Contatti da evitare su facebook – parte 2

Attenzione: post ad alto tasso di polemicità. C’ho la carogna sulla spalla [aridaje, mi vien da dire, questo conferma che la Nutella è un antidepressivo e starne lontana per troppo tempo fa’ danni] e nonostante le violente manate che le tiro è ancora li. 
Quindi vai di post polemico. 
Poi prometto che la smetto.

Sono passati otto mesi da quanto ho pubblicato questo post (polemico anche lui, ovvio). Pensavo di aver esaurito le categorie più generiche di quelli che mal sopporto sul social network più famoso in occidente, e invece no: eccone altre quattro [Che poi potrebbero diventare di più, sai mai che può capitare nei prossimi minuti] e se avete delle nuove proposte commentate che faccio poi un resoconto con diagramma a torta.

I complottisti. 
Non so come facciano a dormire con tutto quel che di segreto sanno sui mali del mondo e che cercano di svelare a noi, poveri ignoranti, schiavi del sistema e disinformati in preda agli occultisti. Ogni link in cui si informa di una qualsiasi malefatta del governo americano o cinese (sono le due nazioni nella top ten degli stati nemici, poi seguono russi, israeliani e giapponesi) è fonte di salvezza e si prodigano a pubblicarlo senza leggere né controllare la grammatica né verificare il senso di quanto scritto. L’importante è che il titolo inizi con “ATTENZIONE! GUARDATE COSA IL GOVERNO CERCA DI NASCONDERCI…” e che abbia in totale almeno 35 punti esclamativi nel testo che segue. Dietro ai monitor di questi elementi si nascondono spesso personalità introverse ma desiderose di essere d’aiuto al prossimo (metti che qualcuno scambi quella ciste di pus per un insetto-robotico del maledettogovernoamericanochecercadicontrollarcitutti), persone che non hanno capito che youtube non è un titolo di studio o un istituto di ricerca equiparabile al CERN, frustrati in cerca di attenzione ed ex studenti a con la media (a loro detta ingiusta) del 3 in materie scientifiche poiché l’insegnante faceva parte di questa lista.
p.s. se un giorno la teoria delle “scii chimiche” (chiamate così proprio da uno scii-chimista, mica sono ignorante..) risulterà provata SCIENTIFICAMENTE con dati credibili alla mano e non da reazioni chimiche scritte ad cazzum (che pure uno studente del primo anno di ITIS identificherebbe come MINCHIATE) prometto solennemente che scriverò una lettera di scuse qui sul blog. [Ma fino ad allora mi sbellicherò sui loro blog].

I depressi cronici.
Va bene lo ammetto, questa è una categoria a larga maggioranza femminile. Vuoi perché noi donne siamo vittime della sindrome pre-mestruale (e a tutti gli ometti auguro un giorno di ritrovarsi le gonadi femminili anche solo per un giorno.. così, per capire), vuoi perché l’animo femminile è più sensibile, vuoi perché siamo sempre alla ricerca di qualcuno/a che ci capisca come gli altri non fanno… vuoi perché i periodi neri capitano a tutti. Però, lasciatemelo dire, la pubblicazione a oltranza (e per oltranza intendo dal momento dell’iscrizione) di link e status sulla solitudine, la svalutazione dell’amicizia, la caduta dei valori, la sofferenza dovuta ai tanti str*nzi incontrati e agli ex che non ci meritano.. rompono. Davvero. Capisco il momento nero, capisco la delusione per quello che ci capita di brutto durante la giornata ma porca paletta… a volte mi domando se il giorno dopo quella persona sarà viva o si sarà suicidata; siccome poi il più delle volte il giorno dopo il soggetto è di nuovo li a pubblicare cose tipo “ennnonnnnsaiquantoamoresprecatoaspettandochetutiaccorgessidimeeeeeee” o “io non sono stronza, è la vita che mi ha fatta così” [che detto dalle quindicenni vien da dire “ma a trenta che fai? T’ammazzi?”] sorge quasi il dubbio che sia tutta una scusa per essere cagate.
Perché si, cari ometti, un “mi piace” può far tanto all’autostima.
Pensateci la prossima volta che volete rimorchiare facile.

