Di reflex e parenti molesti.

Esiste una legge universale, comprovata e riprovata dalla società odierna e rammentata spesso da qualche professionista del settore: possedere una reflex, o una macchina fotografica che costa più di 300 euro o che abbia più di 12 mpx di risoluzione NON fa di te un fotografo.
Lo ammetto tranquillamente: faccio parte della categoria del “possiedo-e-mi-ci-diverto“, quindi chiedo consigli, leggo qualche tutorial, faccio scatti assieme ad altri con più esperienza.. ma soprattutto fotografo per puro piacere personale, quando mi va e quando le condizioni me lo permettono. Non sono certo io a propormi in prima persona.

Ci sono però persone un po’ ingenue che, vedendomi con una reflex in mano, pensano che possa sostituire un fotografo professionista.
Persone con le quali stronco immediatamente sul nascere l’equivoco, ma evidentemente non stronco abbastanza.
Persone che continueranno a pensare che se ho la reflex le mie foto magicamente avranno luce, inquadratura e messa a fuoco che manco Capa.

Soprattutto (in qualche caso ancora più specifico): ho la reflex, faccio belle foto e a COSTO ZERO.

Andando in casi sempre più specifici, ci son persone che mi ispirano con gran naturalezza il dito medio e che, notata al mio collo la reflex, riescono a farmelo sollevare con ancora più facilità.. Come dire, degli esperti in maieutica del vaffanc*lo, gente che di Socrate e della metafora della levatrice non ne sanno nulla ma che praticano allo stesso modo con la mia furia omicida.

Questo fenomeno si intensifica specie sotto ricorrenze (anche) religiose in cui ci si mette la “vestimenta d’la festa” (in italiano: outfit per le grandi cerimonie) e si sfoggia il proprio amore per lo spendere i soldi quando in realtà non ci sono. In queste circostanze la sottoscritta, se dotata di reflex, non ha più possibilità di bere, mangiare o anche solo intrattenere gli altri invitati. DEVE scattare foto.
E come incentivo si fa leva sui gradi di parentela, sul fatto che io sia proprio una brava ragazza, spiritosa, gentile, ma soprattutto dotata di talenti artistico (tutte doti che nel resto dell’anno non si materializzano, evidentemente) oppure sul dispiacere che provocherei a chi, tra quarant’anni, non potrà rivivere la gioia di certi eventi perché sprovvisti di album.
Voi direte “e scatta ste’ foto, che ti costa?”.
Effettivamente niente. Ma i grazie li accetto volentieri, così, perché sono stata educata in un certo modo (evidentemente obsoleto).

E se ancora non capite il mio stato di angoscia.. tenete conto che segue, nemmeno 24 ore dopo, il martirio degli sms.
Ammetto di avere la memoria corta e che spesso i miei amici mi debbano ricordare di inviare loro delle mail anche due o tre volte; ma, per il caso di cui sopra, avviso: “una settimana che le metto a posto”, in modo da portare qualche foto in più per la gioia degli immortalati.

Oltretutto la selezione degli scatti e la post-produzione richiede un certo tot di tempo tenendo conto che, dopo la visione di qualche foto, devo correre in bagno (preda di conati), in cucina (per una rilassante tisana alla valeriana) o semplicemente devo aspettare che mi passi la crisi di risate. 
Purtroppo, per quanto l’abbia premesso, arriva lo stesso la sequela di sms: sgrammaticati, con abbreviazioni da mettere in difficoltà anche i bimbominkia più esperti (quando in realtà basterebbe arrivare subito al concetto: il mio egocentrismo non mi permette di sopravvivere se non mi rimiro in almeno dieci foto nuove a settimana), e ricchi di nomignoli e smancerie.

Siccome in questi casi la Mail è uno strumento ancestrale, avvolto dalle nubi del mistero e dell’oblio cosmico, son costretta a portare di persona la chiavetta. Questo implica il mio ritorno tra le risaie che, ultimamente, non è a cadenza settimanale ma bi-o-tri-settimanale. E questo implica altri sms in cui mi si chiede se ho già visionato gli scatti, quanti sono, se sono belli come si spera (“macceeeerto, tu hai la macchina-fotografica-che-fa-le-foto-come-quelle-del-fotografo!!!“), se ne ho fatte più dell’altro amico camera-dotato (si, perché sai mai che una macchina fotografica non sia abbastanza per immortalare tutti  i momenti salienti di una cerimonia.. quindi si vanno a contattare amici/colleghi/conoscenti che han fatto il grave errore di dire che hanno acquistato una fotocamera di recente) e se per caso in settimana scendo.. così me le porti che sennò muoio  ci si vede, che è sempre un gran piacere frequentarsi.

E a fine di tutto -forse- arriva un “grazie”, di cui non sentirò più il suono fino al prossimo servizio fotografico.

Però prima o poi questo sfizio me lo toglierò.. così, per puro divertissement, dopo aver creato suspense dicendo che ho ben 4320 foto spettacolari, fighe proprio come quelle della migliore fotografa della città, “aggratis” e già pronte per entrare nel mai sazio album di foto-ricordo, dirò che mi dispiace tantissimo ma…

l’Hard Disk su cui avevo salvato tutto è morto di autocombustione.
Che vuoi, a volte succede.

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.

2 Risposte a “Di reflex e parenti molesti.”

  1. Ma perchè la macchina fotografica figa?Io tanto ho il cellulare!! XD

    Dai Paoli…pensa che in fondo un po’ di risate te le fai sempre…hai comunque pensavo di farmi un servizio fotografico in bagno con duck face da mettere su facebook…posso prendere in prestito il tuo talento artistico??Ovviamente ripago con tanto bene e affetto!! =)

    DUCK FACE!!!! XD

    Oh no…adesso devo dimostrare di non essere un robot!!

I commenti sono chiusi.