Tante varietà, un unico gusto!

È una pianta erbacea che viene coltivata per consumarne le foglie.
La raccolta è autunnale o invernale, tranne per alcune varietà da taglio che si raccolgono nella stagione estiva.
E’ lei!

Le cicorie più diffuse sono i radicchi a foglia rossa o variegata.
Ci sono poi cicorie da cespo, da taglio e da radici.
Tra i radicchi le specie più conosciute sono il “Rosso di Verona”,che ha un grumolo rotondo e compatto;
il “Rosso di Treviso”,dalle foglie allungate tenere e dalla costa croccante;
la “Palla di fuoco rossa”, che è pronta in estate e si presenta proprio come una palla tonda; il “Variegato di Castelfranco”,le cui foglie sono screziate bianco-rosso; il radicchio “di Chioggia”,

 

dal grumolo compatto, rosso con qualche striatura bianca.
Ci sono poi le cicorie da cespo, a foglia verde, che si dividono in due gruppi: le cicorie che formano un cespuglio di foglie e quelle chiamate comunemente catalogne.
Al primo gruppo appartiene il “Pan di zucchero”,

 

dalle grandi foglie a cappuccio, bianche all’interno e croccanti al palato; ci sono poi la “bianca di Milano” e la “cicoria di Bruxelles”, dalle foglie bianche, allungate e molto serrate tra loro.
I “cerioli”, verde e rosso, le cui foglie sono disposte come i petali di una rosa.
Le catalogne sono la varietà da taglio: hanno foglie verdi, lunghe e strette; dopo il primo taglio la pianta riesce a vegetare di nuovo e piuttosto velocemente, tanto da consentire vari raccolti.
La cicoria di “Soncino” viene coltivata per le sue radici bianche e amarognole e si raccoglie in inverno. Conosciuta è pure la cicoria di campo, cioè la varietà selvatica, dalle foglie di un verde intenso, sottili, lunghe e dentellate.


Questo tipo di cicoria, se giovane (e quindi più tenera), si può consumare cruda in insalata oppure cotta: il suo sapore è decisamente più amaro delle cicorie coltivate.
La cicoria selvatica ha proprietà depurative.

UN CONSIGLIO

Quando preparate la cicoria in insalata, tagliatela trasversalmente e a strisce sottili: sarà più facile digerirla.


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