I bimbiminkia.
Frasi sgrammaticate, accenti messi ovunque tranne che dove servono, frasi composte da sillabe di consonanti accompagnate da emoticons che dovrebbero aiutare a capire almeno se quanto è scritto dovrebbe suscitare gioia o tristezza, messaggi di devozione a Justin Bieber, One Direction e altri che manco so che accidenti facciano per campare se non essere idolatrati da tredicenni pervase di ormoni. Ed è solo l’assaggio.
Perchè se hai anche solo un/una bimbominkia tra i tuoi contatti presto ti ritrovi la bacheca piena di foto. Tante foto.
Il bagno si eleva da luogo di “scarico” e pulizia a trendissimo set fotografico, in cui il soggetto si auto-immortala in almeno 40 pose diverse; denominatore comune: a petto nudo se uomo, in biancheria intima o vestitino se donna. Possibilmente in piedi sul cesso o nel bidet. E non importa se papà o mamma fuori implorano di entrare perché non la tengono più, i bimbiminkia, una volta conquistato il bagno, scattano, scattano e ancora scattano: col cellulare, con la fotocamera e pure con la reflex perché non sia mai che alla risoluzione della macchina fotografica scappi l’occhio pesto di ombretto, le labbra rimpolpate per rendere al meglio quella che molti definiscono la “duck-face” (faccia d’ anatra letteralmente, ma credo che il demotivational sia più esplicativo), capelli ingellati, spettinati ad arte, acconciati per l’occasione (i servizi fotografici vengono presi sul serio come solo le modelle professioniste sanno fare) e le tette (o proto-tette, perché c’è chi ancora non ha il ciclo ma ci tiene a far vedere i progressi del proprio sviluppo).
[Queste spesso saltano fuori (o si mostrano timidamente, nel caso undicenni ancora non sfiorate dagli ormoni) grazie a mani che si aggrappano alle scollature delle maglie in posa “ops, ma dai, mi si vedono le tette! Tu però concentrati sul mio sorriso che sono minorenne e rischi la galera”].
Vi risparmio i commenti alle foto e le risse che si scatenano tra le biberine e le directioners sulle rispettive pagine fan. Soprattutto non andate a leggere dopo aver realizzato che questi elementi sono il futuro della nazione.
C’è però qualche aspetto positivo in questa vicenda: i ragazzi della mia età a 13 anni, per le prime esperienze onaniste, non potevano certo contare su così tanto materiale.. dovevano cercare il postal market della mamma e sperare che la sezione “intimo” non deludesse (occhio poi a far scappare più in avanti le pagine nei momenti di massima foga, dove c’erano le panciere e la biancheria per anziane); le ragazze invece passavano i pomeriggi sulle panchine a domandarsi se si potesse rimanere incinte con un bacio (dubbio solitamente eliminato al primo acquisto del “cioè“, in cui immancabile, qualcuna lo chiedeva nell’angolo della posta) ora invece è tutto chiaramente scritto in bacheca o su twitter.

Gli splendidi splendenti.
Loro son perfetti, fashion, indubbiamente immersi fin dalla nascita in un’aura di figaggine che solo pochi eletti possono vantare. Poco importa se chi li ha conosciuti dal vivo potrebbe dire che no, non sono come si dipingono, non sono persone in carriera, musicisti professionisti, artisti maledetti, produttori, art director di giovani studi pubblicitari, fotografi, poeti, scrittori, manager, politici e intellettuali; lo splendido splendente vive d’apparenza e d’immagine-auto-costruita, circondandosi soprattutto di amicizie “recenti”, magari “amici di amici”, contatti abboccati da vari gruppi o pagine fan, insomma di gente che possa credere ad un diploma di conservatorio mai ottenuto e lauree magistrali inesistenti.
E, soprattutto, vivono dell’invidia altrui.
Non hanno una foto in cui sono spettinati, col doppio mento o con le sopracciglia in disordine; l’abbigliamento è sempre cool e, come arriva la notifica di un “mi piace”, con una falsa modestia sfacciata si auto-commentano: “dai, ma sembro una scappata di casa!” oppure “ma si, me l’han scattata di nascosto” (azz che culo, verrebbe da dire, e ti han beccato nell’esatto istante in cui casualmente ti sei messa in posa e guardavi l’obiettivo con la lingua attaccata al palato per evitare il doppio mento?) mettendo poi il “mi piace” sia sulla foto, sia su quello che hanno scritto.. così, per ribadire il concetto che hanno un overflow di autostima. Altro segno sono le testimonianze in forma di status o foto della loro impegnatissima vita sociale: l’insegna del locale in cui passeranno la serata, la foto con ogni singolo presente alla festa (che poi non è chiaro se i fotografati sappiano che finiscono nell’album “super-mega-ammici-di-sempre” pur non conoscendo manco il nome di chi li immortala), i pubblici ringraziamenti sulle bacheche e i tag in qualsiasi status dal sabato a minimo fino giovedì.. quando poi comincia il week end successivo e la tiritera si ripete con un’altra ventina di persone nuove.
Tipico è il cercare nelle bacheche altrui occasioni per commentare e dire in maniera velata che la loro vita è sempre e comunque meravigliosa, per quanto inventata al 70%; ma non preoccupatevi: uno splendido splendente, giunto a un certo numero di balle sulla sua vita, prima o poi si contraddice e si smerda da solo. Basta solo aver pazienza…

E, come dissi l’altra volta, ricordatevi gente: non importa chi vi faccia venire il nervoso, vi importuna, vi rende la permanenza su Fb meno piacevole.
Avete sempre un bellissimo comando che si chiama “segnala/blocca”.
è un vostro sacrosanto diritto usarlo, mentre il “ma va a caghè” all’ennesima colossale palla dello Splendido Splendente è un obbligo morale.

 

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.