Di parenti, fine settimana e insalate del lunedì

È lunedì, amici. Non so ancora cosa mi riservi questa settimana pre-natalizia ma una certezza su cui mettere la mano sul fuoco già ce l’ho:

“Stasera insalatina”.

Il “Stasera insalatina” è un mantra che ripeto ogni lunedì da sei anni a questa parte. Che non vuol dire necessariamente che mangerò due foglie d’erba, potrei anche ovviare su una minestra o una tisana depurativa a seconda di cosa mi sia scofanata il giorno prima.

Perché uno dei grandi problemi di chi i parenti stretti li vede una volta settimana o meno è proprio l’ingrasso della domenica.

Chi, a differenza mia, li ha al piano di sotto o nella casa di fianco, mi spiace, non può capire: anche se durante la settimana ci si sente via telefono, Whatsapp, Skype o Messenger, l’unico momento vero e proprio di incontro rimane il fine settimana, ovvero due giorni di fuoco in cui genitori e suoceri devono colmare la carenza d’affetto dovuta alla lontananza dai proprio pargoli con un metodo che solo le mamme italiane possono vantare: la cucina.

Anche perché si sa, la settimana per tutti è quasi sempre un incastro di impegni in cui anche la decisione di cucinare una parmigiana va’ soppesata attentamente non tanto per le calorie quanto per il tempo che ci vorrà a cucinarla. Non parliamo poi di quanto poco ci si gode la cena perché anzitutto bisogna nutrire il pargolo, controllare che il contenuto del cucchiaino centri la bocca e non finisca lanciato sul gatto, contrattare la quantità di pane e formaggino da somministrare con la minestrina di verdure, richiamarlo all’attenzione se si imbambola a fissare qualcosa e convincerlo che no, il ventilatore del lampadario di inverno non si accende.

E tutto questo le mamme lo sanno.

Così decidono di farci recuperare in sole 48 ore tutte le calorie che ci siam persi nei giorni feriali, propinandoci un piano alimentare che rispetto a dieci anni prima, quando vivevamo sotto lo stesso tetto, ha triplicato grassi e carboidrati.

Si, lo so cosa stanno pensando le diet addicted (quelle dello stile-di-vita-sano e che instagrammano vegetali e tofu con hashtag snervanti tipo #DimagrireConGusto, #HealtyFoodShare o #Motivation): è questione di volontà. Non si guarda in faccia né ai genitori né ai suoceri e si saltano a piè pari gli antipasti, si declina la lasagna al salmone e ci si butta sulle verdure bollite che ci saremo fatte preparare apposta, previa telefonata in settimana (voi non lo sapete, ma parobabilmente mentre dicevate di prepararvi solo 130g di fagiolini bolliti e dieci bacche di goji, mamma si stava già whatsappando con padre Amorth per un esorcismo). Chissene se poi nella tua ex casa le tradizioni si sono conservate e la Nutella, coi suoi grassi idrogenati, è sempre nascosta ingenuamente dietro alle fette biscottate, se le schiacciatine chimiche sono sempre dentro alla teglia, nell’ultima anta a destra, e se, come ai tempi del liceo, mamma si lamenta che ti spari la piadina alle due di notte però nel frigo ti lascia tutto il necessaire per placare la fame pre-nanna.

Per non parlare della fermezza che devi dimostrare davanti alla suocera che ti porge per tre volte sotto al naso (in modo che tu possa annusare bene ciò a cui stai rinunciando) il brasato con croccantissime patate al forno.

Beh, che dire, io tanta perfidia per spezzare il cuore a madre e suocera non ce l’ho.

Sono una persona molto empatica e non mi va di rattristare due donne che possono coccolare la propria prole solo due giorno a settimana, mentre per i restanti cinque penano al pensiero della pentolona di minestrone sciocco che metto in tavola per questioni di tempo e praticità. Poi volete mettere? Ci sediamo a tavola e mangiamo. Qualsiasi cosa nano faccia ci sono altre due paia di occhi che se lo mangiano, ad ogni “beh” c’è sempre un nonno o una nonna che si prodiga a spronarlo a finire il piatto se tentenna, che gli prepara seduta stante i pezzettini di frutta da spizzicare nel mentre che gli altri finiscano il proprio pasto o che improvvisa un one-man-show se inizia ad accusare segni di insofferenza verso il seggiolone. Lo stomaco finalmente si rilassa e reclama tutto quello che avrebbe voluto mangiare nei precedenti cinque giorni.

Ecco perché la forza di volontà la lascio al mio indirizzo di residenza, nel cremasco.

Ed ecco perché la domenica sera, non appena salgo in macchina con l’arrosto del pranzo che fa a scaldamani con il pollo alle mandorle della cena, mi pongo il primo obiettivo della settimana: il lunedì insalatina leggera.
Se poi la spossatezza permane la decisione si estende anche a martedì, mercoledì… fino a quando il cinghiale che mi dorme sullo stomaco non decide di sgomberare.

Bene, il senso di questo post (a parte informarvi di quanto siano scarse le mie possibilità di avere un fisico tonico e asciutto) è che ho fatto di necessità virtù e ho accumulato una certa esperienza nel prepararmi insalate e minestre che potessero dare anche un po’ di godimento alle papille gustative. E dato che nella scala delle personalità influenti in Italia i food blogger avanzano di sempre più posizioni cercherò di sfiorare la celebrità con le mie ricette e il relativo hashtag #LunedìInsalatina.

Oh bene nel mentre ho raggiunto gli 800 caratteri, sono a posto col SEO, posso quindi salutarvi e rimandarvi a lunedì prossimo (mica vi aspettavate che iniziassi già oggi?) con la prima insalatina del lunedì.

E se proprio non attacca.. passeremo alle #lasagnedelladomenica.

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.