Dal “Mattone” allo Smartphone

#Accaddeoggi
domenica 6 marzo 1983 (33 anni fa)

Stretto e lungo, tutt’altro che maneggevole e per giunta molto costoso. Si presentava così il DynaTAC 8000x, il primo cellulare a debuttare nei negozi. Paragonato ai moderni smartphone fa un certo effetto… eppure cominciò da qui l’era della telefonia mobile!

 

In principio fu la Bell System (nata dalla storica compagnia di Alexander Graham Bell, riconosciuto, insieme con l’italiano Meucci, come l’inventore del telefono) a tentare la strada della telefonia wireless, con risultati scarsi e limitati solo all’utilizzo nelle autovetture, in particolare delle forze dell’ordine. La sfida di farne il nuovo strumento di comunicazione tra le persone fu raccolta da John Mitchell, vicepresidente della Motorola.

Fu lui, all’inizio degli anni Settanta, a incaricare del progetto Martin Cooper, esperto ingegnere della compagnia elettronica di Chicago. Il primo straordinario traguardo venne raggiunto il 3 aprile del 1973, con Cooper che effettuò la prima chiamata senza fili, contattando dalla Sesta Strada di New York City l’ufficio del suo rivale Joe Engel, anch’egli impegnato su un progetto simile per la Bell. L’esperimento fu possibile grazie anche alla decisione della Agenzia federale americana sulle telecomunicazioni, di liberare le frequenze necessarie.

 

 

Trascorsero dieci anni, e ben 100 milioni di dollari di investimenti, perché quella scoperta si trasformasse in un prodotto commerciale. Nel 1983 Motorola inaugurò la sua prima linea di cellulari, identificata con la sigla DynaTac (una sigla che stava per Dynamic Adaptive Total Area Coverage). Il modello di lancio, l’8000x, comparve nelle vetrine dei negozi il 6 marzo di quell’anno, disponibile nei colori bianco e nero. Per realizzarlo la società statunitense aveva sborsato un milione di dollari.

 

 

Alto circa 25 cm e dal peso di 800 grammi, con la sua forma rettangolare, stretta e lunga, e con l’altrettanto lunga antenna di gomma, dava più l’idea di un walkie-talkie che di un telefono portatile e costava non poca fatica portarselo dietro. La tastiera si componeva di dodici bottoni standard, con numerazione da 0 a 9 più l’asterisco (*) e il cancelletto (#), e di ulteriori nove tasti con funzioni speciali, tra cui “recall”, “volume” e “clear”.

 

 

Alla poca maneggevolezza e alla scarsa durata della batteria (reggeva al massimo un’ora di chiamate) si univa il prezzo esorbitante, accessibile soltanto ai più benestanti: 4.000 dollari (equivalenti oggi a 9.000 dollari e 6.500 euro circa). Ciononostante, le prenotazioni per acquistarlo superarono di gran lunga gli esemplari in commercio, spingendo gli ingegneri a lavorare già a un secondo modello.

 

 

Un aspetto tra gli altri, che si cercò di migliorare nei DynaTac successivi, riguardava la batteria. Da un lato si arrivò a ridurre i tempi di ricarica, dalle iniziali 10 ore a un’ora soltanto, grazie all’introduzione di un caricabatterie da tavolo. Dall’altro si lavorò sulle dimensioni che incidevano non poco sul peso complessivo del telefono, soprannominato per questo «il mattone» (in inglese “the brick”).

 

La tecnologia del telefono senza fili salì gradualmente alla ribalta e in pochi anni vide aumentare in maniera esponenziale il numero degli utenti, fino al boom tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del 2000, che interessò anche l’Italia. Numeri alla mano si può concludere che sia stata una delle rivoluzioni tecnologiche più rapide e più influenti della storia. Se i primi cellulari cambiarono le comunicazioni telefoniche tra le persone, i più recenti smartphone, dotati di innumerevoli funzioni, hanno rivoluzionato le modalità di utilizzo del cellulare, registrando il collegamento a internet come opzione più utilizzata rispetto alle chiamate.

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