Be Mom

Be Mom: le parole non bastano ;) <3

Giochiamo a leggere?

Un libro?

Mondo incontaminato, a metà strada tra magia e realtà; spazio accessibile a tutti, nobile risorsa dei più attenti. Emancipazione, parola dopo parola, significato nel significato: senza imposizioni, libertà.

m3

Per apprezzare davvero qualcosa (altro…)

/ 5
Grazie per aver votato!

Vacanza è…

E finalmente, vacanza!

Stasera, solo 687 km ci aspettano: una passeggiata di salute! Mettendo a freno, il mio irrefrenabile istinto sosta-cappuccino ad ogni autogrill, la cosa ha un senso compiuto. 🙂 Tasso di stress accumulato? Non indifferente! Stanchezza fisica? Presente!

Vacanza è…

Voglia di libera evasione, vivere la propria famiglia tra il profumo del mare, il colore del sole, (spero ci sia!) il meritato, sudato relax. Un diritto esistenziale non sempre garantito, particolare che fa la differenza! Attese, volute, sognate: un piccolo, legittimo regalo, per il proprio “branco”.

Sun-and-seaside

Le più recenti? (altro…)

/ 5
Grazie per aver votato!

L’angolo delle parole…

Eccomi qua! Che dire? Finalmente estate a quanto pare! Sole, profumi, colori, afoso tepore, istintiva voglia di mare, e infradito di ogni colore: accessorio a cui non so resistere; indiscussa nota di “stile”, di una vera mamma della porta accanto  😉 Sole, energia e il post di oggi: l’angolo delle…Scopriamolo insieme!

Un nuovo incontro di parole, nato per gioco, necessità, meglio: quella che è esperienza quotidiana, miglioramento di ogni donna nell’essere una mamma. Uno spazio di sostanza e condivisione, per afferrare qualcosa di profondo e sorprendente: uniche, turbolente, emozionanti-emozioni; così intense spesso, per noi adulti, curiose, straordinarie, legittime, sincere nei nostri figli. Loro, che ci sorprendono in ogni piccolo gesto e ci insegnano con naturalezza, assolute verità: i nostri cuccioli, il meglio di noi 😉

scusasepoco blog

Piccole, grandi emozioni da ascoltare insieme, scambio di parole ricche di significato, gioco di racconto costruttivo, espressione diretta, semplice, lontana da giudizi e pregiudizi. Raccontando intimamente, un pò di noi: un esplosivo momento di rabbia? Un originale o comune paura? Gioia spontanea e impetuosa, entusiasmo! Non c’è un occasione migliore, per giocare a narrare:

“Mamma sono molto arrabbiato! Mi annoio! Sono felice!”

Un rispettoso nome, per una dimensione umana inalienabile; trasformare un’emozione in una parola, significa prima di tutto ascoltarsi, capirsi, farsi capire. Stemperare una cocente arrabbiatura, tirar fuori un sentimento lecito e forte, imparare ad interagire in sintonia col mondo, e soprattutto con noi stessi. Confronto speciale, delicato, prezioso tra genitore e figlio, promuovendo l’ascolto reciproco: autentico, vero, libero da preconcetti affrettati, rigidità di pensiero. Nutrimento prezioso per i nostri figli, tra una parola dolce e una decisa, tra le nostre attenzioni, il rispetto e l’amore. Un figlio, merita serenamente di esser capito, rispettato, ed amato…

Love

Divertente, emozionante questo gioco fatto con le parole: un bel respiro, voce rilassata, alla ricerca del giusto nome del sentimento predominante. Sorrisi e sguardi complici, reciproca voglia di comunicare, stimolo per crescere insieme; un’esperienza della giornata, spassosa o imbarazzante, un pensiero che fa rumore, gioia pura, sincerità. Le numerose sfaccettature dei nostri burrascosi, miti, sani, mutamenti: rabbia, paura, gioia, stupore, entusiasmo e di più. Conoscerli man mano, senza ignorarli, spiegarli, raccontarli, per rispettarli davvero. In un angolo tutto da conquistare.

Interagire, in modo partecipe e gioioso coi propri figli, è speciale: ti rende in piccola parte fiera di te; consapevole dei tuoi lati umani, pronta a dare il meglio per loro, scoprendolo fiduciosa, e un pò sorpresa, anche in te. Parlare col cuore non è una nota stonata, arricchimento reciproco e personale, espressione d’amore sincero, da difendere a testa alta e un sorriso in tasca, da regalare.

A caccia di emozioni-parole?

Bacio!

 

/ 5
Grazie per aver votato!

Baby T.V.

