabili). L’insegnante, da quanto si evince dallo scritto di Matteo, ha potere contrattuale scarsissimo e per questo non ha più voglia e forza di “lottare” per i propri diritti e per la propria professionalità … La forma di lotta è da cambiare, secondo me; gli scioperi di un giorno (spesso proposti vicini al sabato, casualmente) non toccano gli interessi di nessuno (qualche disagio a qualche famiglia), ma niente a livello economico, dove, in un paese in cui gli ideali sono pochini, bisognerebbe incidere. Allora proviamo a fare un altro tipo di “protesta”: per tre anni nessun insegnante cambi il libro di testo (che diranno le case editrici? probabilmente minacceranno di ridurre i propri lavoratori: il governo starà zitto?); per tre anni nessun “viaggio d’istruzione” che comporti l’uso di mezzi privati di trasporto e strutture alberghiere (staranno zitti e fermi i proprietari di mezzi di trasporto e/o gli albergatori?). Non sono un economista e perciò non so prevedere che effetti sul PIL potrebbe avere questa forma di protesta e perciò ne proporrei un’altra: se l’insegnante si dovesse attenere scrupolosamente ad un “immaginario” mansionario (forse siamo l’unica categoria che non ce l’ha, che io sappia) e che quindi non entrasse a far lezione nelle aule che non rispondono ai requisiti di sicurezza (per i quali i Dirigenti sono passibili di provvedimenti disciplinari anche penali) e di confort (parola dolce per dire agibilità, metri cubi pro alunno/studente, direzione luce, ergonomia banchi, e chi più ne ha più ne metta), che all’inizio della lezione facesse l’appello preciso, ogni mattina (una decina di minuti, sempre che le classi restino di un massimo di 28 alunni/studenti); che facesse le ore di 60′ sempre e che perciò i bidelli (che loro il mansionario ce l’hanno) debbono fare sorveglianza mentre l’insegnante si sposta di classe (magari da un piano a un altro); che non accettasse alunni/studenti che arrivano dopo l’inizio del campanello della prima ora (a meno che il Dirigente non provveda a controllare il motivo del ritardo, che se lo facesse regolarmente e con scrupolo dovrebbe comunicare con il tutore dell’alunno/studente (genitori, nonni, sorelle, fratelli, zii) che saranno al lavoro, a scuola o chissà dove … e magari è colpa del trasportatore che ha fatto ritardo … Non tocco l’argomento attività sportiva (e perciò palestre se ci sono, trasferimenti a palestre della scuola vicina: chi accompagna?); non tocco l’argomento laboratori didattici (antincendio, sicurezza, pericolosità …); non tocco l’argomento incidenti, malesseri e ferite a scuola (ambulatorio medico, primo soccorso, 118 …); non tocco l’argomento BES e sostegno (è talmente poco importante che, almeno in Trentino, il Presidente e i suoi esperti hanno pensato “giustamente” di ridurne le risorse). Prendete queste mie esternazioni pure come lo sfogo di un insegnante che è nella scuola da quarantun anni e che ha superato abbondantemente i sessanta di età, che ha sempre creduto nel suo mestiere, lo ha sempre fatto cercando di dare il meglio, ma che vede pessimi scenari all’orizzonte e, soprattutto, pessimi attori demandati alla conduzione di questa “agenzia” del sapere.

  84. Marco il said:

    Condivido tutta la sostanza della lettera, prima di formulare proposte che riguardano la scuola dovrebbero dimostrare di saper governare aumentando le spese per l’istruzione di 1,5 punti percentuali rispetto al PIL e altrettanto rispetto alla spesa pubblica,questo per riportarci, non ai vertici ma in media europea. Fatto questo ci sarebbe da distribuire in modo bilanciato le maggiori risorse affrontando e risolvendo il male di tutti i mali, mi riferisco alla retribuzione dei docenti che in italia non è equa e neppure proporzionata alla funzione sociale svolta.Solo allora si potrà parlare di autovalutazione, bilancio sociale, rendicontazione, aumento dei carichi di lavoro, differenziazione delle carriere e altro. ad oggi mi sembra tutta un enorme presa in giro, per i docenti e le loro famiglie, per gli studenti e per tutti gli utenti diretti e indiretti.

  85. Franco il said:

    Il ministro Poletti, oltre ad essere ignorante, è anche prepotente, perché colpendo la cultura si colpisce la libertà. Ricordiamoci il livello culturale di un imbianchino che si ubriacava nelle bettole di Monaco di Baviera e divertiva gli ascoltatori delle sue farneticazioni.

