Del perché non sto più scrivendo sul blog

Cari pochi, intimi e fedeli lettori, rieccomi. Son settimane che latito, o meglio, tento di scrivere il post del secolo ma poi abbandono, vuoi perché conscia dei miei limiti mentali, vuoi perché le trovate geniali mi vengono sempre in situazioni in cui mi è impossibile scrivere.. tipo quando allatto o ho per le mani una padella piena di olio bollente.

Per salvarmi la faccia dalla pigrizia e dalla scarsità di idee interessanti di questi ultimi tempi, vi propino tutta una serie di scusanti.. così almeno un post lo scrivo e temporeggio sugli altri che non riesco a concludere. Più o meno come quando arrivavamo a scuola senza aver pronta la relazione da consegnare e quindi tiravamo fuori giustificazioni più o meno plausibili.

Però giuro che, in questo caso, trattasi di questioni reali: non ho più scritto sul blog perché…

Mio figlio è un pargolo adorabile ma ha la sua giusta dose di egocentrismo tipico dei bebè. Quindi, se non si sente sufficientemente cagato, emette una serie di lamentele sì simpatiche ma che dopo dieci minuti logorano il timpano (ha scoperto che può aumentare i decibel finché i suoi piccoli polmoni glielo permettono). Stranamente sembra aver pure capito che ciò che più spesso si frappone fra me e lui è proprio la tecnologia, quindi se butto un occhio al cellulare o al portatile (senza nemmeno aprirlo) mi infligge uno sguardo stile ma-perché-non-mi-caghi? che mi sbriciola il cuore e triplica il senso di colpa.

Il gatto è geloso di mio figlio, quindi, quando finalmente questo sonnecchia regalandomi del tempo per me, si fionda a infilare la sua testolina pelosa tra le mie dita e la tastiera. Non escludo che un giorno sarò costretta a dire “non ho scritto nulla perché il gatto mi ha mangiato il telefono“.

Mio marito, se non mi vede occupata col bambino o col micio, esige la sua giusta dose di attenzioni che riescono a farci ricordare quei tempi lontani in cui eravamo in due e non sapevamo come far passare il tempo.

Angry birds. Io lo sapevo che non dovevamo entrare nel reparto giocattoli del supermercato. Che se già quando andiamo alla Coop ci diciamo “prendiamo solo gli affettati al banco che sono buoni” e poi usciamo con un carrello di roba non segnata sulla lista della spesa, figurarsi li, dove lego e giochi in scatola ostentano la loro bellezza a cui io e marito siamo particolarmente sensibili. Così, dopo essere entrati solo ed esclusivamente per prendere una palestrina per il bambino (la quale temo gli stia procurando dei traumi, data l’inusitata quantità di suoni e musichette fastidiose che emette ad ogni respiro del pargolo) ce ne siamo usciti con due scatole diverse. Voi direte “vabbè, ma se scarichi l’app hai millemila livelli e non devi stare li a montarli di volta in volta” e invece no, vi assicuro che avere Max e gli altri pennuti da lanciare manualmente con una mini catapulta… è tutta un’altra cosa.

True Detective è stato un altro piacevole impedimento. Inquietante, ma pur sempre piacevole.

The big bang theory. Anche. Ma senza l'”inquietante” di cui prima.

Una volta giuro che ero tranquilla a casa dei miei, in procinto di finire un post, ma poi mio marito mi ha chiesto: “perché c’è uno attaccato alla vostra recinzione che guarda nel cortile?”. Siccome la via dove abitano i miei è stata più volte razziata dai ladri e in un caso sono passati proprio scavalcando la recinzione che separa le case dal campo coltivato che c’è dietro, abbiamo avvisato mio padre, il quale ha inseguito il sospetto ladro scoprendo che era uno del comune venuto a controllare la recinzione pericolante (per la quale avevamo già preso accordi con un muratore per abbatterla e rifarla). Dove abito io si usa che per fare accertamenti si suona il campanello e si chiede il permesso di guardare all’interno della proprietà. Ma ogni centro abitato ha usanze diverse, immagino.

Il vicino mi ha regalato una zucca. Devo finirla prima che marcisca. Si, lo so, potevo metterla nel freezer ma ci ho pensato dopo. Comunque poi è arrivata anche mia zia che mi ha regalato una verza, quella non posso congelarla e devo andare avanti a cucinare finché non la finisco.

Sto perdendo una marea di capelli. A parte impiegare tempo per raccoglierli, sono molto preoccupata sia per la sorte della mia chioma che per il costo del tricologo. E quando sono in paranoia per qualcosa non mi va proprio di scrivere.

Il fatto di avere poco tempo a disposizione ha dato impulso alle mie capacità organizzative.  Il problema è che quando parto in quarta a fare qualcosa (tipo organizzare il battesimo di mio figlio) poi non mi si ferma più: metto giù accuratamente il planning della settimana, decidendo quando e come fare, precettando mio marito affibbiandogli i compiti più disparati. Vado praticamente in berserk (fatevi pat pat sulla spalla se ne conoscete il significato). Quando finisco l’attività solitamente mi ci va un’altra settimana per riprendermi e ricordarmi chi sono, dopodiché patisco il vuoto esistenziale tipico di chi ha appena terminato un’impresa epica.. e no, non riesco a riempirlo scrivendo sul blog.

Credo di aver tirato fuori tutti i motivi e di essermi giocata il jolly del post-scritto-tanto-per-levare-le-ragnatele. Povera me.

Giuro che la prossima volta mi impegno.

 

 

 

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.