Ci metto la firma che è quello giusto

3 anni fa a quest’ora dormivo.
Per me non è esistita l’ansia, la notte in bianco e il dimagrimento che faceva restringere il vestito. Semmai il contrario.
E non ci sono nemmeno stati i pianti prima di partire da casa (la casa dei miei), o quelli appena arrivata in chiesa. Ridevo. Non era un segno di nervosismo isterico o di disinteresse: ero felice, quindi ridevo con la mamma, la zia e la sorella mentre il bus londinese (si, avete letto bene: sono arrivata con un bus londinese, facendo ridere il prete che aveva visto crescere Robi e scazzando un po’ il mio) attraversava il paese.

Poi sono arrivata in piazza, ho dato un’occhiata del tipo “Ci siamo tutti? Si va? Lo facciamo?”.

Mio marito invece era commosso all’inverosimile, il bus (regalo del suo testimone) proprio non se lo aspettava.
E poi io ero una gran figa con quel vestito.
E poco prima di partire alla volta di San Germano mi aveva scritto in bacheca “ti amo, ti amo, ti amo.. non vedo l’ora che siano le cinque per poterti avere con me tutta la vita”.
(Ecco, quello quando l’ho ri-letto, qualche anno più tardi, ho pianto di brutto..).

È stato bello. Prima ancora della festa, prima ancora del vestito, degli addii al nubilato e celibato, dei tanti giri a cercare ristoranti, fioristi e gioiellieri.
È stato bello quando la mia mamma mi ha abbracciata fuori dal negozio dove ho preso l’abito, che non piangeva ma si vedeva che si stava trattenendo; è stato bello quando ci siam trovate noi ex compagne di classe, che ci siamo scambiate gli inviti al matrimonio; è stato bello quando ho portato Robi a vedere il ristorante in cui, sei anni prima, piangevo come una fontana al matrimonio dell’unico single over-40 della mia famiglia ed io mi ero appena mollata col tipo; è stato bello prendermi una pizza con gli amici la sera prima e dire “beh, dai.. ci vediamo domani” con il massimo della calma.
È stato commovente vedere le lacrime sul volto del nonno. Mi ha detto non so quante volte che la nonna avrebbe pianto come una fontanella per tutto il giorno.

E poi c’è stato lo sguardo di Robi, quello rigato da qualche lacrima.

Quello che è un mix di ammirazione, amore.. con gli occhi sgranati, che sembra si aprano per raccontarti ogni singolo momento passato insieme, da quando c’era solo un bacio a quando c’è stato il primo “ti amo”, la prima volta, la prima volta a fare le presentazioni a casa e anche le prime volte a litigare.. c’è tutto in quello sguardo.

Una sensazione bellissima.

..E dire si, davanti a tutti, confermare “si, ok, è lui, me lo prendo com’è e ci faccio la mia famiglia, quella che sognavo giocando con le bambole, quella che romanticamente immaginavo da ragazzina.. insomma.. ci metto la firma che è quello giusto“.

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.

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