Relazioni

The 5 love languages

Era una mattina fredda ed umida d’inverno. Una giornata in cui pensavo solo a tornare a casa da mio figlio. Uno di quei periodi in cui sei in bilico tra l’essere arrabbiata con te stessa o con gli altri. Insomma una di quelle mattine in cui vorresti un cappuccino caldo e startene nel letto.

Accadeva per caso: mi ritrovavo a parlare con una cliente abituale dello store, una persona brillante ed intelligente con cui conversavo spesso, volentieri. Il caso ha la semplice capacità di non essere mai casuale. Nel mezzo dei nostri discorsi, una semplice domanda:

'Hai mai letto the 5 five love languages di Gary Chapman?'

In realtà no, non l’avevo mai letto, ancora. Inizia a raccontarmi con enfasi il messaggio nascosto (non così tanto) dell’autore. Ascoltando i dettagli mi sono incuriosita, una lettura da fare al più presto mi son detta, un libro da lista dei desideri subito. Eppure non lo acquisto quel giorno, passa un po’, qualche tempo dopo dentro un Mondadori Store, mi trovo a chiedere il titolo del libro, che in quel momento non era disponibile nemmeno su ordinazione. Mi dico che sarà per la prossima!

Passano altri giorni, ‘The five love languages’ resta un po’ sospeso nei desideri della mia lunga lista, quasi mi dimentico del testo e della voglia di leggerlo, fino a quando sempre per caso, navigo nello shop di Amazon e mi viene in mente di trovarlo tra i tanti titoli a disposizione. E’ lui, era disponibile! Perfetto, subito nel carrello per l’acquisto.

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Ho chiuso con facebook

L’ho detto e l’ho fatto. Non che sia un’impresa olimpica, anzi è semplicissima, basta un click e capire magicamente quanti mille interessi hai.

Era un bel po’ di tempo che ci riflettevo. Inizio col dire che sì, può sembrare una contraddizione (il sale della vita) proprio io chiudo un social di punto in bianco? Dopo tutte le pagine che gestivo? Quella è un’altra storia.

Scrivo nel web da prima studiarlo, da quando nelle lontane sere in cui lavoravo fino a tardi mi firmavo con uno pseudonimo tutto mio. Era tutto un po’ magico e paradossalmente privato. Alla fine potevi scrivere tutto e niente senza troppi filtri. Del resto raccontare qualcosa di te era quasi un processo terapeutico. Quante parole scritte e condivise con chi come me aveva un nome di fantasia. Praticamente tutti. Ci ricordiamo i blog su MSN e i forum su Alfemminile? Che ricordi! Era uno spazio creativo. Scrivere, confrontarsi, raccontare qualcosa di sé utile a chi magari quel giorno, ti legge per caso. Forse proprio per questo ho aperto il mio primo blog.

Il mondo digitale è una bomba incandescente dove spesso manca la sana educazione, in questo universo rientrano alcuni social da cui ho scelto di prendere le distanze nel mio privato. Uno in particolare, che percepisco come un contenitore di informazioni continue e soffocanti. Difficile preservarsi dal leggerle.

Una premessa: sono una persona che non ama troppo guardarsi indietro. Di base riallacciare rapporti con persone che non vedo da una vita, nel mio modo di essere, non ha senso. Della serie ma chi ti vuole incontrare ancora? 😀 Vabbe’ scherzo (mica tanto).

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A qualcuno piace Keanu

Della serie, perché accontentarsi nella vita?

(E fu così che divennero gattare)

Se vabbe’. Anche no 😉

C’è da scegliere fra, il saper gioire delle piccole cose e svalutare la propria persona, pur di non stare soli. La tristezza. Questo è un altro capitolo ancora.

Io credo che (esperienza vissuta più volte) quando in una relazione parli al muro, o l’altro non sa ascoltare la tua lingua, il senso di solitudine sia più evidente che mai. Per dirlo qui…

Detto questo, molti mi dicono di essere un po’ troppo severa, a volte, con il genere maschile.

Dissento. 

Non sono rigida, sono esigente, un buon cinque per cento lo salvo volentieri 😉

E in questo cinque per centro, noi ragazze semplici (ma complesse), noi che crediamo ancora nel potere assoluto di un gesto galante, noi, salviamo lui. Uno tra tutti.

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