  86. Isabella il said:

    La fuga all’estero. E tanti saluti dopo dieci anni, ssis, dottorato. Un concorso. Alunni che ti adorano, ma condizioni indecorose, e non parlo dello stipendio, di cui me ne frego. Ciao Italia. Torno quando mi farai fare un liceo come desidero. I colleghi? Per metà incompetenti. Gli altri, bravissimi, una parte è già all’estero, l’altra parte non ha scelta, fa quello che può. Il Miur? Una massa di idioti. Solo da noi si è potuto tollerare per anni una situazione simile. Ovviamente c’è a chi la coda fa comodo. Elimineranno finalmente le graduatorie, l’unica cosa sensata di questa riforma, peccato che come in Alice del Paese delle Meraviglie arriva dopo un dire e un disdire tale per cui l’ultimo in graduatoria che non ha mai lavorato ha tutto il diritto di fare ricorso. Ah questo è il paese dei ricorsi. Adieu

  87. sandra il said:

    È PROPRIO PER I NOSTRI FIGLI CHE DOVRESTE dare l esempio! Voi siete insieme a noi genitori responsabili della formazione dei ragazzi che di tutto hanno bisogno tranne che di “educatori” che pensano alle vacanze o permessi vari (Pagati )Dobbiamo tornare a una classe di Docenti che interpretano l insegnamento come una MISSION non come il solito posticino fisso dal quale poter fare i propri comodi

  88. Massimo il said:

    pelle d’oca. Vorrei aver avuto un professore come te. Fortunati i tuoi studenti

  89. stefania carbonara il said:

    Grazie per queste parole, Matteo. Condivido appieno. La classe docente umiliata e continuamente messa alla gogna è quella di cui faccio parte anche io. La cosa più detestabile è l’atteggiamento ignavo di chi ormai sembra aver rinunciato a qualsiasi velleità di lotta. Ma quei pochi che non si arrendono fanno la differenza.

  90. Lucia il said:

    Una cosa sulle vacanze dei profosseri che merta di essere sottolineata è la disparità all’interno della categoria. Ci sono quelli che sono tenuti agli esami di terza media, quelli che si sciolgono con quaranta gradi fino a metà luglio per gli esami di stato, quelli che hanno le verifiche dei debiti…. E quelli che si riposano in riva al mare! Così come ci sono quelli che passano un tempo significativo della loro vita a preparare e correggere elaborati scritti e quelli che non ne hanno corretto mai uno nella loro carriera. Qualcuno può prospettare una soluzione che renda giustizia?

  91. Franco Stefano Colombo il said:

    Come già scrissi, la vergogna dell’Italia non sono gli insegnati, spesso ottimi, sottopagati e dileggiati, ma i nostri politici, squallidi, corrotti e privi d’intelligenza e di buon senso

  92. silvana ennas il said:

    Condivido in pieno ciò che hai scritto in modo sarcastico, amaro e purtroppo realistico. Appartengo alla generazione che pensa alla pensione, che egoisticamente vorrebbe scappare via da questa scuola che non è affatto buona… ma non ce la faccio, non posso rinunciare a lottare fino all’ultimo, smettere di continuare a credere che si possa incidere sulla realtà, impegnarsi anche per i giovani a cui sono stati scippati dei diritti per cui noi ci siamo battuti………..conquiste spazzate via da un governo che non è stato eletto, che non ci rappresenta…. ..
    Poletti rappresenta una delle tante provocazioni a cui bisogna rispondere facendo informazione, dicendo ai genitori dei nostri alunni ed anche agli altri, che non è così, che vogliono mistificare la realtà partendo dalla scuola con l’obiettivo di demolirla, per alimentare il numero degli analfabeti funzionali, quelli che sanno leggere e scrivere ma non comprendono, a causa dei quali, come ha detto Tullio De Mauro, non ci può essere democrazia

  93. giovanni gualtiero il said:

    i politici raccontano favole che sviano i cittadini dalla realtà.
    le persone si occupano della loro famiglia, del loro lavoro e il tempo che resta lo usano per loro.
    pochi seguono la politica e i suoi sviluppi.
    quando vanno a votare i cittadini magari si ritrovano a votatare “siete circondati, siete morti…”. Le elezioni vanno a vantaggio di chi la racconta meglio e/o di chi investe di più.
    suggerisco, ricorriamo al campione casuale rappresentativo. matematica e razionalità nel determinare un parlamento di controllo dell’azione del governo con pieni poteri di caccialo su due piedi se non segue le
    indicazioni della maggiorana. sentire uno statistico. la matematica non è un’opinione.

