mom and job

Dunque, dunque…

In questi giorni, si parla di occupazione al femminile (wow!). Potrei dire tanto, ma già è stato detto abbastanza. Potrei far scoppiare un’atomica, (scherzo!) preferisco invece, la strada diplomatica. Ma chi ci crede? 😀

Che ci siano due mondi paralleli, è sicuramente intuibile. Quello immerso nelle pari opportunità, e quello abitato dalle persone comuni, o vere.

Io appartengo alle seconda categoria. Come sapete, per molti anni ho lavorato in aeroporto, principalmente per una società inglese e per una italiana, in seguito. Se ho resistito un bel po’ di anni, l’ho fatto in primis, per quello straccio di contratto (cosa che non smetterò mai di dire: ne sono grata, mi ha permesso di diventare mamma, contando sui diritti della maternità) e perchè comunque, non sono una persona che ama farsi mantenere. No!

Il mio rientro dalla maternità è stato duro. Umanamente. Non avevo un clima così soft intorno. I turni poi – tendenzialmente discriminanti – non potendo contare su aiuti particolari, io e il marito, per il nano, abbiamo indossato ad arte, e con amore – e come è lecito che sia – la veste degli equilibristi: massima gestione tra i miei orari, e i suoi. Un part time verticale, per gentile concessione (ridotta mole di lavoro in realtà). Una manna dal Cielo per me invece! Certo, certo, una stanchezza estrema. Apertura: ore 5,00 A.M. Chiusura: (molte chiusure) ore 10.30 P.M. Senza dubbio, anche un briciolo di soddisfazione personale.

Per una serie di motivi, ho cambiato sede di lavoro. Non per scelta. Incompatibilità logistica. Ho deciso di avventurarmi in altre strade. Ho lavorato nello stesso settore, per un periodo limitato, per un’ azienda diversa. Orari leggermente migliori (ovvero, tutte aperture e sveglia alle 4 AM). Ero veramente cotta. Cottissima!

Ma mangi?

Sì, sì, mangiavo! Lo stress mio faceva evaporare!

Poi basta. Si cambia aria. Una motivazione intima, una forzatura esterna. A volte penso alla mia vecchia entrata. Ora è molto più faticosa la situazione.

Colloqui in cui ti dicono senza un minimo di intelligenza:

1) Vuoi fare altri figli?

Ehm, ma una pila di *** affari vostri?

2) Non assumiamo mamme?!

Pazzesco, assurdo e anche un tantino patetico! Accade, vi garantisco, mi è stato detto!

Poi ci sono racconti, di chi è stata agevolata dal datore di lavoro, ha avuto mille opzioni, ecc ecc. Meglio per loro. Non è sempre così. Mi guardo indietro, e vedo uno stipendio stabile. Normalissimo eh, anzi, ma stabile. Sono una madre sconsiderata? Spero di no.

Tutto quello che faccio è mosso dall‘amore e il rispetto per mio figlio. Anche per me stessa. Le idee ci sono: pazze, normali, mie. Piano, piano, sto cercando di dargli forma e colore.

Raccontatemi la vostra esperienza. Ci tengo!

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