A una certa età.

Due anni fa decisi, per tutta una serie di motivi, di prendere lezioni di basso.
Siccome avevo già 27 anni, ero sposata e tutti da me al massimo si aspettavano o il concepimento di un pargolo o un lavoro serio (di quelli regolarmente stipendiati, per intenderci), non dissi niente; confidai questo desiderio solo a mio marito che, invece di dirmi saggiamente “t’è fola” (“sei pazza” in dialetto piemontese), mi diede l’ok e mi sovvenzionò pure l’iscrizione al corso.
[Perché lui è uno dei mariti migliori del mondo, checché le frustrate malignino.]
Conoscendomi avevo calcolato massimo sei mesi prima di abbandonare. D’altronde io con gli strumenti a corde ci ho sempre litigato (non parliamo di chi li suona..) e, dato l’esito fallimentare delle lezioni di chitarra, non mi aspettavo niente di che. 
Poi, un giorno, dopo tre ore filate di Santi e Madonne, sono riuscita a suonare tutta Money dei Pink Floyd senza mai sbagliare, per di più divertendomi.
Li capii: quel rapporto poteva continuare.
Poi è arrivata la proposta di un gruppo, le prime prove, la ricerca degli elementi (nel mentre ero sempre in ballo coi soliti gruppi come cantante) lo sconforto per il suono che non usciva come volevo, la lotta tra il desiderio delle mie gambe di muovermi e saltare mentre suono e le mani che devono premere la corda all’altezza giusta. Soprattutto la domanda: ma io alla mia età.. possibile che debba salire su un palco con un’ansia che mi uccide lo stomaco, impaurita come la prima volta che ho suonato le tastiere in pubblico (e che pubblico! Era una casa di riposo…), per di più in un posto dove l’unica bassista principiate mi sa tanto che sono io?
E si, possibile.
Perché poi, ripensandoci, non sono l’unica che arrivata a “una certa età” (che poi è sempre una certa età, che tu sia giovane o vecchia quando dici che inizi a imparare qualcosa sei sempre nel range di anni sbagliato per il popolo) ha deciso di imparare da zero qualcosa. Mi ricorderò sempre un amico batterista [che ora studia, insegna (al Collective di NY, mica cazzi!) e lavora (come batterista!) sempre a NY] che diceva a mio marito di non farsi fisime per prendere lezioni di batteria, lui aveva un allievo cinquantenne. 
E stiamo parlando, ripeto, del Collective di NY.
Poi pensavo alle ragazze del Melody Rock, che pur con lavoro, famiglia e impegni vari, si son messe in gioco ed hanno imparato a cantare; ad un’ amica e collega che, over-40, si è iscritta a un corso triennale delle Scuole Civiche di musica; a un altro “ragazzo” della stessa età che un giorno per scherzo si è seduto dietro una batteria e gli è piaciuto talmente tanto suonare da non solo prendere lezioni, ma iniziare a suonare anche fuori dal proprio garage.
Voglio dire, in sostanza, che il discorso “ad una certa età” dice tutto e dice niente.
Di imparare non bisogna averne mai abbastanza.

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.