10 pessime categorie di passeggeri in cui puoi incappare viaggiando in treno

Se pur amando l’ambiente e odiando a morte i rincari della benzina continuo a viaggiare in macchina, anziché in treno, ci sarà un perché.

Vorrei evitare di cadere nelle solite polemiche sui treni sporchi, rotti, perennemente in ritardo e sui rincari che Trenidimerditalia, ops, Trenitalia rifila ogni anno ai suoi utenti: tanto non sarò certo io a cambiare le sorti di un’azienda che dovrebbe chiudere per frode. Quindi parlerò di quelle cose che poco hanno a che vedere con Trenitaliadimerda Trenitalia ed il suo personale ma che rendono il viaggio comunque disagevole…

Tipo le dieci pessime categorie di passeggeri in cui incappare viaggiando in treno.

Il socievole

È l’alba di una grigissima giornata invernale avvolta nella nebbia, fa freddo, magari il treno è pure arrivato in ritardo ed è stipato all’inverosimile di pendolari.
Lui però è felicissimo soprattutto quando, nel marasma generale, ha scorto un viso familiare con cui condividere l’entusiasmo nell’affrontare un nuovo, eccitante, meraviglioso giorno: il vostro.

Anche se in comune avete solo il paese di residenza, il parrucchiere o un conoscente che non vedete da decenni.

La timidezza, per il socievole, non esiste: attaccherà bottone e inizierà coi soliti discorsi generici di cui capirete la metà circa e che cercherete di far cadere con sorrisi supplichevoli.

Ah, Non tentate di far finta di dormire: come muoverete una palpebra vi darà il buongiorno e deciderà che avrete più bisogno di riposare, tanto ormai siete svegli…

Gli eredi di Massimo Lopez

Vi ricordate il simpaticissimo spot della Sip con Massimo Lopez che, condannato a morte, chiedeva come ultimo desiderio di fare una telefonata? Ecco, c’è gente che, pur non avendo un plotone d’esecuzione coi fucili carichi, riesce a fare telefonate della stessa durata.
Salite a Torino Porta Nuova che già stanno raccontando della zia Rosalma e della sua anca nuova, scendete a Milano Centrale che elencano le ultime novità del paesello in cui sono cresciuti. Passando per gli ultimi cinque anni di vita sentimentale e tre di anamnesi (descrizione della conolonscopia inclusa).
Non capisco mai se è questione di esibizionismo o mancanza d’attenzione in età pre-scolare, ma il volume della loro voce è sempre quei dieci decibel in più al casino generale in modo da non poter ignorare le loro toccanti storie familiari.
Aspetti positivi: se siete scrittori in crisi creativa, avrete materiale per almeno sei libri e una fiction.

Quello che lotta per il poggiolo

Ce ne sono tre, ed il problema è sempre quello al centro.
Il poggiolo della discordia ha scatenato l’astio tra milioni di viaggiatori stanchi che, dopo aver perso la sensibilità a un lato del corpo dormendoci sopra, cercano di recuperarne almeno il movimento facendo peso sull’altro.
Quindi se siete sul sedile sinistro prima o poi vorrete accasciarti sulla destra, se siete sul destro, sulla sinistra. È inevitabile.
Il problema è quando il vicino cade in coma e vi costringe, se siete sul lato finestrino, a spalmarvi tipo stella marina sul vetro o, se siete sul lato esterno, a esondare dal sedile beccandovi colpi di trolley da parte di chi passa.
Se non avete testimoni nelle vicinanze, cacciateli nel loro posto a gomitate. Tanto non si svegliano.

L’ io-me-ne-fotto-del-sistema. 

Quindi mi sdraio confortevolmente sul sedile facendo quasi cadere il culo (che già fuoriesce da mutande e pantaloni di sei taglie più grandi) a terra, allungo bene i piedi ben coperti da scarpe più o meno pulite e già che ci sono allargo pure le spalle abbracciando tutto il poggiolo.
A parte per la cafoneria, li riconoscerete da un numero di persone (variabile) in piedi di fronte a lui che attendono (con sguardo omicida) che si ricomponga e liberi un posto.
Cosa che ovviamente non farà. Vuoi mica piegarti a queste borghesotte convenzioni di una società ormai vecchia e malata?
Libera la mente e take it easy, fratello!

Il marpione.

Che lo potete trovare dappertutto, ma sul treno risulta particolarmente odioso.
Siete sempre sul carro bestiame nella fascia maledetta (sempre quella dei pendolari), non potete alzarvi e fuggire a gambe levate. Comincia con un’ingenua domanda sull’orario, poi si aggancia sulle condizioni climatiche e finisce che un’ora dopo ti sta insistentemente chiedendo un contatto per rintracciarti (anche se scendete a Novara e lui invece prosegue fino a Venezia Santa Lucia, dove avrà la coincidenza per Cracovia Centrale, stazione di fine corsa).
Annuire a monosillabi non lo scoraggerà, far cadere la conversazione fissando il vuoto fuori nemmeno, al massimo potete scendere alla prima stazione e prendere il treno dopo.

Il Bello addormentato con fiatella (ed eventuale bava).

