Il cotone, baby

cotton

Perchè amo il cotone, oltre al mio bambino?
Gli Europei lo hanno scoperto tardi
In Asia e nell’America Meridionale, in particolare nei territori che oggi corrispondono all’India e al Perú, il cotone veniva coltivato già nell’antichità. Arrivò in Europa per la prima volta poco prima dell’anno Mille, portato in Sicilia dai Saraceni, ma ci vollero altri tre secoli prima che si diffondesse. Per molto tempo il cotone fu infatti considerato un prodotto d’importazione di lusso, come la seta, anche perché rispetto alla lana era decisamente più difficile da filare e tessere. L’importanza del cotone crebbe notevolmente dopo la scoperta dell’America. Qui gli Europei trovarono una antica tradizione di coltivazione e lavorazione del cotone in Messico, Perú, Brasile. Si trattava di specie locali, diverse da quelle asiatiche ormai conosciute nel Vecchio mondo. La coltivazione del cotone si diffuse nelle colonie francesi e britanniche dell’America Settentrionale, in quelli che oggi sono gli Stati Uniti meridionali, dove il clima e il terreno erano particolarmente favorevoli. L’invenzione della macchina sgranatrice o gin (1792) abbassò molto il costo di produzione e fece sì che gli Stati compresi tra l’Atlantico e la valle del Mississippi si coprissero di piantagioni di cotone. Questa macchina estraeva dal seme le fibre necessarie a produrre i tessuti, ma qualcuno doveva sempre fare il duro lavoro di raccogliere i semi dalle piante. Alla raccolta del cotone è legata, in America, la storia dello schiavitù. È proprio per lavorare nei campi di cotone che, per secoli, milioni di uomini e donne furono fatti schiavi in Africa e trasportati in America, in particolare nelle regioni del Sud.