Oggi,

l’offerta dedicata ai cuccioli è in parte migliore, paragonata alla mia infanzia. Come dimenticare una “Georgie”, (il mio amore per l’Australia!) gli attualissimi e intramontabili “Puffi”, una “Stella della Senna”, (che donna!) “Lady Oscar” (mica così infantile poi!). Cartoni animati, appartenenti alle generazioni dei trenta; quel pizzico di magia, sognato e scoperto con i nostri occhi bambini. L’attuale baby T.V. è più adeguata, sotto il profilo del target dedicato, mirato alle fasce d’età; una Rai Yo-Yo, un Disney Channel, offrono programmi semplici, spesso intrisi di messaggi positivi, su temi attuali quali: ambiente, educazione civica, riciclo, rispetto. Adatta, nel limite del mezzo fine a se stesso; contiene un piccolo insegnamento positivo, perchè tu genitore, sei pronto a coglierlo e spiegarlo a tuo figlio.

Non amo particolarmente la T.V. in generale, salvo qualche eccezione, la trovo alienante e lontana; preferisco il web, un cinema, un libro. Senza ipocrisia, nelle fredde e grigie giornate invernali, fa comodo qualche cartone animato di qualità a disposizione, di libero accesso, ben fatto. Troppo conveniente a volte, si tende ad accendere la televisione inutilmente, spesso e volentieri: mentre magari cuoci la pasta, fai una lavatrice, sei tornata stanca dal lavoro, o scrivi un qualsiasi post, chi lo nega 😉

j

 

Un punto di riflessione, alcuni programmi sono deliziosi, lo ammetto: “Loving Peppa Pig”, come tutti del resto! Qualitativo, definito spazio, sono pro baby T.V, interagendo coi figli, senza “abbandonarli” davanti un inanimato baby programma qualsiasi, perche  è baby! Passatempo spassoso, apprezzato nel limite della sua funzione: senza eccessi e delegate pretese educative

 

Amo trascorrere tempo con mio figlio all’aria aperta, farlo interagire coi suoi coetanei; da quando è nato, le belle giornate le trascorriamo al sole: pic nic, parco, gite cittadine, un toccasana per tutta la famiglia.

blog tank 2In alternativa al sole, nei piovosi pomeriggi, come quello di oggi, un alleato genuino è rappresentato dai giochi di manualità: montare e smontare,( soprattutto) 😉 modellare, cucinare, fare il bagno ai”dinosauri”, dipingere, creare. Quest’ultima parola, sottovalutata spesso, merita maggiore considerazione: la riscoperta della sana fantasia; quella con cui siamo cresciuti e lo stress, un dignitoso lavoro che fai per vivere, tengono lontana. Una risorsa naturale, a cui attingere la sera, per narrare una fiaba, (alleate del buon sonno) piuttosto che un cartone, se pur divertente, servito sul piatto d’argento; incentivo creativo, nell’insegnare un valore personale sotto forma di “gioco”, nel rendere una “regola” meno imposta, spiegata e raccontata: la fantastica realtà.

blogtank 3

Non ho mai avuto feeling, con le imposizioni: rigide, impersonali, dettate da altri. I miei “no”, sono frutto delle nostre esperienze quotidiane. Da quando sono mamma, so che le regole e gli insegnamenti, si imparano giorno per giorno, insieme; si scoprono e variano a seconda della personalità di tuo figlio, delle tue inclinazioni umane, di ciò in cui credi e che vuoi trasmettere. I nostri valori: un cardine nella mia vita, tra i miei difetti individuali, cerco di farne tesoro quotidianamente; agli occhi di mio figlio, ai miei, sbagliando, pronta ad imparare.

In equilibrio, buona baby T.V senza esagerazioni, libero spazio alla creatività nascosta, e quando il sole splende, non accendiamola affatto: un tuffo nei colori, i profumi, i sapori della primavera.

Questo post, partecipa a:  #blogtank, per Donna Moderna.

Bacioni Any!

 

 

 

/ 5
Grazie per aver votato!

