Il gatto all’interno della famiglia sceglie una sola persona come punto di riferimento

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Il gatto si avvicina a un individuo per creare un’amicizia basata su uno scambio alla pari. La scelta del “compagno” ora felino ora umano da parte di un gatto è determinata dai medesimi fattori: comportamenti, posture e odori. Per esempio, un tono di voce alto, urla, movimenti rapidi e diretti verso il gatto potrebbero essere interpretati come una minaccia; al contrario un tono pacato, movenze rilassate e occhi socchiusi sortiranno l’effetto opposto, assicurando fiducia e amicizia da parte dell’animale.

All’interno della famiglia sceglie una sola persona come punto di riferimento che per lui sarà di grande importanza, non solo perché è la persona deputata alla sua cura alimentare e alla sua igiene, ma perché rappresenta un riferimento affettivo forte e costante.

Un gatto può anche decidere di rompere un’amicizia.

I gatti, avvertono gli stati d’animo altrui attraverso vista e olfatto: in caso di nervosismo potrebbero allontanarsi da noi o, se forzati al contatto, potrebbero manifestare un atteggiamento “aggressivo” soffiandoci. Se siamo tristi, invece, proprio come farebbe un buon amico, potrebbero avvicinarsi magari cercando di attirare la nostra attenzione con buffi stratagemmi. Ecco perché all’interno del gruppo familiare il gatto può avere atteggiamenti diversi con i vari componenti, non nascondendo eventuali preferenze, o quando non si riterrà più ben accetto magari per l’arrivo di un altro animale, potrebbe allontanarsi per “scegliere” di farsi adottare da un’altra famiglia.
L’amicizia gatto/uomo così come quella tra umani si fonda su presupposti: se vengono a mancare tali condizioni il legame può logorarsi e interrompersi. Per scongiurare questa eventualità cominciamo con l’abbandonare la visione antropocentrica nel rapporto umano-pet: il nostro gatto non è un subalterno ma un nostro amico!