La pianta del buon augurio

È una delle piante più conosciute e usate per abbellire le case e le decorazioni del Natale.
Con le sue bacche rosse nel mare di foglie verde scuro è uno dei simboli delle feste:
essa porta il messaggio del “buon augurio”.
Il pungitopo (ruscus aculeato) è una pianta originaria del bacino del Mediterraneo, ma popola anche l’Europa centrale e il nord Africa.
Comune nei boschi, è una pianta sempreverde, di colore verde molto scuro.

 

 

 

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La sua principale caratteristica sono i fusti rigidi con numerose spine che si accomodano in cespugli molto intricati. In primavera, si schiudono i minuscoli fiori verdastri che maturano in inverno, quando si trasformano in frutto: le tipiche bacche scarlatte.
I germogli di pungitopo sono noti come “asparagi selvatici”, vengono raccolti da marzo a maggio e sono cucinati come asparagi: lessati per insalate, minestre e frittate. Un tempo, addirittura, i suoi semi venivano usati al posto del caffè.
Gli antichi romani usavano il pungitopo come talismano, perché credevano che, piantandolo intorno alla casa, allontanasse i malefici.
Le proprietà del pungitopo erano note già nell’antichità.
Plinio raccomandava il decotto di radici con il vino per le infezioni renali.
Nel Medioevo, si usava la “Pozione delle cinque radici”: prezzemolo, finocchio, sedano, asparago e pungitopo con proprietà diuretiche.

 

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I principi attivi del pungitopo hanno, infatti proprietà astringenti e diuretiche.
Hanno effetti benefici nei confronti dei calcoli renali, cistiti, gotta, artrite e reumatismi non articolari. Il pungitopo è utile anche nella terapia delle vene varicose, favorendo la circolazione del sangue che riduce la pesantezza e il gonfiore delle gambe.

 

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Il nome di questa pianta dai frutti rossi ha una origine antica.
Essa veniva messa intorno alle provviste ( i salumi e i formaggi messi a disseccare) per difenderle proprio dai topi

 

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Il linguaggio del pungitopo è legato fortemente al suo aspetto: le sue foglie aguzze, coriacee e pungenti, indicano difesa.
La sua natura imponente, il suo colore verde intenso e lucido, i fusti diritti e rigidi, il suo essere sempreverde, evocano la durata, la sopravvivenza, la prosperità. I frutti rossi e globosi del pungitopo, presenti tutto l’inverno evocano la rinascita del sole al solstizio ad augurare un anno nuovo.

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Una leggenda racconta che…

Appena giunto l’inverno quasi tutti gli uccelli decisero di abbandonare il bosco alla ricerca di luoghi più caldi.
Solo un piccolo, spaurito uccellino volle restare nel suo nido costruito proprio all’interno di un cespuglio di pungitopo, perché intenzionato ad attendere la nascita di Gesù per chiedergli un piccolo favore.
Quell’inverno sembrava non terminare mai, così come non smetteva mai di nevicare.
Il povero uccellino oramai era sfinito dal freddo e dalla mancanza di cibo.
Ma riuscì, comunque, a resistere fino alla Notte di Natale.
Quando, finalmente, ebbe il permesso di presentarsi dinnanzi al Bambin Gesù, nato da poche ore, gli disse tutto tremolante dal freddo: “Caro mio buon Bambino, vorrei che tu ordinassi al gelido vento invernale di non spogliare di più il pungitopo, così, caro Gesù, potrei trattenermi nel mio nido e attendere qui la nuova primavera. Ormai sono molto affezionato al mio riparo”.
A quel punto il Bambino sorrise, e di lì a poco chiamò un angelo a cui comandò di esaudire il desiderio di quel mite uccellino.
Da allora, il pungitopo mantiene le sue verdi foglie anche nel periodo invernale, ma non solo: per riconoscerlo dagli altri arbusti, la creatura celeste vi appoggiò delle piccole bacche rosse e terse.

 

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C’è anche un’altra leggenda che riguarda questo famoso arbusto sempre verde che veniva scansata da ogni essere vivente perché le sue spine pungevano dolorosamente…

Un giorno mentre l’arbusto se ne stava come sempre isolato da tutti, notò che dietro ad un groviglio di foglie c’era un lupo affamatissimo che voleva mangiare tre piccole lepri.
Improvvisamente davanti alla pianta passò un topolino e l’arbusto lo punse leggermente con le sue spine, e gli chiese di andare, senza farsi vedere, dai tre animaletti in pericolo a dirgli di nascondersi vicino ai suoi aculei, in modo da proteggersi dal lupo.
Le tre piccole lepri non persero tempo e obbedirono al topolino e l’arbusto, con un leggero sforzo, si trasformò in una gabbia di spine che circondò i tre animali.
Il lupo sempre più affamato tentò svariate volte di azzannare le tre lepri, senza riuscirci mai, poiché ogni qual volta si avvicinava a quel riparo veniva punto senza pietà dagli aculei e, così, dovette rinunciare al suo pasto e andare a cercarsi da mangiare altrove.
Il giorno seguente all’arbusto nacquero tante bacche rosse che rallegrano la vista di chi in precedenza tendeva solo ad allontanarsi: da allora si chiamò pungitopo.

 

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Secondo una sacra leggenda, infine le foglie di spine rievocano quelle della corona di Cristo e le bacche il rosso del suo sangue.

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