Semifreddo alla pesca

Sulla scia del successo che sta riscuotendo tutta la categoria dei food blogger (che spesso riciclano le ricette trovate sui giornali di mamma e le spacciano per loro originali creazioni) e dal grande interesse verso forni e fornelli sollevato da simpaticissimi e cordialissimi pasticceri/cuochi/assaggiatori-di-caffé/ex-giornaliste perennemente in onda su Real Time, ho deciso anche io di pubblicare (proprio perché vi voglio bene) qualche perla del mio personale ricettario. Giusto giusto ieri, per difendermi da Caronte e dai suoi stramaledetti trentacinque gradi di media, ho sentito la necessità di prepararmi qualcosa da mangiare che potesse abbassarmi la temperatura corporea di qualche grado.

E tac, detto fatto: Facebook, tra una pagina di viaggi che al momento non posso fare e un corso di lingua con babbel, mi propone di mipiacciare un post dal titolo “semifreddo alla pesca”. Già solo alla parola semifreddo (di cui ho colto solo freddo, tra l’altro) ho cliccato e sono corsa a comprare gli ingredienti.

Non mi resta che lasciarvi la ricetta e l’instagrammata di rito (che se quando mangi non metti prima la foto su instagram è un po’ come mangiare le Fonzie e non leccarsi le dita: godi solo a metà).

Ingredienti:
Pesche (5)
Latte Intero (q.b.)
Tuorli (3)
Zucchero (3 cucchiai)
Panna fresca da montare (250 ml)
Bambino unenne (1)
Marito goloso (1)
Gatto ingordo (1)

Preparazione:
Come prima cosa prendete la panna da montare e accertatevi che né il marito né il bambino siano con voi in cucina: il primo perché vorrà sicuramente assaggiare la panna montata e il secondo, pur non capendo ancora quali siano i piaceri della vita, esigerà di assaggiare quel che sta mangiando il padre. Se potete mandateli a fare un giro, altrimenti dite al marito di fare il bagnetto al figlio.
Comunque prendete un recipiente capiente, versatecela e montatela con l’apposito sbattitore.
Soprattutto ricordatevi di spegnerlo prima di togliere le fruste dalla ciotola.
Nel caso non ve ne siate ricordati, munitevi di straccio e togliete il grosso della panna montata che avete sparso per la cucina consci del fatto che per quanto sarete accurati ne troverete i resti ancora qualche settimana dopo (e li scoprirete perché l’unenne se li sarà sbafati con conseguente faccino schifato). Una volta montata, ritiratela in frigo.

Prendete le pesche, litigate col loro maledettissimo nocciolo e tagliatele a dadini. Dopo aver reso appiccicosa mezza cucina col loro succo frullatene larga parte con un goccio di latte (mi raccomando poco che su jedasupport han detto che fa’ venire il cancro, che nessuno ne parla, i medici sono massoni del NWO e via discorrendo…) e unite le rimanenti a dadini.

Fate inoltre attenzione alla guarnizione in gomma del coperchio del frullatore: se si è scollata potreste allarmare inutilmente il marito lamentandovi insistentemente di questi inaffidabili elettrodomestici che si rompono nel momento del bisogno.

Prendete tre uova e iniziate a rompere il primo. Fate quindi caso al fatto che non avete un contenitore dove sistemare l’inutile albume. Esclamare qualcosa di edulcorato che il bambino potrà ripetere senza metterti in imbarazzo davanti ai parenti qualche mese più tardi. Decidere, con sommo schifo per lo spreco, di gettare l’albume nel lavandino. Avvicinarsi quindi al lavandino, sudare per non far cadere anche il tuorlo e sudare ulteriormente quando il gatto, attratto dal rumore di uova rotte, verrà a implorare il tuorlo.
Notare che comunque l’ingordo quadrupede peloso si sbafa anche l’albume, rasserenarsi quindi per aver limitato lo spreco. Nel mentre sbattete le uova con lo zucchero finché non risulteranno cremose.

Unite le uova sbattute con le pesche e mescolate delicatamente con un cucchiaio o un mestolo. Una volta amalgamati unite anche la panna montata e andate avanti a mescolare finché non giungeranno marito con figlio a supplicarvi un assaggio. Lanciate una pallina al bimbo e rifilate al marito uno stampo da plumcake con la velina e lasciategli l’arduo compito di foderarlo bene con quest’ultima. Nel mentre ritirate il composto in frigo che potrebbero volerci dai quindici ai sessanta minuti a seconda della familiarità del marito con gli utensili domestici.

Una volta avuto lo stampo foderato, metteteci l’impasto e lasciatelo nel freezer per almeno quattro ore, ricordandovi di tirarlo fuori una mezz’oretta prima di consumarlo.

Se avete voglia di litigare nuovamente con le pesche, guarnite con qualche fettina.

Spero di essere stata esauriente, forse mi sono un po’ allargata coi dettagli ma per venirmi buono ho dovuto seguire pedissequamente la suddetta procedura. In alternativa vi lascio i link della ricetta originale e di due altre varianti.. buon appetito e, come si dice in questo periodo, chisselainculalaprovacostume!

Semifreddo alle pesche
Semifreddo alle pesche e yogurt
Semifreddo alle pesche e amaretti 

Semifreddo alla pesca
Semifreddo alla pesca (illustrazione di Paola Zanetti)

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.

2 Risposte a “Semifreddo alla pesca”

  1. Ciao!! Davvero carino il tuo blog e soprattutto bella l’idea delle tue illustrazioni all’interno dei post, tra l’altro molto carine ^_^
    Ciao!

    Silvia

I commenti sono chiusi.