Babies eco bio

Ciao a tutti,

piccola parentesi: in questi giorni nei ritagli di tempo, ho disegnato un logo per il blog, super easy; ma quanto è incasinato Photoshop? Tra la carta e la grafica web ne passa! Son testarda io però 😉

Torniamo a noi, e all’argomento di cui voglio parlarvi…

Ieri da “Original Marines”, ho preso al dolcetto, l’inserto baby bio di “Topolino”; un idea divertente ed intelligente, per illustrare ai bimbi, il mondo eco bio con occhi Disney. Prendo spunto da questa esperienza, per il post di oggi: voglio parlarvi del mio orientamento eco bio, argomento da me sentito. Come lo vivo e cerco di trasmetterlo a mio figlio: nei piccoli gesti di ogni giorno, in una semplice parola, in un giornalino, perchè no?

topolinoi

Ho anticipato qui, la mia propensione verso l’etico e consapevole, pro ricerca alternativa, pro cosmesi senza crudeltà, pro conquiste, basate sul rispetto e l’innovazione…

In tutta sincerità, il nostro non è un paese eco-bio! Affatto! Lo è in minoranza, nella scelta dei singoli, punto di partenza essenziale, per essere diversi. Il messaggio inequivocabile, è che tutti noi, siamo una piccola, determinate, fondamentale componente di vita e miglioramento.

Lo scorso anno io, il dolcetto e il marito, ad Anzio, (bellissimo tratto di costa romana-laziale) ci siamo imbattuti in due “simpatiche” signore: in acqua indisturbate, le due fumavano “in libertà”; per gradire, il mozzicone lanciato vicino a noi tre. Fatto notare l’accaduto, in omaggio, abbiamo ricevuto il “vaffa”di turno! Come stupirsi? In aggiunta, la patetica scusante:“Tutti lo fanno!

Ecco, questa è la mentalità “rovina mondo”: “Tutti lo fanno“! Chi sono questi tutti poi? Tutte le persone che dimenticano di essere individui a sé? Sono coloro che, non hanno cura di loro stessi e del prossimo, che non si informano minimamente, che scelgono di non scegliere? Il rispetto per l’ambiente, è dovere umano, voglia di vivere in un luogo migliore, nei sostanziali dettagli, rappresentativi della differenza; scoprire con piacere un naturale stile di vita, fatto di semplici accorgimenti. Insegnarlo senza pretese, ed impararne al tempo stesso, la sostanza.

Un tempo volevo ingenuamente, (o stupidamente) “cambiare il mondo”, adesso voglio contribuire a renderlo nel mio piccolo, più leale, confortevole; perchè sono mamma prima di tutto, e mio figlio merita il mio impegno per dargli un luogo “pulito”, umano, perchè sono parte integrante di esso, perchè tutti meritiamo un’opportunità.

…Se ho sensibilizzato lo pseudomarito poi! Lui, che non aveva il il minimo interesse verso l’ecologia, adesso seleziona le provenienze al supermercato e acquista con cura; forse per non sentirmi 😉

Cosa significa eco bio nel quotidiano?

Qualità di vita a piccoli passi. Cosa faccio io? Spiego a mio figlio, il rispetto per gli animali: anch’essi esseri viventi bisognosi di cura; attenzione verso la natura circostante, di come un albero sia il respiro del mondo. Prediligo la scelta a km zero, non accendo i riscaldamenti a palla in inverno (odio). Non sono un’estremista, posso fare di meglio senza dubbio, in maniera serena ed equilibrata si intende; non sono una tipa, campagna e pollice verde, (una contraddizione umana lo ammetto) pur amando la natura, ho la metropoli nel dna: “ragazza” di città, che sceglie di essere attenta, lontana da luoghi comuni, e mode del momento. Non è difficile proiettarsi in questa direzione: acquisto comodamente sul web, prendo l’acqua alla fonte, (sprecando meno plastica) trovo nei supermercati varietà e convenienza; e poi esistono i produttori locali una vera risorsa, poco valorizzata. Mi piacerebbe un orto urbano, dato il mio anti pollice verde, la vedo dura 😉

RESPIR2

Questo dimostra che il vivere eco bio, è alla portata di tutti, in particolare, risorsa indiscussa dei nostri cuccioli; giocosi insegnamenti civici quotidiani, racchiudono l’essenza del cambiamento autentico: fatto di gesti consapevoli, all’insegna del rispetto…

Buona scoperta del rispetto, come vivete la scelta eco-sostenibile nel quotidiano?

noiz

Bacioni Any!

/ 5
Grazie per aver votato!

Moms in Love…

Oggi,

col potere di un’immagine, sussurro ad alta voce: Buona festa della mamma!

A noi mamme innamorate, noi che talvolta, sbagliamo col cuore, “improvvisatrici” di mondi speciali, dure con noi stesse a volte, autentiche nella nostra semplicità. A noi mamme che nei sorrisi dei nostri figli, scopriamo di esistere…

Buona festa, col cuore meravigliato d’amore…

Any

momson

/ 5
Grazie per aver votato!

Approccio al parto: sensibilità e scelta

Eccomi!

