Be Mom

Be Mom: le parole non bastano ;) <3

Anche il papà…

Nuovo quartiere, nuovi amici, la scuola dell’infanzia:

piccolo cosmo di creatività, imparare a crescere giocando tra le regole, sentimenti di bimbo, emozioni di mamma, una maestra che ci sta entusiasmando parecchio; e qualche confronto: le emozioni del papà…

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Per dire…marito

Avete presente, quei mariti attenti, premurosi, un pò mammi? Quelli che ti dicono:

Amore, sei per caso stanca?

Ti scrivono messaggini poetici, dopo aver fatto uscire dal tuo stretto bacino, quattro kg di bimbo circa, per 55 cm; perfino gli ostetrici tra loro: Ma dove l’aveva? Dalla pancia non sembrava! 

Parentesi: se come una pazza ripetevo: –Non ce la faccio! Ci sarà stato un motivo! ;)Ma torniamo ai mariti: loro che, adorano cucinare e ti stupiscono con piatti creativi; al supermercato sono indipendenti, si avventurano con un’esibita intraprendenza, sprezzanti del pericolo, negandosi l’ausilio della dettagliata lista per la spesa. Quei tipi sicuri che, sanno dove sono le maglie del proprio figlio, pazienti, comprensivi, vogliono dirti: quanto sei bella, brillante, e più di tutto intelligente! 🙂 Non si innervosiscono per i capricci del figlio che, guarda caso, raddoppia la dose col padre! Una volta rientrata dal parrucchiere, non esordiscono con:

-Ma perchè, hai fatto il colore? Sei uguale a prima! (altro…)

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Quasi settembre…

Aria fresca,

giornate più tiepide, le prime piogge torrenziali, i tramonti della mia città: unici in ogni stagione. I colori caldi e aranciati del quasi autunno, le scarpe semichiuse (uff), l’inizio della scuola e lo shopping scolastico (nota colorata); giocare a crescere, senza sentirsi oppressi. Scegliere il nuovo guardaroba con brio, curiosità, stravolgere l’ottica del dovere, divertirsi insomma. Settembre: il mio mese; sto imparando ad apprezzarlo con molta fatica, riscoprendolo in chiave positiva: insieme a mio figlio…Rivoluzione personale;

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E qui lo chiamo Karma

Avete presente,

quando proprio non hai voglia di truccarti, vestirti, sentirti leggermente donna; e poi fa caldo, (tanto) si suda, e ti ripeti “no, non mi va!”

Ma poi ti guardi, ti senti abbastanza cessa col mollettone e il babydoll di Snoopy homemade, e allora sì che, prendi i tuoi trucchi mineral, apri l’armadio ti infili un vestito verde smeraldo, e ti vuoi sentire carina! Ma anche per andare a far la spesa? Soprattutto! L’armonia tra dentro e fuori, passa perfino dalle piccole attenzioni che, dedichiamo a noi stesse (io ultimamente non lo faccio spesso) e va fatto; fa stare bene, sorridere di noi, e piacersi, per ciò che si è…

Fa ancora meglio, quando può definirsi un momento karmico di puro godimento. 😉 Piccola premessa;

non so voi, io da preadolescente, non mi piacevo affatto ed avevo una marea di “simil-complessi”, il mio perfezionismo, si sfogava su di me, sul mio aspetto acerbo e di pre-ragazza, ancora inconsapevole della femminilità; svelata da sguardi, parole, sorrisi. Mi sentivo: troppo magra, o troppo poco magra, il colore dei miei capelli, la mia carnagione poi, soprattutto il mio lato b? A “mandolino”? Per carità! Lunghe maglie per coprirmi e non essere al centro dell’attenzione, perchè essere notata mi faceva sentire “giudicata”, forse la prima a farlo ero io! Adolescenza, roba difficile! Dico a me stessa sempre, che il dialogo mamma figlio, parte da subito e si coltiva ogni giorno, con amore, costanza, elasticità mentale…Teniamolo sempre a mente e cerchiamo di fare del nostro meglio, con impegno…

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Torniamo all’armoniosa spesa: un make up super veloce, (che più veloce non si può) un vestito. Tu, il nano e il marito, un supermercato; tuo figlio si arrampica disinvolto sul carrello, il tuo inconfondibile stile “zen”: “Scendi subito!” Il maschio adulto, vagabondo incerto per il supermercato chiedendoti gli aiutini; noti davanti a te qualcuno, un tipo dall’aspetto già visto da qualche parte;

ma chi?

Avete presente, il classico ex fidanzatino figo del tuo periodo preadolescenziale, (quando appunto eri stupida, e ti vedevi ogni cosa fuori posto) lui che, al tempo, ti sembrava così bello, biondo, e romantico, alternativo e diverso, insomma lui, un figo; ecco appunto, adocchi questo qualcuno guardarti, incroci lo sguardo, e in silenzio ti chiedi:

Ma questo chi è?

