Quante volte nel tuo passato,

hai notato scene di bambini in preda a capricci ingestibili.

-Che bambino ‘viziato’, ma i genitori cosa fanno? Che tipi!

Beh, così cruda non sono mai stata a dire il vero, ho una forte componente empatica. Non nascondo che, qualche pensierino più soft, l’ho fatto pure io, prima.

Tutto molto facile, lineare quasi, fino a quando non diventi un genitore. Non è una frase fatta. Una verità assoluta. Non puoi minimamente immaginare nulla, fino a che tu, non lo sei. Non basta aver cresciuto i tuoi fratellini, aver fatto da baby sitter a nipoti belli. No, è diverso. Intimamente. Prepotentemente. Amorevolmente.

Tu genitore, impari ogni giorno qualcosa in più. Ci vuole amore e umiltà. Arricchimento reciproco.

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Siccome sono una madre davvero degenere, ho un figlio particolarmente capriccioso. E naturalmente meraviglioso. Cuore di mamma! 😉Capricci? Parliamone…

Nic è senza dubbio un bambino ostinato. Vive le emozioni intensamente, con forte irruenza e decisione. Non ha mezze misure. Un bambino che cresce, come la sua mamma. I capricci si sono ridotti, rispetto ai due e tre anni. Ridotti, ecco. Principalmente adesso li fa quando è stanco. Anche per motivi ai nostri occhi futili. Ai nostri.

Vedi stamani: sveglia, colazione, vestirsi. Fino a qui ci siamo. Evvai.

Dai si va a scuola! –Davanti il cancello: –No, io non vado a scuola, ho troppa tosse per stare a contatto con i bimbi. Posso contagiarli!...(ehm?)

Parentesi: casualmente due giorni fa, ha visto un cartone baby in inglese, tale George: una scimmietta. Il tipo faceva vedere i microbi a scopo educativo, per far comprendere l’importanza del lavarsi le mani. Quindi da due giorni, l’argomento del momento è: i microscopi. Torniamo a noi;

-No, mamma non hai affatto la tosse! ( tocco ferro tie’) Perchè non vuoi entrare?

-I bimbi mi hanno rubato le uova di Pasqua colorate (?)

Ok, ora entriamo e ne parliamo subito con la maestra. Si parla quando qualcosa non ci sta bene. Si parla sempre. 

Saliamo, parolone. Sono uscita di casa un po’ carina. Urban me: jeans sciarpa e golfino. Per le scale, col nano in braccio, (perchè non voleva salire proprio) lo style si è un po’ afflosciato per strada. Just me: trafelata, sudaticcia, spettinata e mezza spogliata!

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Lo sguardo complice delle mie colleghe moms: -Lotta stamani eh?! Solidarietà tra mamme. Che bello esiste! Tra quelle umane è pane quotidiano. Motivo di confronto, e spunto per la sana ironia. In classe:

-Dai, spiega alla maestra cosa mi hai detto per le scale!

– I bimbi mi hanno rubato le uova colorate!

Come, dove, quando? Forse era uno scherzo? -Due minuti di parole e di ascolto, poi tarallucci e vino. Per fortuna! Quanto è importante comunicare? Vitale. La maestra mi fa:

-Beh sì ha i suoi momentini NO, come tutti i bambini, momenti assolutamente gestibili.

Con l’intelligenza, l’esperienza, l’amore sì. Spiegalo agli sputasentenza improvvisati. Ma chi ne ha voglia poi? Io non ho una ricetta. Come ogni mamma, cerco di interpretare mio figlio. Facendo errori di percorso, leggendomi dentro, ascoltando i suoi perchè. Così inaspettati e intelligenti.

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Ci sono tipi diversi di capricci. Quelli classici: al centro commerciale e vuole tutto, e tu devi fare la spesa. Lì, troviamo un equo compromesso:

-Ti prendo solo questo! Qualcosa di minimo e simbolico che, comunque lo distrae e lo fa contento. Pessima madre eh! So dire anche decisi no quando serve. Li pronuncio come nulla fosse. Proprio come in quei momentini…La classica situazione in cui tuo figlio, inizia a vivere in modo esplosivo un’emozione. Si indignano i benpensanti di turno: i genitori tipo. Ti squadrano dall’alto in basso. Che madre!

Quasi da subito, ho capito che con Nic, l’atteggiamento giusto durante un capriccio, è accogliere, e non dare troppo peso al tempo stesso. Mi concentro sul ‘disinteressarmi’ del giudizio altrui, e sul calmare mio figlio.

-Quando ti calmi parliamo.

Mi oriento sul tono della mia voce: fermo e sereno (almeno da fuori). Qualche volta mi appello allo strategico piccolo compromesso o cerco di distrarlo. Sensazioni impetuose. Un capriccio non è solo un capriccio. Un modo per dire al mondo qualcosa di noi. Un bisogno intimo d’ascolto. Tanta fatica per una mamma che impara. Esperienza e istinto conquistato a poco a poco.

Tempo qualche minuto e torna il sereno. Nel frattempo io sembro uscita dal set di Rambo, ma va bene così.

In tutto ciò, loro i giudici supremi. Chi sono questi personaggi? Facile! Anzitutto parentame vario. Molto vario. Loro sì, che sanno educare. Esperti pedagogisti. Pane e obbedienza -Eh ai miei tempi! Già, già.

-Gente single, quasi schifata. Avranno tempo per ricredersi. Vedrete!

-Genitori di figli adolescenti o ventenni. Si sono scordati!

-Genitori che, probabilmente passano 15 minuti settimanali con i figli, e la tata in supporto fisso.

-La signora che, assiste alla scena e dice –non fare il bambino ‘cattivo’, non si fanno i capricci! Levatele il dono della parola! 😉

-La madre perfetta. Quella non manca mai. I suoi figli (due maschi poi) a circa un anno, mentre lei puliva il pavimento a mano, (olio di gomito) giocavano sul divano calmi e buoni: –hai finito mamma, possiamo gentilmente alzarci? – I suoi non hanno mai fatto storie. Tutto merito suo!

Tranquille! Fa parte della sana crescita. Quella di tuo figlio, e di te mamma.

E voi che ‘tattiche’ usate?

 

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