Oggi ho voglia di parlarvi del parto: la mia esperienza umana che, mi ha donato mio figlio. In un’ottica sincera. Una straordinaria esperienza di vita, un momento a cui sei grata intimamente. Sì selvaggio, emozionante, ancestrale. Raccontarlo per condividere una gioia che, un po’ fa paura. Dar voce alle mille emozioni, riflettere sui rigidi luoghi comuni legati al diritto di scelta, la carenza di servizi adeguati. Un particolare accento, sulle profonde risorse nascoste in noi, la comprensione e il rispetto per la sensibilità umana. Valorizzare l’evento nascita.

936199_4936852624465_893265880_nIo consiglio a tutte il corso preparto. Non per le tecniche di rilassamento, ottime, fino a quando hai il controllo del tuo corpo; fondamentale invece per la sfera emozionale: confrontarsi, partecipare alle lezioni, condividere una comune dimensione, nella sua soggettiva unicità. Esporsi a ruota libera, tirar fuori personali dubbi, consueti a molte mamme in progress. Sentimenti ben nascosti in noi, sono leciti e naturali: uno scambio costruttivo insomma!

 

Partoanalgesia? Al corso, la prospettavano di “routine”, il mio santo gine mi aveva avvertito:

“Solo su valutazione al momento del parto!”

Sostanzialmente nella struttura dove ho partorito, non la fanno quasi mai, forse se ti butti a terra pronta a tutto! 😉 Io ero “brava”, non serviva! Il mio parto è stato intenso: abbastanza veloce e graduale. Ancora oggi, mi chiedo stupita come abbia fatto? 😉

PART

 

Contrazioni iniziate la mattina presto, irrazionalmente riconoscibili: leggere e ritmiche sui reni. Quel giorno avevo il monitoraggio: erano loro! Eppure la mia, non era “una faccia da parto“: calma e rilassata, fuori. Un inaspettato self control, non è da me! A tre centimetri mi è stato offerto l’aiutino: utilissimo e indolore; a detta dell’ostetrica, efficace per velocizzare il tutto! Ingenua e un po’ titubante: Ok!

 

Non fatelo mai, nemmeno sotto tortura! Solo se davvero serve! Scollamento delle membrane: una tecnica che mi sento di sconsigliare caldamente, se possibile. Fuorviante dal mio punto di vista, (non solo il mio) e non serviva a me: il mio travaglio andava benone.

Col permesso del mio gine al telefono, sono andata a farmi una doccia a casa: una pazza! In piedi dall’alba, volevo rinfrescami, avevo intima necessità di entrare in confidenza con l’imminente trasformazione della nostra vita; non ero intenzionata ad entrare troppo presto e farmi visitare di continuo. Il post scollamento mi aveva innervosita; l’aiutino era stato tutt’altro che indolore, mi sentivo stupida per averlo accettato, e poi cosa sarebbe stato il parto, se uno scollamento faceva così male? Avevo un pò paura! Una piccola dose serve.

Contrazioni vicine. Doccia, valigia, il gine in linea, e di nuovo in clinica ostetrica: sette centimetri! -“Sei bravissima! Dai, in sala parto, ma le senti le contrazioni?” Le sentivo eccome! Ho iniziato a materializzare, il desiderio nascosto dell’epidurale, ed esternarlo -“Ma dai, tra dieci minuti partorisci!”

Due ore di fuoco: rottura delle acque. Poco prima ero consapevole e rilassata, mi gestivo. Dopo questo momento ho iniziato a “perdermi”, non controllavo la soglia delle contrazioni, non sapevo come reagire fisicamente a quelle sensazioni travolgenti:

– fatemi l’epidurale!

Attenuare non eliminare, quello che il mio corpo e la mia mente, non riuscivano a metabolizzare: drastico, selvaggio e incontrollato. L’ostetrica di turno: “Assolutamente no! Tutte le donne del mondo hanno partorito senza!” Atteggiamento utile, il suo, a rafforzare il senso di incapacità nel vivere al meglio un momento così speciale. Il tempo di ripresa tra una contrazione e l’altra non c’era. Penso alle mie gambe tremanti, essermi aggrappata al braccio di un ostetrico passante, tanta sete, e poi io non riuscivo a “respirare”. Una sensazione fisica, come non canalizzare aria nel mio corpo.