  94. Jean Bajean il said:

    Vorrei che questo governo regalasse a lei e ai suoi colleghi un po’ di dignità,
    magari un badge presenze (un cartellino da timbrare) così che possiate tutti dimostrare che lavoriate molto di più delle 18 ore settimanali che credono tutti, che d’estate in realtà siete a scuola ad aiutare gli studenti che hanno avuto problemi a recuperare, gratuitamente e dentro le strutture scolastiche, mica nelle vostre case ad elargire ripetizioni in nero. E infine un bello spazio, all’interno della stessa scuola dove possiate, previa strisciata di cartellino, tenervi aggiornati, studiare, preparare le lezioni, correggere i compiti e ricevere studenti per tutte le 800 ore l’anno che fate in meno rispetto a qualsiasi altro lavoratore dipendente a parità di stipendio.
    Sono certo che state lottando da anni per avere questo diritti!

  95. paolo il said:

    lavoro nella scuola come assistente di laboratorio in un istituto superiore. tolti gli impegni legati agli esami di Stato (che riguardano una parte del personale docente) e le riunioni dovute che si esauriscono entro la fine di giugno (ma guarda un po’…) , io da metà giugno fino a settembre non vedo più nessun docente. I signori insegnanti hanno ragione. non sono 3 mesi di vacanza sono 2!
    chi lavora nella scuola ha molte ragioni per manifestare il proprio dissenso rispetto alle scelte della politica. ma questa proprio no. non vi crede nessuno. Al ministero faranno tanti casini ma lo sanno anche loro che a luglio non si può stare in classi sovraffollate in edifici fatiscenti. toccate altri nervi scoperti che con questa cosa dell’estate vi date la zappa sui piedi. non voglio fare facile ironia (anche se un po’ ve la meritate). io credo che molte istanze dei docenti siano da sostenere. ma quando sento gente che lavora nella scuola che si lamenta perché lavora troppo non resisto.

  96. francesca scaramuzza il said:

    Fate una bella petizione su change.org.
    Magari non serve a niente. Ma io la firmo! 🙂

  97. Carlo d' Ippolito il said:

    Hai dimenticato di parlare dell’interesse per la scuola privata! La scuola serve ai politici per creare cittadini acritici e sudditi, solo così possono mantenere e potenziare le loro rendite di posizione. Non vogliono certo un altro”68″, meglio le odierne assemblee in cui si parla di vetri rotti e bagni otturati, od in alternativa si proietta qualche film, beninteso , solo dopo aver superato la censura del dirigente! Fino a quando questo sonno?

  98. izio58 il said:

    Concordo,purtroppo in tutto quello che hai scritto. Questo governo, che di sinistra ha solo il nome, con chi realmente lavora si comporta in modo assurdo!!! Magistrati, operai e professori sono nel mirino.

  99. Paola Zarini il said:

    Grazie prof Saudino, le sue parole sono totalmente condivisibili e le sottoscrivo.
    Potremo mai, noi “poveri” insegnanti avere l’onore di ospitare a scuola per qualche tempo, il ministro dell’istruzione di turno ? Magari solo qualche mattina di lezione con ventisette alunni in uno spazio che potrebbe ospitarne,
    forse, venti? Magari in un’ora di lezione con ventisette alunni di cui due disabili, senza insegnante di sostegno, cinwque o sei ragazzi in difficoltà -DSA- ? Potremo mia avere l’onore di ospitare il suddetto ministro durante l’ora di informatica in un laboratorio sprovvisto di computer o, se va bene, con terminali d’epoca? Chissà se al termine delle visite potremo, noi poveri insegnanti, consegnare al ministro la certificazione finale
    attestante competenze, abilità, profili e obiettivi raggiunti? CHissà !

