Ok.. il prezzo non è giusto

C’era una volta una cittadina di provincia come tante dove, un giorno, scoppia un’animata polemica.

Bisogna decidere se continuare a chiudere o meno al traffico il corso principale, presso cui hanno sede la maggior parte dei negozi (di cui alcuni storici) e dei bar, nonchè banche e alimentari.
Come succede molte volte, i cittadini preoccupati per la salute (parliamo di un centro abitato sito in una provincia in cui le incidenze di tumori e leucemie sono maggiori che in tutto il resto della regione) si scontrano con gli altri cittadini che li hanno la propria attività commerciale, già pesantemente minata negli ultimi anni dall’arrivo dei grandi centri commerciali di altre città, negozi gestiti da cinesi e dalla crisi economica; in mezzo a loro si tuffano, vista la ghiotta occasione per promuoversi, politici, politicanti e aspiranti tali.
A fomentare ulteriormente gli animi c’è il fatto che da poco è stata eletta la nuova giunta e per chi ha perso (con grande stupore, per altro) la questione diventa un cavallo di battaglia per dimostrare che si meritava qualche voto in più.. perché loro di sicuro avrebbero riaperto al traffico la via, regalando una boccata di ossigeno agli affari dei commercianti.

Già… gli affari dei commercianti. Uno/a di loro, in un’intervista, dichiara che se non si riapre il centro dovrà ben presto chiudere perchè in negozio arriva poca gente.

Ed è questa persona che vorrei proprio che si ricordasse quanto sto per raccontare.

Era un settembre di qualche anno fa quando, attraversandomi quella benedetta isola pedonale di corsa, vidi nella vetrina di questa persona un paio di converse all star; il modello mi piaceva molto, erano invernali, di velluto, viola.
“Hip hip hurrà” pensai. Poi guardo il prezzo: 70 euro. Dovendomi pagare parte degli studi e risparmiare per fogli e matite decisi di lasciar stare, a meno che, in periodo di saldi, non le avessi trovate a metà prezzo. Durante i miei passaggi sul corso la vetrina diventava meta di pellegrinaggio, ogni volta buttavo l’occhio per vedere se erano ancora li e se il prezzo scendeva.
Poi la buona notizia: il primo giorno di saldi il prezzo cala di un buon 20% e, qualche settimana dopo compare il cartellino: “sconto 50%, ultimi numeri 37- 43”.
Non me lo faccio ripetere due volte, il 37 solitamente è il primo numero a latitare sotto saldi, quindi entro, provo e compro tutta felice a soli 35 euro il mio adorato paio di converse. Potremmo chiudere qui la lieta novella ma… c’è un seguito.
Ero di nuovo in giro un anno dopo, questa volta era un’altra amica ad avere bisogno di un paio di scarpe. Passiamo davanti alla vetrina del negozio in cui avevo trovato le mie in cerca di qualche affare, ma ovviamente essendo ottobre c’erano solo i nuovi arrivi da un’ottantina di euro.. o per lo meno.. i primi tre o quattro lo erano perchè l’ultimo paio a destra di tali modelli erano proprio le mie converse di velluto viola, spacciato per nuovo arrivo e non solo di nuovo a prezzo pieno, ma ben rincarato di 10 euro.
Capite?
Lo stesso paio di scarpe mi è passato da 70 a 35 e poi a ben 80 euro.
Ovviamente non è solo questa persona a ladrare, ci sono altri che mi rimettono in vetrina in saldo una maglia di ben tre anni prima, rivestono i manichini con roba che sembra uscita da un negozio dei cinesi appiccicandoci grandi cartelli “Saldi fine stagione: 70 e 80 %!” quando la stagione a cui si riferiscono credo sia quella del 2006…
Sapete cosa vi dico? Cari commercianti disonesti, ma nemmeno se avessi gratuitamente una navetta personale che mi porta esattamente davanti al vostro negozio verrei a comprare da voi. Riapritela pure al traffico, l’isola pedonale, e venitemi a dire che gli affari tornano respirare! Venitemi a dire che la gente è più comoda a fare il corso in macchina e a cercare un posteggio che comunque non ci sarebbe lo stesso (se tutti prendono la macchina per andare al corso, vuoi mica che posteggino nei parcheggi che si usavano prima, no? Manco sto corso fosse lungo chilometri e avesse parcheggi su ambo i lati…), anzi, riapritemelo, per favore: voglio essere presente quando in negozio entreranno i soliti quattro gonzi che pagano una maglia cucita dai cinesi (che tanto disprezzano) a 90 euro perchè è Moschino e devono far vedere che possono permettersi di spendere soldi in negozi costosi. Voglio essere lì a indicare loro la gente che passa davanti le vetrine, guarda il prezzo, titubante si fa un conteggio di quanto resta a fine e mese per poi proseguire oltre e comprarsi un bel gelato con quanto risparmiato…

E voglio che tutti gli aspiranti politici, che tanto blaterano per far polemica, siano presenti ogni volta che un negozio abbassa la serranda anche quando questi chiuderanno pur avendo tolto la ZTL. Che lo dicano lì, in quel momento, che la ZTL uccide gli affari.

p.s. di quanto sia inutile avere una ZTL in città se poi nei campi tutti intorno si usano ancora pesticidi vietati dalla legge (ma ugualmente venduti sottobanco), un sito di stoccaggio di rifiuti nucleari vicino a delle falde acquifere e un inceneritore che sparge merda per aria da anni parlerò più avanti… per oggi volevo limitarmi ai commercianti disonesti. 

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.