Milano è sempre Milano

Ve lo scrivo in italiano per risparmiarvi il mio dialetto lombardo (imparato male e controvoglia): Milano è sempre Milano.

Con i suoi signori incappottati, le madame impellicciate, giovani rampanti alla ricerca del successo, aspiranti top model, burine che si atteggiano a top model, coatti, alternativi, scazzati e nevrotici.. tutti fusi in un mix di umanità avariata che brulica per le metro, le stazioni ferroviarie, bus, tram, taxi, macchine…

Ma, soprattutto, in metropolitana.

Nello specifico: la M3 (quella gialla e coi vagoni più recenti, che da Centrale porta a Duomo, per intenderci).
Questa linea raccoglie, oltre che il solito caos, chi va verso San Donato (da dove partono i mezzi che servono la Paullese e l’Emilia) e gran parte dei turisti.. Perché si sa, la prima cosa che fai quando arrivi nel grande capoluogo lombardo è andare a vedere il Duomo.
Così, al nervosismo tipico del milanese al lunedì mattina (in grado di contagiare anche chi tutto sommato può prendersela scialla) si aggiunge l’eccitazione e la goffaggine di chi mette piede per la prima volta in quella che la tv ci spaccia per la capitale economica, della moda e del gossip italiano. Due cose che, quando si incontrano, scatenano l’ira dei primi e l’euforia dei secondi (tipo che una volta, sulle scale mobili della metro, ho chiesto gentilmente di farmi passare e un signore fa al suo vicino: “Hai visto? È proprio come dicono, qui vanno tutti di fretta!“).
Comunque, sono su questa benedetta linea gialla e, grazie all’organizzazione anti-logica degli orari e delle stazioni di trenitalia, mi trovo a dover correre fino a Rogoredo (per trenitalia è curiosamente aberrante pensare che la gente voglia andare a sud-est di Milano tra le dieci e le undici); ovviamente c’è una fiumana di gente ed ovviamente i posti a sedere si esauriscono in un secondo. 
Ovviamente io sono in piedi.

La giacca è aperta e Davide prorompe in tutti i suoi sei mesi e mezzo di pancia, notarla è facile anche con uno scafandro addosso; davanti a me, che rimango aggrappata al palo senza minimamente sperare in un posto libero fino a Duomo, si presentano gli esponenti di quattro delle varie tipologie di viaggiatori:

• La figa. Nulla da dire, è figa, anche l’outfit trasuda figaggine, lei si ripara dalla mediocrità del mondo dietro i suoi Rayban e si difende ulteriormente massaggiando sul suo iPhone5. No, non potrà mai notarmi..  il mio cappotto andava di moda nel lontano 2006.
L’extracomunitaria. Probabilmente colf o badante, ancora più probabilmente in procinto di addormentarsi e cadere di faccia tra gli astanti.
Il gazzettista. Studente, iPod nelle orecchie (più precisamente il Liga), pagina rigorosamente aperta sul calcio e attenta lettura delle valutazioni tecniche su squadre, giocatori, arbitri e possibilità di nuovi ingaggi. Da non disturbare, un domani potrebbe essere il CT della nazionale.
Lo scoglionato. Tipico usufruitore della metro, lo si incontra o al mattino (in catalessi per la difficoltà a iniziare la giornata) o alla sera (stanco e sfibrato dalla giornata lavorativa); cerca il senso della vita fissando le scarpe agli altri viaggiatori o prova semplicemente a non addormentarsi.
Secondo voi… Chi si sarà alzato?
Vi do’ un aiutino: tempo fa su La Repubblica era stato pubblicato un articolo in merito alla gentilezza nei confronti delle gestanti. Se riuscite a recuperarlo, avrete il 50% di possibilità di indovinare.
Altro aiutino: la risposta è scontata e, per me, ha un che di Dickensiano.
Ultimo aiutino: sicuramente la figa non è.

Ricchi premi e cotillon per chi ci azzecca.. i frequentatori della pagina fan hanno quasi tutti indovinato al volo. Fatevi sotto!

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.