  100. Nunzia il said:

    Caro collega Saudino,
    condivido pienamente il tuo intervento e ti ringrazio per averlo offerto. Devo dirti però che sono entrata in
    ruolo qualche anno fa, ma lo squallore, la meschinità e l’arroganza di certa parte della nostra categoria non mi sono stati risparmiati né prima né dopo, convincendomi del fatto che se il sistema va nella direzione che
    tu stai denunciando è perché purtroppo c’è tra noi una minoranza che ha da guadagnarci. Quest’ultima
    riforma sicuramente preoccupa quelli come me e te, ma sta’ certo che altri hanno già l’acquolina in bocca
    pregustando una carriera comoda e ricca di soddisfazioni, sulla pelle dei colleghi, esattamente come gli
    ufficiali dell’esercito di Cadorna un secolo fa. E pensare che molti di questi insegnano storia! In bocca al lupo e comunque complimenti per aver dimostrato che esistono ancora “uomini veri” (pochi!). Nunzia

  101. fernando il said:

    Allora mi chiedo,ma la lotta,armata,disarmata,comunque lotta= violenza è lecita?Quanti abbiamo calpestato prima di accorgersene? e soprattutto,quale futuro???

  102. anna il said:

    Condivido pienamente, anche perchè c’è poco da discutere, i dati sono reali. Aggiungo che da anni ripetiamo che TRE mesi di vacanza noi non li abbiamo mai visti, alle superiori. Il problema è serissimo: alcuni Dirigenti pretendono che i corsi di recupero si tengano fino alla prima settimana di agosto e le prove per il saldo dei debiti nell’ultima settimana di agosto, quando almeno lo staff, vicario, collaboratori,funzioni strumentali e di supporto sono in servizio, al “NERO”, perchè le ferie sono sacrosante….
    Così accade che non riusciamo a fare neppure due settimane di pausa.
    Il problema, però è ancor più grave se dovesse accadere quello che auspica il caro Ministro: quante aziende, magari compensate per aver preso stagisti, decidono di cambiar mestiere e, come si è già sperimentato in qualche caso, decidono di impegnare gli studenti in attività la cui ricaduta sull’occupazione è nulla?
    Allora proverei a mettere il Ministro in seria difficoltà: EGLI si occuperebbe di trovare aziende che sottoscrivono gli accordi di cui parla, in cambio di un lavoro CERTO al termine degli studi. Gli studenti, che non hanno gli impegni dei docenti, potrebbero accedere ad Istanze on line del MIUR ed iscriversi alle selezioni. Il tutto gestito da MIUR e Ministero del LAVORO.
    Oggi non funziona così ,la scuola ha tutta la responsabilità dello stage: dalla pianificazione alla selezione, all’accompagnamento degli allievi, a verifiche e certificazioni. Procedure assurde che impegnano i docenti per tempi lunghissimi e IMPATTANO la vita personale dei professori…

  103. Marisa il said:

    Con amarezza condivido l’ analisi obiettiva della triste situazione in cui versa la scuola e soprattutto il corpo docente.

  104. PATRIZIA il said:

    Mi associo alla sua lettera come libera cittadina e docente obbligata a sottostare alle decisioni di altri che di scuola ne sanno ben poco… ho letto anche certi commenti e come al solito l’opinione pubblica critica la scuola e solo quello sa fare… noi ci facciamo un mazzo tanto e le vacanze sono necessarie alla ripresa di se stessi in toto. La nostra professione è stressante ai massimi livelli e va spezzata da un periodo relativamente lungo per poi rimettere in campo energie , competenze, voglia di dare il meglio … la saluto e un abbraccio glielo dedico
    Patty

    • solidea il said:

      Condivido pienamente cio’ che ha pubblicato il prof.Saudino e mi sento giu’ quando la maggioranza degli impiegati ci considera perennemente dei privilegiati solo per il numero di ore di servizio che svolgiamo.Io sono un’ins.di scuola primaria e non conto piu’ le ore che faccio settimanalmente sia a scuola che a casa. Il nostro lavoro fatto con coscienza non ci permette di staccare la spina,nemmeno quando dormiamo perchè dobbiamo pensare a mille cose che possano interessare gli alunni e le mille attività che programmiamo e correggiamo.Il tutto naturalmente a casa.E non dimentichiamo il registro on-line.Il nostro non è un lavoro che lasciamo in ufficio e poi riprendiamo il giorno dopo e che se non si puo’ fare rimandiamo.Il nostro lavoro non è quello dell’impiegato momentaneamente assente perchè è andato al bar.Il nostro lavoro non è quello della persona che si trova fuori ufficio o stanza per missione,missione che dura ore e ore.Il nostro lavoro non è quello dell’impiegato che usufruisce delle ferie perchè ne ravvede il bisogno o che deve prenderle per forza perchè maturate l’anno precedente.Il nostro lavoro non ci permette di prendere un caffè e di fare gossip come spesso capita negli uffici.Sfortunatamente noi abbiamo per le mani carte umane che non possiamo lasciare da parte o rimandare.Da noi dipende il futuro dei vostri figli,cari impiegati stanchi.