Contrazioni inumane, feroci e paralizzanti. Io persona, donna, mamma, non trovavo una guida in quel luogo, mi sentivo “sola” e non capita. La fase espulsiva è tosta. Almeno per me lo è stata. Spingevo:

-“Non con la gola, con la pancia!” Ma come si fa! Io in un attimo di follia

Prendete la ventosa! Sì, l’ho detto e ripetuto. Non è servita Grazie al Cielo! Ora mi vien da sorridere. La realtà circostante era confusa per le sensazioni impellenti e protagoniste, mi esortavano a focalizzare le energie sulla spinta; concentrata per quel che potevo, sul suono della voce del marito:

-“Spingi più forte!” E poi ho spinto: “Adesso muoio!

Invece sono nata: ascoltando il pianto vivace di mio figlio, lo sentivo quasi ovattato. Assolutamente frastornata, e anche fiera di me, noi: il mio miracolo. La meraviglia e il mio stupore, esser grata.

loves Un evoluzione unica che, merita ascolto: diritto legittimo di ogni mamma. Potersi esprimere, vivere serenamente la gioia della nascita, godersela nella sua completezza. Non sentirti incapace, o “ingrata”, per cercare maggiore conforto. Professionalità, accoglienza, calore umano, la voce delle nostre sensazioni individuali.

Com’è stato il vostro approccio al parto?

/ 5
Grazie per aver votato!

“Impari” opportunità

Nel mio ex impiego,

contesto internazionale, (aeroporto) ho visto molte culture a confronto, stili differenti, atteggiamenti curiosi, sono un’osservatrice di “particolari nascosti”; qualcosa di svelato invece, mi ha sempre stupito…La mia attenzione, si è spesso soffermata, sulle famiglie nord europee, precisamente gli scandinavi: la loro “fresca” espressione famigliare. Mi spiego meglio: ho sempre guardato con un pizzico di stupore, queste donne giovanissime, stra-belle, in perfetta forma, sorridenti, serene, pratiche; quasi tutte in media, con tre figli piccoli al seguito. Famiglie giovani e disinvolte nel mondo, raggianti, perlomeno nell’immagine immediata. Da donna le osservavo incuriosita, da mamma ammirata! Lessi un articolo in merito, sul lavoro nel nord Europa; in Scandinavia a quanto pare, (non ho mai vissuto lì) esistono delle riforme decisive, per la tutela dell’impiego al femminile, permettendo ad una donna, di conciliare maternità, professione, gestione casalinga. Orari flessibili, nidi aziendali, permessi, così leggevo perlomeno. Insomma, un miraggio ai miei occhi, e credo non solo ai miei; e dire che, si considera il nostro, un luogo simbolo indiscusso della famiglia. Forse in apparenza, nelle superficiali, altisonanti parole; non nella sostanza: ottimizzazione del menage famigliare, l’offerta riservata alle donne-mamme. Senza dubbio, aspetto più radicato, non lo è nelle “ideologie sociali”: aride e discriminanti. Leggere queste inserzioni di lavoro: “Solo donne single”, (ma si può scrivere?) fa davvero ridere, per non piangere! Ti fa indignare nella tua completezza. Non nel sentirti chiedere, in fase di colloquio:

“Vuoi “sfornare” ancora?”

La “nostra” situazione lavorativa femminile, è spesso mortificante; in questi frangenti, sento la distanza dalle mie origini italiane: nel momento in cui non ho l’opportunità di essere tale, mentre la tanto istituita famiglia, è l’ultimo pensiero della società odierna e “tutto”, rema contro di essa, quando bisogna quasi”giustificarsi” di essere se stesse! Certo, in molti punti, mi sento estremamente lontana dal mio paese, in altri, essenziali, ne sono parte integrante:

942288_4900795123050_1274821987_n

quando il sedersi insieme a tavola, è genuino incontro umano, comunicazione, nell’esprimere le mie emozioni senza filtri, l’istintivo senso di protezione verso chi amo; la passione verso un’idea, tirando fuori qualcosa di buono. 😉 Quest’ultimo aspetto, è rappresentativo dell’ambivalenza italiana: l’adattabilità, un’arma a doppio taglio, forse. Emozioni a parte, difendere una posizione professionale, conciliando tutto, senza aiuti di nonne e affini, è davvero difficile per una donna; non impossibile, estremamente faticoso, lecito nell’opportunità e offerta adeguata: aspetto innegabilmente incompleto. Le barriere sociali esistenti, sono limitative della persona, la carenze di servizi studiati a tavolino, l’accoglienza verso la maternità: “dettagli” imprescindibili, del diritto umano. Lottare lealmente, per ciò in cui si crede: punto di partenza, su cui crescere ed evolversi civilmente, a beneficio del diritto di essere.

Fate fatica a conciliare tutto?

 

 

 

/ 5
Grazie per aver votato!

1 4 5 6 7