Quartieri occidentali.

La strada è ripida e ricoperta nemmeno tanto bene da porfido.
Intorno a me case non a norma, coi tetti arrangiati alla buona, porte aggiustate e recuperate, intonaco che cade; ogni tanto qualche donna sbuca da una finestra, il velo colorato che le fascia i capelli, e a gran voce chiama il figlio.
Per le vie è un eco continuo di grida di bambini, richiami di madri: Alì, Mustafà, Ahmed.. I bambini rispondono ancora più forte, salutando gli amici sbracciandosi e facendo ancora più baccano. Attraversano la strada, stretta ma a doppio senso, s’infilano tra le macchine, saltano sugli alti marciapiedi che poi proprio marciapiedi non sono. Penso che qui i bambini non potranno concedersi il lusso di una sicura pista ciclabile. Ma penso anche che qui, nei quartieri occidentali, i bambini siano anche i più felici.
Mi sembra di rivedere un film dalla pellicola un po’ sbiadita e rovinata: giochi di strada, chiamare ad alta voce la madre sotto alla finestra (anzichè suonare il campanello), giocare a palla per strada o in piazza, bloccando tutto se passa una macchina. La mia felice infanzia. Quando ti bastava scendere in strada o andare in oratorio per giocare con qualsiasi altro bambino, non solo col solito gruppetto, prima che la pubertà stabilisse chi era figo e chi uno sfigato.
Gli stendini sono un po’ dovunque, anche sui marciapiedi che diventano dehor improvvisati, occupati pure da sedie o tappeti; i rumori delle macchine si confondono col canto dei muezin dei tantissimi minareti che puntellano lo skyline di Istanbul. Scendiamo sempre più in basso, verso il Bosforo, e poco alla volta le donne coperte da capo a piedi diventano donne con un semplice velo, poi comuni europee coi capelli sciolti, colorati, vestite in modo eccentrico. Si dilegua il tradizionale e si abbraccia il moderno man mano che ritorniamo a Eminonu. Quando poi attraversiamo il ponte di Galata siamo in un qualsiasi centro cittadino europeo, anche più pulito, ordinato ed efficiente di qualche grande città italiana.
Avremo percorso qualche centinaio di metri, a piedi.
Abbiamo percorso circa una trentina d’anni, con gli occhi.

 

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.