Vedi lui che si avvicina prontamente per salutarti e poi, un flash: ahhh ok, ma è proprio lui? Un pò ingrassato, paradossalmente “identico” nella sua aria da ragazzino sbarbato, privo di quel fascino di uomo di adesso, ordinario, lontano dall’essere alternativo che ricordavi…e qui lo chiamo karma 😉

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Una sensazione di divertita “giustizia cosmica” ripensando alla me di ieri, poco più di una bambina incompleta, e alla me di oggi; a mio agio con me stessa, nella mia capacità di accettarmi per quella che sono, (più o meno) armoniosa, nell’equilibrio personale che mi fa sorridere dei miei difetti, e cercare di migliorarli, la mia completezza. La me mamma, che si vede bella nelle sue smagliature e nella luce dei sorrisi rivolti a mio figlio, la me che cerca di essere meno perfezionista, (maledetto ascendente in vergine 😉 ) e meno dura con se stessa, che si apprezza quando combina qualcosa di buono, la me appagata nell’essere persona. Accettazione, sorriso, piccole attenzioni, pienezza di noi…

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Vi preferite ieri od oggi? Raccontatemelo…

P.S Sono appena entrata nel “running” di Grazia.it per la categoria Lifestyle, nel blog trovate il badge, votatemi! (spudorata) 😀

 

 

 

 

 

 

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Dove nasce il sorriso…

Nel sole splendente e luminoso: chiaro negli accesi sorrisi di mio figlio, dipinti di vivacità; solarità letta nei suoi occhi, meraviglia di imparare il nuovo, nei suoi “Perchè?” Le nostre chiacchiere, un pò adulte un pò bambine, un rifugio per incontrarsi nelle parole, ricche di colore. Amore materno: umano, puro che rompe gli argini, e rende migliori.
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Veloci, sottili spazi per me stessa (altro…)
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Il cafonologo è out

Avete mai sentito parlare di Cafonologia?

Una facoltà sempre in voga, (strani i gusti delle persone) da lì escono continuamente, indiscusse figure di spicco. Si insediano in ogni strato sociale: dei veri evergreen che, non passano mai di moda, a quanto pare! A chi mi riferisco? Ma a lui: il comune cafonologo di tutti i giorni; lo incontri per caso, e ti domandi da dove sia uscito?

L’esperto dell’ignoranza umana, quella che, discosta dall’ignorare qualcosa; affonda le sue radici nella sterile presunzione, insolenza, ineducazione. Personaggio attivo, in differenti palcoscenici quotidiani;

in ambito professionale: si caratterizza dall’assoluta carenza di tatto e delicatezza, parla a sproposito senza azionare il cervello; può abusare di potere, o anche peggio, senza diritto punta il dito sull’impegno altrui.

Lo trovi al parco: teatralizza un rimprovero, mortifica suo figlio pubblicamente, mostrando fiero, la sua indiscussa “autorità” genitoriale; sotto sguardi compiaciuti, di altri suoi colleghi nel pubblico.

Il cafonologo suona di prepotenza, tre volte al citofono per consegnarti la posta; non ti  concede il tempo di scendere umanamente le scale, con un bimbo piccolo, e al tuo arrivo dichiara: ‘Dai che ho fretta!” (mi ha proprio trovato!) Già, perchè costui, ha anche l’ausilio della parola: ne fa un uso illimitato, spaziando tra vocaboli di dubbia provenienza, e aggressiva maleducazione. Incontestato padrone, di un’esibita arroganza; se uomo, ti inveisce contro, perchè lui, nella sua mente è l’essere dominante. Nota esplicativa: il cafonologo è anche donna però eh! Pari opportunità al riguardo. Accreditato, offende, con fluida naturalezza il prossimo.

La sensibilità? Parola sconosciuta nel suo limitato linguaggio; ma è dappertutto poi!

In auto: negandoti uno stop. In fila al supermercato: pretende di passarti avanti; nel dialogo a senso unico, (il suo) esibendo una bellicosa pretesa di presunzione. (Poveraccio!)  Lui giudica convinto, lui critica, lui ferisce con la sua dozzinale noncuranza. Non si mette mai in discussione: chiaro, non può sbagliare, è sempre “colpa” del prossimo.

Il cafonologo è out, è ora di farglielo notare: io lo faccio, con ferma, risoluta, educazione.

L’educazione? Mica quella dei figli perfetti: (merito dei genitori) che non si sporcano, non fanno “mai” capricci, che “obbediscono” (brrr). L’attenzione umana, svelata in un sorriso per dire: grazie di esserci! In uno sguardo per dirti: ci sono. In una carezza, per farti sapere che ti amo, nel giocare insieme a tuo figlio: perchè l’infanzia è spontaneità, ascolto, dialogo a due…

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Educhiamo i nostri cuccioli da subito alla sensibilità: forza non vulnerabilità, ad ascoltarla e viverla nella giusta misura. Al rispetto: in un “ti voglio bene”, nel valore dell’espressione sincera, attraverso l’energia, nella consapevolezza di sé…

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Che ne pensate?

Bacio, Any

 

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Il pregiudizio al femminile?

A volte sono sorpresa, incuriosita, quasi divertita, leggermente indignata, ma anche un pò basita: già!

Così difficile, aver fiducia nella propria natura femminile: valorizzandola, liberandosi da superficiali giudizi? Emozioni in tasca, avversità a qualsiasi forma terrestre di parcheggio, 😉 colore e vestitini, (anche quelli perchè no!) e poi: mente, cuore, energia, intuito, diversità, passione. Assurdi confini, muri invisibili, preconcetti senza valore, visione falsata di se stesse, da neutralizzare civilmente, con la voglia di apprezzarci, per ciò che siamo.

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Oggi al parco: io, Nic, il marito (altro…)

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Mamma è…

Mamma…

Parola carica di significato, emozioni decise, colori vivaci, nuovi mondi svelati in un capriccio, un abbraccio, nella giocosa quotidianità.

Amore: puro, incondizionato, indescrivibile a parole; fatto di accesi contrasti, essenza, priorità. Voglia di esser migliore, sintonia, dialogo: inciso nel rispettoso confronto, irrinunciabile, sincero. Sguardi complici, domande intelligenti; infonder fiducia a tuo figlio con l’ascolto: mai banale, utile ad entrambi. Equilibrio, dettato da conquiste personali e sbagli, in arrivo dal cuore.

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