L’amico e la str*a

E prima o poi capita.
Come il temporale d’estate, la neve d’inverno, la D’Urso in televisione; tutte cose che non vorremmo vedere, sappiamo che però possono capitare e infine, in barba agli scongiuri, ce le ritroviamo davanti.

Prima o poi uno dei più cari amici masculi che hai (e occhio, parliamo di amicizia, non di te-vojo-bene-ma-come-ti-distrai-te-lo-butto-con-furore) si innamorerà perdutamente di una stronza.
E tu, amica cara, non potrai farci niente.

Comincia quasi sempre così: arriva con un sorriso a quarantaquattro denti, si, anche il più burbero e disilluso, anche quello che ha il modus operandi di Barney Stinson. Con un qualsiasi mezzo comunicativo a sua disposizione ti contatta e ti annuncia che ha trovato LA donna: quella per cui smetterà di tornare a casa marcio, ritirerà in garage la moto, rinuncerà alle partite di calcetto (che poi non sono altro se non la scusa per andare al solito pub con gli amici a tirarsi marcio e approcciare qualsiasi cosa respiri) e, se proprio proprio, rivedrà la sua vita sociale.
-Ma non ti preoccupare-. Ti rassicura: -Ne vale davvero la pena-.

Chissà perché te lo senti.

Eppure fai melina, ti mostri felice per lui e, soprattutto, eviti di fare obiezioni per non ferirlo (tipo: l’hai conosciuta 48 ore fa e già ci vuoi vivere insieme? Il fatto che come te ami la cucina giapponese non è un po’ povero come motivo?), dando l’impressione che in qualche modo tu stia vivendo una crisi di gelosia stile “Il matrimonio del mio migliore amico“.
Successivamente vi ritrovate col solito gruppo di amici, nel solito locale a fare le solite battute e a raccontare i soliti aneddoti; poi arriva l’amico, raggiante, con l’ammoredellavita al suo braccio, avviluppata come un polipo allo scoglio. Nove volte su dieci, lei vi schiferà tutti. Perché sembra essere una legge: se l’amico ha già ritirato la moto, lo strumento, detto no alle uscite e assimilato i ritmi di vita della mantide, allora lei è una maledetta stronza e non fa nulla per nasconderlo; e l’amico? Nove volte su dieci, inebriato dai feromoni della mantide-umanoide che ha di fianco, manco se ne rende conto.
Con una semplicità sconcertante annulla le funzioni intellettive, la vita sociale e tutto quello che lo rendeva una persona matura e indipendente. Prima amava la palestra e la corsa? No, ora c’è più solo la letteratura dato che lei, col suo corpo pallido, secco, l’animo gentile e gli occhiali da intellettuale, in un ambiente come quello morirebbe al primo colpo di ascella. Prima c’era l’appuntamento fisso al venerdì con l’assaggio delle grappe fatte in casa? Ma che pacchianata, meglio gli appletini del bar del corso, che ha vinto le gare nazionali di cocktail culturali*. Prima sfiniva tutti chiedendo chi lo poteva portare a vedere i capolavori dell’espressionismo tedesco? Ora ci sono più solo Neri Parenti e Vanzina, chisselincula il montaggio analogico e le metafore politiche. Prima si faceva trekking per raggiungere le terme naturali a 1600 metri d’altezza e vedere le aquile accoppiarsi? No, ora le terme fan schifo, la montagna è noiosa e le aquile tanto le vedi sul National Geographic, comodamente seduto dall’estetista mentre ti fai fare le sopracciglia e lo shiatsu.

Tu, come minimo, vorresti imbracciare una mazza chiodata e farlo fuori.