  105. giuseppe il said:

    Condivido ogni cosa che hai scritto, dovremmo lottare tutti uniti in vede di essere frammentati,i sindacati non esistono più se non per le quote che ricevono, noi però potremmo essere una forza importante nel panorama nazionale, però pensiamo, aime solo a fare gli insegnanti. Ci hanno tolto pure l’orgoglio delle nostre idee.

  106. Stefano Masera il said:

    Mi trovo d’accordo su tutto anche se io non avrei fatto un attacco frontale al governo.
    Secondo me manca un punto importantissimo in questa lettera: non viene specificato che un bravo docente non smette mai di autoaggiornarsi. Io sottoscritto, come molti altri, nel periodo di ferie preparo materiali, leggo libri, mi tengo aggiornato e ho fatto del mio lavoro la mia passione, cosa che, detto con un pizzico di vanità, rende il mio lavoro utile ai ragazzi cui insegno. Non credo che molte altre classi lavoratrici abbiano una così grande percentuale di persone che cercano continuamente di crescere e di portare il loro esempio sul posto di lavoro. Semmai il problema solito e irrisolto è quello di cacciare chi non fa il suo lavoro. Ma questa è un’altra storia. Concludo dicendo che se si uccide la passione dell’insegnante, l’alunno avrà pessimi docenti.

  107. iolanda il said:

    Grazie collega perfettamente d’accordo soprattutto sulla ns vigliaccheria. Ma questi ci hanno anche preso x fame!!

  108. Nadia il said:

    Ci sono cose condivisibili in tutto ciò che dice e pensa ognuno di voi…
    Conosco insegnanti e so che non hanno ferie di 3 mesi e simili…e sono ing. e libero professionista come Mirko.
    La scuola dell’obbligo deve formare i ragazzi e trasmettere la cultura (e parla una che ha comunque frequentato un istituo tecnico che, comunque, mi avrebbe dato l’opportunità di inoltrarmi subito nel mondo del lavoro), ma all’università, a parer mio, qualche tirocinio o dipattito in più non guasterebbe. I corsi migliori erano quelli durante i quali docenti e studenti si confrontavano di più. Inoltre, se nella specialistica hanno inserito la possibilità di fare tirocinio, come mai Ingegnerei Civile non aveva quest’opportunità? Come dicono alcuni bisogna migliorare la qualità dei nostri atenei.
    Per quanto riguarda la scuola dell’obbligo o fino alle superiori va più o meno bene e comunque… ogni lavoratore ha i suoi vantaggi ed i suoi svantaggi…
    Come lavoratrice autonoma so di potermi gestire le giornate come voglio e se per qualche motivo ho la necessità stare a casa un giorno lavorerò la sera o nei weekend se devo consegnare qualcosa…dall’altro lato avessi ferie da metà luglio a fine agosto fare i salti di gioia perchè, se va bene, di ferie ne ho due settimane ad agosto quanto anche molti studi chiudono ed anche se sono a casa mi porto comunque delle cose da finire perchè si sa…in estate e con il tempo bello iniziano i lavori progettati durante l’inverso…
    Mutua??? che cos’è??? voi lo sapete, insegnanti o qualsiasi dipendente a parte, ma io non ce l’ho, ma lo sapevo ben prima di scegliere di fare la libera professionista ed anche se so già che un giorno, quando sarò, madre, non avrò una maternità come molte altre, ma se va bene qualcosina visto che con i contributi mi pago anche una quota di maternità, sono fiera del lavoro che faccio.
    Comunque non si tratta di ferie o non ferie, di precariato o no…alla base deve esserci il piacere per il lavoro che abbiamo accettato o scelto di fare ed a livello scolastico la voglia di migliorare ciò che si può migliorare, specialmente a livello universitario.

  109. Corrado il said:

    meraviglioso, Caro libero pensatore, che tu non abbia rivolto una sola parola all’unico motivo per cui la scuola esiste: formare gli studenti.
    Non un accenno alle loro esigenze, a quelli che sono i loro bisogni e gli obiettivi che la scuola deve avere non nei confronti degli insegnanti, ma nei loro confronti.
    Tu incarni il lato peggiore degli insegnanti italiani, quelli autoreferenziali che pensano di possedere la scuola, di essere la scuola, che la scuola debba essere fatta per loro.
    Per fortuna siete sempre meno, circondati da insegnanti veri, appassionati, che parlano dei diritti dei loro studenti prima che dei propri.
    I nostri figli imparano dai libri e dall’esempio, spero che sappiano riconoscere in te qualcosa da evitare è non da replicare.

