Avete mai sentito parlare di Cafonologia?
Una facoltà sempre in voga, (strani i gusti delle persone) da lì escono continuamente, indiscusse figure di spicco. Si insediano in ogni strato sociale: dei veri evergreen che, non passano mai di moda, a quanto pare! A chi mi riferisco? Ma a lui: il comune cafonologo di tutti i giorni; lo incontri per caso, e ti domandi da dove sia uscito?
L’esperto dell’ignoranza umana, quella che, discosta dall’ignorare qualcosa; affonda le sue radici nella sterile presunzione, insolenza, ineducazione. Personaggio attivo, in differenti palcoscenici quotidiani;
in ambito professionale: si caratterizza dall’assoluta carenza di tatto e delicatezza, parla a sproposito senza azionare il cervello; può abusare di potere, o anche peggio, senza diritto punta il dito sull’impegno altrui.
Lo trovi al parco: teatralizza un rimprovero, mortifica suo figlio pubblicamente, mostrando fiero, la sua indiscussa “autorità” genitoriale; sotto sguardi compiaciuti, di altri suoi colleghi nel pubblico.
Il cafonologo suona di prepotenza, tre volte al citofono per consegnarti la posta; non ti concede il tempo di scendere umanamente le scale, con un bimbo piccolo, e al tuo arrivo dichiara: ‘Dai che ho fretta!” (mi ha proprio trovato!) Già, perchè costui, ha anche l’ausilio della parola: ne fa un uso illimitato, spaziando tra vocaboli di dubbia provenienza, e aggressiva maleducazione. Incontestato padrone, di un’esibita arroganza; se uomo, ti inveisce contro, perchè lui, nella sua mente è l’essere dominante. Nota esplicativa: il cafonologo è anche donna però eh! Pari opportunità al riguardo. Accreditato, offende, con fluida naturalezza il prossimo.
La sensibilità? Parola sconosciuta nel suo limitato linguaggio; ma è dappertutto poi!
In auto: negandoti uno stop. In fila al supermercato: pretende di passarti avanti; nel dialogo a senso unico, (il suo) esibendo una bellicosa pretesa di presunzione. (Poveraccio!) Lui giudica convinto, lui critica, lui ferisce con la sua dozzinale noncuranza. Non si mette mai in discussione: chiaro, non può sbagliare, è sempre “colpa” del prossimo.
Il cafonologo è out, è ora di farglielo notare: io lo faccio, con ferma, risoluta, educazione.
L’educazione? Mica quella dei figli perfetti: (merito dei genitori) che non si sporcano, non fanno “mai” capricci, che “obbediscono” (brrr). L’attenzione umana, svelata in un sorriso per dire: grazie di esserci! In uno sguardo per dirti: ci sono. In una carezza, per farti sapere che ti amo, nel giocare insieme a tuo figlio: perchè l’infanzia è spontaneità, ascolto, dialogo a due…
Educhiamo i nostri cuccioli da subito alla sensibilità: forza non vulnerabilità, ad ascoltarla e viverla nella giusta misura. Al rispetto: in un “ti voglio bene”, nel valore dell’espressione sincera, attraverso l’energia, nella consapevolezza di sé…
Che ne pensate?
Bacio, Any