La #mammitudine

La mammitudine non è da confondere con la maternità. Maternità è un termine clinico, scientifico, generico e adatto a tutti, soprattutto è un’idea che possiamo farci finché non abbiamo fisicamente un pargolo di pochi giorni tra le braccia.

Mammitudine è il modo che ho di chiamare la mia realtà di neo-mamma, il risultato dello scontro tra quel che si intende per “maternità” sui manuali e la mia realtà, quella che vivo da ben tre settimane e due giorni.

Mammitudine è quando ti fai delle aspettative sul parto, ti immagini che dolore si possa provare, ti rassicuri guardando video su youtube e pensando “beh non tutte gridano, vuoi mica che sia così doloroso?” oppure quando cerchi sostegno dalle donne che hai intorno mentre guardi una puntata di “24 ore in sala parto”.. per poi ritrovarti in sala travaglio a maledire il giorno in cui hai detto no all’epidurale (per quanto poi dopo tu ti senta Wonder Woman per esserne sopravvissuta) e a pregare che un chirurgo entri per praticarti il cesareo.

Mammitudine è quando hai studiato a fondo il tema dell’allattamento ma sei comunque in ansia fin dal primo tentativo di poppata perché temi che tuo figlio non mangi abbastanza (dubbio che per altro ti tormenterà per i prossimi 40 anni); quando ti vengono le ragadi ma gli cacci il capezzolo in bocca per esasperazione, solo perché non riesci più a vederlo strillare per la fame; quando le tette ti fanno un male cane e vorresti passare immediatamente al latte artificiale, infischiandotene dell’attaccamento materno (“tanto poi crescono” ti dici) e degli anticorpi; quando tuo figlio si sveglia urlando per la fame e già solo al pensiero di lui che ti pinza il capezzolo in punta (previo strattone con la testa) hai i sudori freddi; quando pensi a tutto questo e ti vergogni per il tuo egoismo (che non si addice a una brava mamma).

Mammitudine è quando fa un vagito e scatti verso la culla temendo una catastrofe, quando senti quel “meh” che non sai se sta per scoppiare a piangere o se si rimette a dormire e ti viene la tachicardia al pensiero di un’altra notte in bianco; quando hai un sonno atroce e lui vuole di nuovo poppare, che ti vergogni un po’ per anteposto il tuo riposo a lui, quando guardi esasperata tuo marito perchè ti allontani per mezzora quell’affarino urlante, quando poi non ce l’hai nelle vicinanze, ne senti la mancanza e ti passa il sonno.

Mammitudine è quando ti scappa la pipì mentre lo stai ninnando e non sai se posarlo in culla e farlo piangere o se fare due acrobazie e portartelo dietro mentre ti svuoti (perché mammitudine è anche bere di forza tre litri e passa di gustosissima tisana alla galega o al finocchio), quando riesci a sincronizzare ogni tuo bisogno fisico/psicologico in base ai suoi imprevedibili orari.

Soprattutto, mammitudine è pensare “stocadso che ne faccio un altro” e cambiare idea non appena tuo figlio si addormenta stringendo il suo braccino sul tuo fianco.

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.