  110. Fabio il said:

    Completamente d’accordo con te, questa gente che ci governa pontifica senza conoscere il mondo reale in cui invece tutti noi siamo costretti a vivere. Se non ci fosse stata la triste esperienza del Governo Monti avrei scritto che urge un governo di tecnici… invece sembra che neanche questa sia la soluzione.

  111. Lorenzo il said:

    L’altro giorno, con amici insegnanti, si parlava di organizzare una riunione dell’associazione di cui facciamo parte; la sua proposta fu giovedì pomeriggio (il giovedì santo), perché “è festivo”…
    Ci ho messo un po’ a capire che genere di festa fosse, poi, ripescando nella memoria, mi sono ricordato il concetto di vacanze pasquali, dolce ricordo di tanti anni fa.
    Io vengo da una famiglia di insegnanti, quindi so bene quanto sia “simbolico” l’orario di 18 ore settimanali, e so bene che un insegnante che davvero creda nel proprio lavoro fa molte più ore di un impiegato o di un operaio che, formalmente, hanno un orario di 40. Tuttavia, credo che non si possa negare che non tutti ci credono fino in fondo, e troppe persone scelgono questo lavoro fondamentalmente per due motivi: la mancanza di qualcosa di meglio e la possibilità di gestire il proprio tempo, potendo contare su un giorno libero infrasettimanale, su un orario che spesso non va oltre le tre-quattro ore giornaliere, su vacanze estive che, quando non ci sono esami da fare, sono oggettivamente le più lunghe tra tutti i lavoratori dipendenti.
    In passato, questo a consentito a molti di esercitare una professione, di avviare un’attività, o semplicemente, di avere più tempo per la propria famiglia, rispetto a chi lavora dalle otto al pomeriggio inoltrato, cinque giorni a settimana per undici mesi pieni. Non si tratta di stabilire se questo è giusto o no, ma negarlo mi sembra un rifiuto della realtà… Onestamente, non riesco a credere che nessuno degli insegnanti che hanno commentato l’articolo conosca colleghi che preparano la lezione in pochi minuti, e nel resto della giornata fanno altro… O saranno capitati soltanto a me?
    Probabilmente, se gli insegnanti avessero un orario più simile a quello di altri lavoratori (35-40 ore, comprensive di lezioni, correzione di compiti, consigli e tutte le altre attività), sarebbe più facile per gli altri lavoratori identificarsi con i loro problemi ed evitare una guerra tra poveri che vede uscire tutti sconfitti.

  112. Roberto il said:

    ….oltre che condividere vorrei aggiungere una riflessione:
    per fare l’insegnante ho dovuto: prendermi una LAUREA ( A MIE SPESE!)
    fare 13 anni di precariato, degli anni lavorando qualche mese se non giorni (…A MIE SPESE!)
    Il precariato si svolgeva lontano da dove risiedevo perché avendo pochi punti non riuscivo a lavorare vicino a dove risiedevo e mi facevo una media di 60 Km al giorno (… A MIE SPESE)
    Ho vinto 4 concorsi a cattedra in anni diversi e lontani ( …A MIE SPESE)
    Ho 2 abilitazioni riservate (… A MIE SPESE)
    E MENTRE IO INVESTIVO TEMPO E DENARO, CHI NON HA FATTO L’INSEGNANTE COSA FACEVA?:
    Si trovava un lavoro;
    Si comprava una casa;
    Metteva su famiglia;
    Si comprava un auto;
    Si metteva i soldi da parte.
    MA PERCHE’ QUESTI CHE PENSANO CHE SIAMO DEI PRIVILEGIATI NON HANNO FATTO GLI INSEGNANTI?

