30 + 3

Eccoci qui.

Siamo arrivati al 19 giugno, giorno del mio e del tuo compleanno.

Lo facciamo insieme anche se ormai io dico che la festa è tutta per te.

Quando sarai grande capirai che a un certo punto non è poi così importante festeggiarlo: sono solo capelli bianchi in più, il collo indolenzito se ti siedi sotto al getto del condizionatore e un certo numero di messaggi a cui rispondere. I giorni belli possono capitare (ed il più delle volte capitano) tutti gli altri 364 giorni e probabilmente, per la legge di Murphy alla quale per ora tu sei immune, il giorno del tuo compleanno potresti ritrovarti a sostenere cose tipo l’esame peggiore di tutto il corso, un noiosissimo meeting aziendale o gli scazzi del tuo amico appena tornato single (che si, magari gli auguri te li farà, poi però ti attaccherà ‘na pezza immane su quanto fosse zoccola la sua ex).

Per dire, io per due volte ho fatto gli anni nel giorno in cui cadeva lo scritto di matematica (medie e superiori, proprio per associare bene il 19 giugno all’ansia, pure quando il percorso di studi è terminato).. però mai e poi mai avrei immaginato che tu anticipassi facendomi festeggiare i trenta in sala parto.

Ed è stato meglio di qualsiasi festa a sorpresa che mi potessero organizzare (dolore a parte).

Facendo un bilancio di questi 30 + 3 anni (quello dei bilanci è un brutto vizio, spero tu non l’abbia ereditato) mi torna alla mente quello che ci disse l’ostetrica al primo incontro del corso pre-parto: quando nasce un figlio nasce anche una mamma.

Quel 19 giugno di tre anni fa tu venivi al mondo ed io assieme a te: un mondo che mi era completamente nuovo, oscuro, tutto da esplorare senza istruzioni, equipaggiamento o preparazione di sorta.

Un mondo, che per quanti corsi tu possa fare, domandare a esperti, leggerti libri, la domanda davanti ad un neonato tutto appiccicaticcio e piangente è sempre la medesima:

“E adesso che si fa?”.

BOH.

Io ancora adesso non saprei dirti esattamente cosa si fa. So’ solo che ci siamo dati la manina e, giorno dopo giorno, sbaglio dopo sbaglio, abbiamo iniziato a prendere nota e a imparare.

Insieme.

Tipo che tutti e due abbiamo imparato ad aver pazienza.
Nelle notti in cui dettavi tu il ritmo sonno/veglia (sempre all’opposto del mio), nei momenti in cui ad ogni costo volevi stare in braccio, quando tutt’ora cerchi di spiegarmi cosa vuoi nel tuo italiano sgangherato ed io sto lì a decifrare ogni sillaba nella speranza di capire prima che ti parta lo sclero. Tu stai capendo che non si può fare tutto come vuoi ed io che non si può fare tutto e basta.

Ed abbiamo imparato che le cose giuste arrivano quando è ora, dopo pochi o tanti tentativi. Com’è stato per camminare, parlare, togliere il pannolino: tu imparavi il meccanismo e nel mentre mi insegnavi che molte tappe, per quanto ci sembrino irraggiungibili, si conquistano quando si è pronti, coi propri tempi, non quando ce lo dicono gli altri.

Tu hai imparato ad abbracciare, dare i bacini, dire “ti voglio bene”. Io ho imparato che quel bene lì, che tutti dicono che solo le mamme possano capire, in realtà c’è già. È quell’amore incondizionato, carico di comprensione, che ti porta a darti senza se e senza ma, che sotterri poco alla volta ad ogni delusione che vivi in favore del cinismo, giudicando seccamente in virtù della praticità e della convenienza.
Poi tu mi hai insegnato a recuperarlo, quell’amore lì.
Per te e anche un po’ per gli altri.

Stai scoprendo che non sempre gli altri bambini vorranno giocare con te, che non è detto che siano tutti sorridenti e socievoli come lo sei tu, che a volte, nel tentare di interagire, qualcuno ti spintonerà anche.
E capiterà, oh se capiterà, una marea di volte in cui ti diranno “ti voglio bene” solo quando fa comodo e che tu ci crederai fino all’ultimo, che chi hai ascoltato per ore ed aiutato fino allo stremo se la prenda con te se un giorno non avrai abbastanza forze per continuare a farlo, che le persone con cui hai condiviso tanti momenti importanti si allontaneranno senza nemmeno rendersi conto del male che ti fanno.
Eppure tu, che sei uno scricciolo, già mi insegni che quando non ci vogliono in un girotondo possiamo sempre farne un altro.

Nei tuoi millemila tentativi di fare le cose da solo, nella tua innocente frustrazione, nei tuoi pianti di disperazione mi insegni che nessuno nasce “imparato”. Ed io, che pensavo che una mamma perfetta avrebbe reso felici i suoi figli molto più di una come me, sono ancora qui a imparare l’arte della resilienza.
Ci vorrà un po’ eh, ma tu continua a portare pazienza che prima o poi anche la tua mamma ce la farà.

Soprattutto ho imparato che quando scoppiamo a piangere, la frase “no, non piangere” è una cagata pazzesca. Hai ragione te, io mi sono dimenticata come si fa e sono finita in terapia per sentirmi dire che è un mio diritto farlo, vedi te quanto siamo scemi noi adulti.

E poi beh, ci sono tante, tantissime piccole sciocchezze che ho imparato in questi ultimi tre anni che penso mi faranno sorridere finché campo: il riuscire a cucinare contemporaneamente la pappa per te, del cibo sostanzioso per tuo papà e del cibo più o meno sano per me intrattenendoti con spettacoli di arte varia, rime inventate soprattutto; riposarsi con un solo quarto d’ora di sonno e tirare avanti fino a sera, lanciarmi in scatti che manco Bolt in qualsiasi momento della giornata, dormire in posizioni assurde e soprassedere al mal di schiena, allattarti piegata in due dall’influenza intestinale (senza passarti alcunché che con le poppate che facevi ti sei preso ogni anticorpo possibile e inimmaginabile), non sfanculare i vari tuttologi ed i loro consigli farlocchi su pediatria, neonatologia, immunologia e psicologia.

Non ultimo il riuscire a fare pipì sul water con te in braccio perché a volte decidi che hai bisogno di un’intensa sessione di coccole proprio in quel momento.

Quindi amore mio soffiamo insieme su queste 30 + 3 candeline. Sicuramente arriverà il tempo in cui non vorrai più festeggiare insieme a me ed io smetterò di volere una torta con candeline da spegnere.

Però per ora va bene così.

Tienimi la manina e andiamo avanti.

Insieme.

 

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.