Perché non si tratta di gelosia, mancanza di affetto o esclusività su di una persona: gli amici cambiano perché si cresce e si invecchia, ovvio. Ma cambiare non vuol dire eliminare la propria personalità per fare esattamente quello che una vagino-dotata comanda; si cambia per amore quando smetti di annunciare una renza fotonica gridando “Bombaaaaaa!” (che non vuol dire esattamente smettere di scoreggiare, semplicemente cerchi di farle il più discretamente possibile), quando lei non è vegetariana come te ed eviti di chiamarla mangia-cadaveri, o quando tiri fuori una pazienza che con le altre hai mai avuto. Soprattutto, il cambiamento non è solo dalla tua parte, ma anche dalla sua, perché se lei ti ama come dice non ti proibisce di andare a suonare con gli amici quelle rare volte che capita, di comprarti l’ennesimo film splatter o di farti le tue ore in palestra. Amare è venirsi incontro, passo dopo passo.. Altrimenti è solo un rapporto slave-master.

[che può anche piacere, ma solo se intendete legarvi come salami e frustarvi con le piume di struzzo].

Così un giorno, a malincuore e con l’ansia di beccarsi degli insulti (cosa che molto probabilmente capiterà), dirai ciò che pensi: contando fino a venti, e con un certo aplomb, gli farai notare che è cambiato, troppo. Contando fino a dieci, dirai che poco alla volta ha allontanato tutti. Contando fino a cinMACHECCAZZOMOLLASTASTR**ACHETESEIRIDOTTONAMME**A!!!

Quindi, dopo avergli tenuto su la fronte quando pure sua madre l’avrebbe fatto cadere di faccia nel wc, sentito ogni sua allucinante paranoia sul mondo femminile, ascoltato ogni sua farneticazione sulle modifiche che avrebbe fatto alla moto da dieci anni a questa parte, otterrai la sentenza finale:

Da te questo proprio non me lo aspettavo.

Ah, novanta per cento delle volte l’amico, deluso e offeso, correrà dalla sua aguzzina per dirle quanto è successo e lei metterà ulteriormente zizzania.. Perché é molto probabile che una così arpia da pretendere una fotocopia umana, piuttosto che un uomo da amare, sia insicura da morire, così debole e paturniata da vedere in ogni amicizia femminile un ostacolo tra lei e il suo Fido. Preparatevi a telefonate, messaggi, minacce, tutto pur di fare terra bruciata e sistemare lo schiav ahem, il vostro amico nel suo territorio.. in attesa di accoppiarcisi e mozzargli la testa.

Al che, sconcertata, non obietti più nulla. Attendi e basta. Ti siedi sulla riva del fiume, paziente, con gli altri amici che ti tirano pacche sulla spalla, alzandosi l’umore dicendo che è meglio così, infondo se l’è voluta.

Quindi? Mi chiederete: si manda in mona un’amicizia così? Senza più fare nulla?
Esatto, ragazze. I tentativi li avete fatti, non siete riuscite a salvargli la fronte da quello spigolo su cui, prima o poi sbatterà. E, credetemi, più farà male, più sarete sicure che avrà imparato la lezione.. lo capirete perché tornerà a testa bassa, con una scusa qualsiasi, magari un banale “è da un po’ che non facciamo due parole come un tempo“. Voi vorreste recuperare la mazza chiodata e fraccargliela nuovamente in testa ma no, tenetevi perché quello che vi dirà sarà molto, molto più soddisfacente che sbranarlo con gli insulti.
Palesemente o meno, nell’arco di due minuti o cinque ore, vi dirà che avevate ragione.
Non aspettatevi una targa di riconoscimento, avrà già l’autostima sotto alle scarpe.. e fate quello che farebbe un’amica, quello che avete infondo sempre fatto: ascoltare.

E si, poi potrete finalmente concludere il tutto con: “Ma io te l’avevo detto, pirla!”.

Ah, in conclusione, c’è sempre la possibilità (remota, ma non troppo) che non torni indietro. Non saprete mai se è per orgoglio o per coglionaggine acuta, ma continuerà a vivere in simbiosi con lei, lontano da tutti, lontano da sé stesso e da quello che potrebbe renderlo felice. Cosa fare? Niente di che.

Passategli una scopa: che se la metta in c*lo e ramazzi la stanza.

*Ragazzi, non scherzo: in un bar in centro a Crema (gestito da un pluripremiato inventore di cocktail) sulla lista troverete i cocktail culturali. Io ne ho assaggiato qualcuno.. buoni eh, ma son rimasta ignorante come prima.

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.