  113. amilcare il said:

    Sono uno degli amministratori di uno dei maggiori siti di elettronica amatorilale italiana.
    Devo dire che sono estremamente insoddisfatto della qualità culturale degli interventi dei giovani che si affacciano per chiedere consigli o aiuti.
    Per carità, chiedono per conoscere di più di quanto sanno e questo non si discute.
    Discuto del fatto che non sappiano più nemmeno mettere insieme una frase sensata.
    Sintomo di una carenza culturale di base!
    Chiedo, ma è poi così tanto difficile promuovere alla classe successiva solo chi dimostra di aver appreso quanto gli viene insegnato?
    Una selezione maggiore porterebbe ad una alta qualità di chi esce dalla scuola, con beneficio di tutta la comunità.
    Questo si potrebbe fare a costo zero.
    Non so quali siano gli alibi per non farlo.

  114. Paola il said:

    Sono d’accordissimo con te! Aggiungerei che lo sfacelo della scuola italiana si ripercuote chiaramente nella società : aumento di furti , criminalità, disoccupazione!
    Connubio che, per altro, in stati più in gamba di noi hanno già riscontrato e ne sono usciti solo migliorando la scuola pubblica ….vedi Norvegia!

    Paola Bulgarelli docente di matematica Carpi, che ancora si illude che se almeno insegnamo a pensare…abbiamo migliorato un po’ il mondo

  115. catia il said:

    Bravissimo Matteo, le tue parole esprimono perfettamente la situazione odierna della scuola italiana che sprofonda sempre più. Grazie.

  116. catia il said:

    Bravo Matteo, le tue parole fotografano perfettamente la scuola italiana di oggi. Grazie.

  117. milena dobatiello il said:

    Incisivo e concreto!
    Facciammo davvero qualcosa, prima che sia troppo tardi.

  118. Antonio Capone il said:

    Caro Prof. Saudino,
    purtroppo il suo intervento, che da docente condivido pienamente, eccede i 144 caratteri e pertanto supera la capacità di comunicazione dei personaggi politici a cui si è rivolto. A noi non è rimasta solo la lotta, come lei suggerisce, noi abbiamo ancora la possibilità, con l’esempio, di incidere sulle nuove generazioni: è un compito importantissimo a cui non possiamo sottrarci.

  119. paola il said:

    Condivido appieno dalla prima all’ultima parola!!! Se hai qualche idea su come procedere seriamente per impedire rovinino la scuola e noi poveri insegnanti ancora di più faccelo sapere. .sono sicura tutti gli insegnanti su muoverebbero in tale direzione!!! Grazie paola

  120. Non solo la scuola e’ in condizioni sfasciate grazie alla casta politica, che cmq continuiamo a votate…

  121. Aureliano il said:

    Non sono un docente e, purtroppo da parecchio tempo, neanche un alunno ma condivido tutto quanto scritto dal prof, Saudino e, inoltre, la domanda sorge spontanea: vogliamo affondare anche una delle poche industrie che ancora, forse, reggono in Italia? Che fine farebbe il turismo se le famiglie dovessero mandare i figli a far pratica nelle fabbriche? Niente vacanze, niente mare, niente montagna ecc. Dove manderebbero i figli gli albergatori, i ristoratori e i milioni di addetti al turismo estivo? Egregi ministri forse prima di aprire bocca dovreste collegare il cervello come ci hanno insegnato queste tanto vituperate scuole e maltrattati insegnanti.

  122. Giovanni il said:

    Insegno in una scuola superiore della provincia di Torino e sono uno che si asterrebbe certamente dal lavoroper rivendicare il diritto alla parità di trattamento tra tutti i funzionari dello stato, compresi i docenti. Questi sono obbligati a prendere le vacanze nel periodo natalizio (7/8 giorni escludendo Natale, S.Stefano, sabati, domeniche ed Epifania ricadenti nel periodo…), in quello pasquale (in genere 3 giorni) e in quello che va, all’incirca, dal 5/15 luglio (cioè dalla fine degli esami di stato e dei corsi di recupero) al 31 agosto, oltre inutili interruzioni per 1/2 gg. in occasione di ponti quale Immacolata o carnevale, laddove altri dipendenti pubblici riescono a prendere ferie “spezzate” di 5 gg. nominali (ma 9 di fatto, conteggiando sabati e domeniche), 10 gg. nominali (ma di 16 gg. di fatto), o di 15 gg. nominali (ma 23 di fatto) ecc.. Pensate che, quest’anno, in occasione del Natale e del Capodanno, molti hanno goduto di 8 giorni di ferie di fatto (dal 25.12 all’1.1) che, però, erano in realtà 4 giorni nominali! Personalmente vado da tempo sostenendo il diritto, anzi l’obbligo per i docenti di svolgere qualsiasi attività lavorativa nella struttura scolastica, ciascuno presso una postazione personale dotata di scrivania, lampada da tavolo, p.c., scaffalature, armadietto e quant’altro sia necessario, per lo stesso numero di ore settimanali previsto per gli altri dipendenti statali, con identica retribuzione e pari diritti in ordine al quantum e al quando delle ferie. Ciò significa anche che le obbligazioni dei proff. sarebbero esclusivamente “di mezzo” e non “di risultato”, con la conseguenza che essi non avrebbero l’obbligo di garantire, ad es., un numero minimo di prove scritte o di interrogazioni, o altri obblighi di ordine burocratico, essendo obbligati a far ciò che riescono a fare durante l’orario di servizio. Con divieto assoluto di portare materiale didattico di alcun tipo al di fuori dell’edificio scolastico. Ciò garantirebbe, di sicuro, una migliore distribuzione del lavoro tra i vari docenti e una parità di trattamento tra gli stessi e tra i docenti e gli altri funzionari dello stato. Un tale ragionamento trova, però, la resistenza di molti colleghi (specie colleghe…) che fondano la loro obiezione su un generico “ma non è possibile”, “non si può fare”….

