CHISSENEFREGA!

Continuo a ripetervelo: sono complessata riguardo la mia forma fisica e allo stesso tempo troppo pigra per prendermene cura. Ergo sono la mia peggior nemica.
Oggi però mi son voluta bene e ho tirato di nuovo fuori i miei roller, dando un rendez-vous a mio marito all’entrata di Crema città; siccome da Trescore Cremasco a Cremosano la pista ciclabile diventa progressivamente un marciapiede e poi, nel punto più stretto della via via principale di Cremosano, un invito al dolore fisico (nel senso che sparisce e tu ti devi arrischiare a sbucare da dietro l’angolo di una casa dove solitamente le macchine han paura a passare due alla volta), ho optato per farmi scaricare poco fuori quest’ultimo.
Ora ok, io sono paranoiata, ma certi dettagli non penso siano frutto delle mie paturnie da lettrice-media-di-Cosmopolitan&Co.

Per esempio.
Ho con me uno zainetto, quello con cui andavo al liceo. Non enorme, ci stanno comodamente le mie scarpe da ginnastica, il cel, l’eventuale iPod (che mi sa non metterò mai perché é davvero utile sentire il campanello dei ciclisti che ti stanno per sorpassare) e le calze di ricambio. Ovviamente la prima cosa che faccio è sedermi su una delle panchine, levarmi le scarpe, infilarle nello zaino e partire. Oggi devo aver scelto la panchina sbagliata.
Passa un vecchino in bici. Guarda e sorride. Potrebbe andar bene così ma, a due metri da me, sospira:
“Signore, ma cosa si mettono i giovani d’oggi ai piedi?”.
Che io dico va bene, anni e anni fa non c’erano, ma santo cielo i roller li ho visti per la prima volta io al Carreofur (anzi, all’epoca Continente) di Vercelli nel lontano Natale del 94.
Ma non basta.
Davanti a me c’è l’ingresso di una villetta e mentre armeggio per sistemare bene lacci e stringhe, un piccolo e tenero cagnolino sbuca. Mi guarda. Gli sorrido. E parte una cagnara allucinante, tanto che la proprietaria signora esce di casa per guardare, incrocia il mio sguardo e mi fa una scansione da capo a piedi con occhiataccia conclusiva.
Finita la sistemazione parto.
Da dietro (notare che ero tutta sulla mia destra) parte uno scampanio che quasi mi preoccupa. Mi metto più a destra possibile (un passo falso e finisco in mezzo alle piante di mais), dopodiché mi fa il pelo una donna di mezza età che -tra l’altro- sbuffa. Eh cazzo, penso, manco fossi moby dick.
Procedo quasi felice per tutto il tratto fino ai Mosi dopodichè, per la gioia di tutti i pattinatori, la strada passa in mezzo alla frazione e li, dietro la chiesetta, l’asfalto si interrompe e parte il ciottolato; ad aumentare la sfida (intanto assumo l’espressione del “challenge accepted!”) ci sono una decina di bambini con mamme che guardano sospettose l’arrivo di questa straniera sui roller (e li penso, ma che ho? una stella satanica tatuata sulla fronte a mia insaputa?). Passo indenne anche loro e arrivo poco più avanti, dove trovo altre panchine, con altri anziani, che per seguirmi fanno compiere ai loro deboli colli una rotazione progressiva di 180°. Uno di loro mi omaggia con:
-Vai piano che sti cosi sono pericolosi!-.
A quel punto ringrazio, ma mi tocco la tetta sinistra*.

Poco più avanti sorpasso la donna di mezza età che va lenta e mi sento una gran figa nello sfrecciarle di fianco.. senza sbuffare infantilmente, chiaro.
Sorpasso una serie di joggisti che vanno dal giovane madido di sudore al pensionato che sta per avere un infarto, joggiste in canotta e pantaloncini da maratoneta professionista o in reggiseno del costume e pantaloncini corti (ma quando questa passerà davanti ai vecchietti di cui prima, questi che faranno? E le mamme dei bambini innocenti che vedranno quella terza abbondante sobbalzare? Bah)..

..e poco a poco mi rendo conto che CHISSENEFREGA.
Solo che quando ormai mi godo la “rollerata” ormai la pista ciclabile è finita, sono arrivata a Crema e la macchina di Robi (meravigliato per il poco tempo che ci ho messo) è a bordo strada che mi attende.

Domani mattina lo ripeterò quasi come un mantra: CHISSENEFREGA-CHISSENEFREGA-CHISSENEFREGA!
Vediamo se funziona.

*gesto anti-sfiga che mi insegnarono alle medie, alla domanda “ma se non ho i maroni da toccarmi e nemmeno il ferro.. che faccio?”.

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.

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