L’alitosi è una malattia e può essere sintomo di molti problemi gastrointestinali.
Ma, qualsiasi cosa ne sia la causa, bisognerebbe sempre e comunque disporre di una mentina, specie se si ha la tendenza a ronfare secchi e con la bocca aperta.
Capisco che vi sentiate discriminati, ma io non posso stare seduta di fronte a voi, bloccata da una muraglia umana che preclude anche solo il raggiungere la porta del vagone (mai preso un regionale della tratta Torino Porta Nuova – Milano Centrale tra le 17.30 e le 20.30? Auguri per quando vi toccherà farlo..) con il battito cardiaco al limite del coma perché non ho il coraggio di inspirare.
Ok che magari al lavoro non ci si può lavare i denti, ok che non si può sempre fare la conchetta, tutto quello che volete.. ma dubito che possiate trascurare tali miasmi putrescenti, a metà tra la decomposizione avanzata e lo zolfo degli inferi.
Con certe cose in corpo è meglio andare da un gastro-enterologo a fare una visita.. non trovate? Fatelo per voi.

La gita delle medie.

L’età della fanciullezza è giunta ormai al termine, la vita adulta è dietro l’angolo e gli ormoni agiscono perfidi con brufoli, pelle unta e un fastidioso mix di voci stridule e atteggiamenti-del-caz*o… Soprattutto facendo esalare dalle ascelle dei giovani virgulti il classico sudore acre a cui Merditalia Trenitalia contribuisce o con un riscaldamento esagerato d’inverno o con l’aria condizionata rotta d’estate.
Se poi la destinazione della gita è la grande città, addio: l’eccitazione nel vedere per la prima volta Milano o Torino, le vie piene di negozi e bar, il brulicare di persone e personaggi insoliti galvanizza ragazzini che fanno a gara a chi conosce più parolacce, ce l’ha più lungo o ha toccato più tette, mentre le ragazzine iniziano la lettura di gruppo (e in qualche caso animata) della rubrica di educazione sessuale del Cioè, status di Facebook, tweet di twitter, foto di Badoo, chi è il più figo tra i One Direction e se è vero (evergreen intramontabile) che se ci si lava con la coca-cola non si rimane incinte.

I dispensatori di pillole di saggezza.

Loro sono al pari di Gesù Cristo, solo che sono scesi in mezzo a noi, sul nostro treno, a rivelarci cose che altrimenti non avremmo mai saputo: tipo la Critica della ragion pura di Kant, i cicli epici babilonesi o i segreti del motore a elettroni.
No, non sono semplici persone che discutono degli ambiti in cui sono competenti, perché i dispensatori più che discussioni perpetrano monologhi davanti a una vittima (che dopo i primi dieci minuti finge di ascoltarli).
Oltretutto zompano da un argomento all’altro, facendo supercazzole con gli argomenti più disparati (roba che se nel vagone ci fosse qualcuno che di quell’argomento ne sa e vuole controbattere son caz*i, ma tranquilli: per quanto li invochiate quando servono non ci sono mai), alzando il tono della voce (impostato, alla Alberto Angela) e guardandosi in giro compiaciuto per l’attenzione che riceve.
Mi raccomando: non incrociate MAI il loro sguardo (a meno che non abbiate l’espressione del “chemminchiastaidicendo”) sennò li incoraggiate e basta.

Quello che ha dimenticato il giornale.

E decide che deve leggere il vostro (senza farsi sgamare).
Iniziate coi i titoli della prima pagina che è a distanza di sicurezza, cinque minuti dopo sposta il baricentro del corpo verso di voi e mentre leggete gli approfondimenti di economia mondiale avete il suo respiro sul collo.
No, non illudetevi: mai che siano giovani, carini/e e single.
L’unica è fare come con le mosche: scrollare la pagina o accennare a un movimento che tornerà alla distanza di sicurezza. O allontanare apposta il giornale per vedere fin dove lo sternocleidomastoideo permette loro di arrivare.

Quelli dell’approfondimento calcistico.

Premetto che non è una categoria specifica della fauna di Trenizozzitalia Trenitalia, anzi, sono più comuni nei bar e si possono osservare solo in giorni come il lunedì e quelli seguenti le partite di champions league (ammetto la mia ignoranza, non ho idea di quante partite si giochino in settimana e, qualunque sia il numero, per me saranno sempre troppe.. come i fuori-forma che commentano le partite manco fossero i CT della nazionale).
Comunque sicuramente si sono già beccati al bar della stazione, mentre prendevano il caffè hanno iniziato a sclerare sulle pagelle ai calciatori della Gazzetta, proseguito l’analisi (punto per punto) della partita salendo sul treno e sfiorato la rissa nel vagone per difendere l’estro calcistico di Balotelli.
Si può solo cambiare vagone e sperare che non ce ne siano altri.

Concludo questa escalation di disagio con un’ulteriore maledizione personale verso quelli che, quando cerco di mettere qualcosa sul porta bagagli del treno, anziché darmi una mano mi lasciano li, sola, col mio metro e sessanta di statura ed i miei goffi tentativi di sistemare il bagaglio.

Vi auguro lo stiramento dei muscoli della schiena e la classica scena fantozziana in cui la valigia vi cade addosso, vi provoca un male bestia e si apre spargendo il contenuto lungo il corridoio del vagone.

Ora vado a dormire. Domani mi attende (appunto) un viaggio in treno e sono quasi certa che avrò materiale per almeno altre dieci categorie.

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.

2 Risposte a “10 pessime categorie di passeggeri in cui puoi incappare viaggiando in treno”

  1. E come dimenticare quelli che inspiegabilmente, a qualsiasi ora del giorno e della notte, emanano un non troppo leggero olezzo di cipolla e/o kebab? Oppure quelli che allungano i piedi (nudi) sul sedile di fronte per tagliarsi le unghie? Viaggiare in treno ti fa incrociare personaggi talmente strani da poterci fare un luuuuungo trattato di psicologia!!

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