  123. carlo il said:

    hai ragione ma questi ladroni pensano solo alle loro poltrone, bunga bunga,aumenti di stipendio quando lo decidono,intrallazzi vari e leggi ad personam. Per noi italiani tutti non c’é scampp, rimane solo uma cosa …..RIVOLUZIONE!!!

  124. Tiziana il said:

    Sono una docente di lettere a tempo indeterminato, che insegna in un Istituto Professionale.
    Conosco la precarietà. Dà una sensazione di instabilità che ti investe in senso esistenziale.
    Rimane dentro anche dopo, quando ti viene riconosciuto il ruolo. Senza quella sensazione il nostro lavoro, che non è equiparabile a quello dell’impiegato di concetto, perché ha anche una valenza educativa, sarebbe migliore! Ma quello che offende e umilia è anche la gogna mediatica in cui ogni governo colloca il docente, di ruolo o non, come se fosse un privilegiato, ancor più oggi a causa della crisi. In questo vedo il segno della decadenza morale di un Paese, che non sa riconoscere nella cultura la vera risorsa per difendere la democrazia e la base per ogni sviluppo economico! E’ l’ignoranza la peste del terzo Millennio!

  125. totareo il said:

    quello che mi sembra non emerga è il fatto che il paese è alla frutta,non funziona nulla tutti di tutte le categorie sono insoddisfatti.dovremmo rimboccarci le maniche avendo un progetto complessivo ecco quello che manca è il progetto dal governo ai partiti solo spot e stupidaggini l’importante che acchiappino.è un momento difficile caro professore è il problema non sono certamente le ferie il dato sconsolante che la scuola e non solo non funziona,come la sanità,l pa, l’informazione ecc. e questo ci porta a tutti quando è il momento di scegliere quelli che fanno meno danni.la complessità della società moderna le esigenze e quanto è necessario non è programma scolastico ‘ il risultato è sotto i nostri occhi lo sfascio totale,molti non hanno il problema delle ferie perchè non hanno lavoro.

  126. Complimenti per aver fotografato con lucidità la triste realtà.
    Chissà in quanti siamo realmente consapevoli di questo lento e inesorabile degrado culturale….

  127. Angelo Bianchi il said:

    Salve io sono un ex insegnante di matematica e scienzd, ho lasciato perchè non ne potevo più dell’ambiente scolastico, non dei ragazzi chiaramente, ma della grande ipocrisia che si trova tra gli insegnanti, ovviamente non tutti. Quando si va alle urne si ha una grande opportunità di cambiamento. Fino a qualche anno fa non c’erano alternative ora c’è… inutile lamentarsi di una classe politica e poi continuare a votarla… almeno dalle mie parti, il Veneto, è così… tutti a lamentarsi, protestare, scioperare e poi votano ancora PD o PDL, ovvero la causa principale del problema. Lo sciopero come al solito servirà solo al governo per risparmiare qualche soldo, ai sindacati per avere un ruolo e ai Malpensa ti ladroni di Roma per mantenerci divisi… le urne tornano fra poco… saluti a tutti e grazie ancora per questo bel post.

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  135. mariachiarafonzi il said:

    Grazie per la lucidità’ ( tristemente)ironica con cui ha ” raccontato” la nostra realtà’ e i nostri stati d’ animo

I commenti sono chiusi.