Di matematica e calcoli errati

Allora, fondamentalmente è tutta colpa della prof di matematica delle medie.
Tale professoressa inFausta.
Perché dico ciò? Semplice: alle elementari matematica (pur con qualche difficoltà nel copiare i numeri giusti dalla lavagna) la trovavo divertente e interessante. Poi sono salita di piano (a SanGermanoCity medie ed elementari sono nello stesso edificio) e mi sono ritrovata lei: la donna che avrebbe costituito il mio incubo peggiore per i tre anni più duri della mia vita.
A parte il fatto che ok, è palese che già di mio non sono portata al calcolo.. ma l’odio viscerale verso il mondo dei numeri  FONDAMENTALMENTE me l’ha provocato lei, la Fausta.

Alle elementari sono sempre stata la cocchina delle maestre, anche laddove mi scappava qualche -raro- voto basso. Mai un’insegnante che dicesse a mia madre: sua figlia è una capra, non c’è speranza; mai una nota, mai un motivo per farmi odiare.

 [Toh, una volta mi hanno rimproverata perché ho dato della stupida ad una compagna di classe, ma visto poi come le cose si sono evolute.. avevo semplicemente visto lungo].


Invece alle medie cozzai contro la signora inFausta che non solo mi aveva presa palesemente di punta, ma aveva quell’odiosa incapacità di limitarsi all’insegnamento della matematica e di interessarsi ai fatti extrascolastici. Tipo che le piaceva sapere chi aveva il fidanzatino, se sgamava dei bigliettini li leggeva davanti a tutti e a volte si univa anche agli sfottò. Ed ovviamente aveva le sue predilette (le più popolari, guarda caso). In totale ero presa in giro dai compagni, quelli che non erano i miei compagni e dalla mia insegnante di matematica.

[Ah, avrei qualcosa da ridire anche sull’operato della prof di disegno tecnico, ma merita un romanzo a parte per le ore perse a parlare di suo figlio Fausto detto Faustino (chissà se qualcuno gli ha mai narrato quanto la madre violava la sua privacy con intere classi che chiedevano apposta di lui.. solo per posare matite e squadre e non fare una beata cippa)].

Comunque, per farvi capire quanto fosse simpatica vi dico solo che all’esame di terza media, ora di consegnare, prende il mio foglio e mi fa:
-Sei la solita! Hai sbagliato! Non è questo il risultato!-.
Ovviamente a voce alta, sai mai che al bidello sfugga che Zanetti s’è appena giocata l’ottimo. Sono uscita di classe sul punto di esplodere in un pianto disperato, non fosse che una mia compagna mi chiede “ma perché, a te che risultato usciva?”.
Dissi i numeri. Erano quelli. Chiesi anche al secchione della classe, per essere proprio sicura: sempre quelli erano, Cristoforo Colombo, vuoi che proprio Gobbi sbagli?
E infatti passai bene l’orale, lodata da tutti tranne che da sta maledetta.

Orgogliosa, incassai il mio ottimo e mi apprestai ad affrontare il liceo scientifico-tecnologico a testa alta (alla faccia sua). Tuttavia ormai il mio rapporto coi numeri era seriamente compromesso: a nulla valsero gli sforzi della professoressa del liceo, la quale alle volte mi guardava con l’espressione del ma-perché-non-fai-uno-sforzo-tanto-lo-so-che-non-sei-deficiente; a nulla valse la media dell’otto in quinta e a nulla valse il primo 10- preso in cinque anni in quella materia.

E dopo tre anni di I.E.D. rimossi completamente tutto quello che avevo imparato.

Insomma, tutto questo preambolo era per dirvi che ancora oggi non so far di conto.
Nemmeno contare 28 giorni di fila.
E questo ha fatto si che nel primo pomeriggio del 30 ottobre 2013 le lineette sul test di gravidanza fossero due.
Non una. Due. Ergo: bebè in arrivo a giugno, sperando che tutto vada bene.

Così distanza di ben diciannove anni ripenso alla signora inFausta e le dico grazie, grazie per avermi fatto venire questo trauma con la matematica, perché se avessi contato giusto io sarei ancora a guardare di sottecchi i bambini e tutte le donne che diventano mamme, in bilico tra il desiderio ed il rifiuto della maternità. L’avevo detto nel precedente post: sono una che per insegnarle a nuotare la devi buttare in acqua senza braccioli.

Quindi, prof, in fin dei conti lei non è proprio stata una piaga nella mia vita pre-adolescenziale. Certo, ancora adesso sfrutto mio marito come calcolatrice umana e probabilmente non saprò aiutare tanto mio figlio nei compiti di matematica, ma confido che il pupo prenda l’intelligenza del padre e che insegnanti come lei non circolino più nelle aule italiane.

Le ripeto: ancora grazie di cuore.

La sua allieva che nella propria vita non doveva combinare una beata mazza.

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.