Di mammitudine e cacca

Uno dei misteri più oscuri della genitorialità, agli occhi di chi genitore non lo è, è il rapporto quasi morboso che abbiamo con la cacca della prole.

Quando ci chiedono come stanno i nostri figli, per quanto avevamo spergiurato di non farlo quando eravamo sull’altro fronte, cadiamo nell’argomento e ci lasciamo andare ad accurate descrizioni: si, il bambino cammina ma ieri dovevi vedere cosa non ho trovato nel pannolino, gli è arrivata fino a metà schiena; il nano ha detto “mamma”, una figata, poi a sto giro ha cagato verde! Si, tutto bene, la tosse è finita, meno male perché con gli antibiotici la cacca aveva un odore di chimico che lèvate… il tutto ignorando quell’espressione di schifo sui volti degli astanti, espressione –ça va sans dire– che fino a qualche anno prima avevamo proprio NOI.

Proprio perché adesso sono mamma e posso capire (cliccate qui per capire cosa posso capire e cosa no a detta di esperti), mi faceva piacere condividere con voi il best of di cosa ho trovato nel pannolino di mio figlio in ordine cronologico, dando modo ai futuri genitori e a chi ancora non ha intenzione di esserlo una certa preparazione in materia. Pronti?

Allora, se allattate al seno il vostro primo approccio sarà con la yogurt-cacca: colore ocra dorata, non emette ancora l’aroma fecale che tutti noi ben conosciamo ma una strana nota di yogurt rancido. È liquida e viene evacuata più volte a spruzzo con una certa violenza, ecco perché solitamente bisogna correre a cambiare il bebé prima che il tutto esondi (e lo fa con una certa facilità, pannolini high-tech o meno) macchiando irrimediabilmente body e tutina.

Quando si introduce il primo omogeneizzato di frutta per merenda (o frutta frullata a seconda del credo alimentare del vostro pediatra) la cacca inizia a perdere un pochino quell’aroma di yogurt che in fin dei conti è quasi piacevole. Inizia a essere meno liquida e più contenibile.

Con le pappe miste a omogeneizzati e brodo di verdura comincia a perdersi l’innocenza. Vedrete che man mano che il latte materno viene meno ai pasti l’odore si farà sempre più simile a quello della cacca adulta. Poi non so se ci lasciamo colpire dallo sguardo dolce del nostro pargolo e la cacca ci sembra sempre e comunque meno fetida di quel che è veramente, fatto sta che molti genitori la ritengono ancora santa e tacciano di fighettaggine parenti meno stretti e amici che non sono d’accordo. La frequenza, nota positiva, cala ma gli episodi sembrano concentrarsi sempre durante i vostri pasti. La cacca si addensa.

Man mano che introdurrete le verdure potreste divertirvi a vedere cosa restituisce l’intestino di vostro figlio (e scoprire quali alimenti se ne fottono dei succhi gastrici e dei villi intestinali). Ad esempio se gli rifilate pomodori e carote avrete un terra di Siena tendente al rosso mattone. Con le zucchine le tonalità vireranno verso il giallognolo/verdastro e se non le avete spelate riconoscerete senz’altro i pezzettini verdi della buccia. Con la patata la cacca diventa più solida e più contenibile, d’altro canto se il problema è l’eccessiva solidità basta aggiungere delle verdure verdi e tornerete al fiume in piena cui eravate abituati. Vi sconsiglio vivamente di provare le prugne a meno che non ce ne sia bisogno perché l’effetto bomba è garantito.

Una volta introdotto l’uovo anche i più afecionados della teoria “cacca santa” iniziano a vacillare. L’odore ci rimanda alla triste realtà: nostro figlio sta crescendo e il mondo, col suo cibo, lo sta corrompendo rendendolo un produttore di cacca qualsiasi.

Arrivati a fine svezzamento chiunque (nonni compresi) si rende conto che l’età dell’innocenza è ormai tramontata. La realtà viene accettata e la cacca viene definita ormai per quel che realmente è: merda, facendo scattare tra i genitori lo scarica barile per cambiare il pannolino. Anche i nonni, che solitamente si lanciavano in bagno al primo movimento intestinale dei nipotini, ora fanno gli indiani e adducono scuse tipo “ho la roba sul fuoco, guarda che forse il nano l’ha fatta”. Con un po’ d’esperienza, guardando il pannolino riusciamo a risalire a cosa ha mangiato all’asilo senza aver letto il menù e senza chiamare i RIS di Parma: lenticchie e mais fanno capolino restituendo un effetto “pimpa”, la cacca post colazione ha sempre quella vaga essenza di latte e biscotto, l’odore di putrido lascia intendere che ci abbia dato dentro con il cavolfiore.

Se poi fate parte di quei genitori i cui figli cagano il mondo con la dentizione, saprete esattamente quando il prossimo dente sta bucando la gengiva.

Quindi capiteci se ne parliamo spesso.

Per noi la cacca del bambino è un modo per monitorarne lo stato di salute e prevedere eventuali notti in bianco, rassicurarci che tutto stia andando per il meglio o regolarci su cosa cucinare per i prossimi pasti.
Una cacca perfetta vuol dire che a sto giro abbiamo azzeccato tutto.
Ecco perché ve ne parliamo con gioia o ansia al pari di che sillabe ha proferito oggi il pargolo o di quanti passi è riuscito a fare senza cadere.. la coprofagia non centra, giuro.

 

 

 

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.