Gatti in casa: esiste un numero massimo se si vive in un condominio?

Partiamo da un concetto base: nessun regolamento di condominio può impedire di tenere i gatti in casa. L’unico divieto ammesso in questo senso può ritrovarsi nel contratto di locazione perché, in questo caso, figura come un accordo tra privati. In linea di massima quindi nessuno potrà impedirvi di tenere un gatto in casa.

Ma se parliamo di gatti al plurale può subentrare un problema di odori e di igiene: in alcuni condomini le proteste dei vicini si rivolgono alle cd “gattare” (così ad esempio si è espresso il Tar Sicilia, sezione distaccata di Catania, con sentenza n. 3/2016 accettando il ricorso di un condomino che aveva segnalato con un esposto la presenza di una colonia di gatti randagi che causava gravi inconvenienti igienico sanitari all’intero stabile).

Se la puzza è considerata eccessiva tanto da destare timori per questioni igienico-sanitarie, le parti possono richiedere un’ispezione di un tecnico della Asl.Attenzione però alla “giustizia fai da te”: la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 46149 del 07 novembre 2016, ha condannato una donna per “getto pericoloso di cose”, “per avere, con colpa legata all’utilizzo di sostanze irritanti in un cortile ad uso comune con altre famiglie e senza alcun preavviso, versato una quantità di creolina idonea a provocare emissioni di vapori” che, inalati da altri due condomini, “avevano cagionato loro un ‘forte fastidio agli occhi e alla gola’”. Sono passibili di denuncia anche minacce ad animali in condominio o ai proprietari anche solo a parole: attenzione quindi alle conseguenze di frasi del tipo “ti ammazzo il gatto”. In alcuni casi limite si può anche degenerare nella fattispecie di stalking condominiale.