1 Febbraio

Tira l’aria del polo nord e non la smette di nevicare; mi chiedo come facciano tutti i ragazzi davanti a Palazzo Nuovo a camminare di corsa coi carichi di libri e borse.
Dal vetro del bar antistante butto un occhio su quello che era il mio passato: a dir la verità non ho studiato li, ma allo Ied, e in quella via sono passata poche volte.. mi sembra ieri, avere 20 anni, una borsa, una cartellina, lo stress del trovare parcheggio a Santhià, la corsa per fare l’abbonamento (sempre all’ultimo ovviamente) e il viaggio su un fantastico treno delle ferrovie italiane.. poi le lezioni da seguire, le esercitazioni, l’ansia degli esami.. e la tesi.
La mia amica, quella che sto attendendo a sua insaputa, invece già aveva lavorato prima di iniziare l’università.
Due anni in comunità, poi il ritorno nel nostro paesino, l’iscrizione a scienze dell’Educazione; la mia amica ha già passato i trenta e tra un cambio di lavoro, qualche problema di salute, un aiuto a mamma e a papà, un ragazzino con crisi epilettiche, un turno in più, uno straordinario inaspettato e qualche collega che diserta e che deve sostituire, da gli esami. A volte ha gli occhi che stanno aperti per miracolo, e se li tiene aperti sono sempre sorridenti. Studia di notte, di giorno se ha fatto il turno di notte, rinuncia spesso a uscire, la preghiamo di resistere e di prendersi un caffè con noi o un kebab, “che vuoi che sia, dai, studi domani”.. e no, perchè domani si lavora.
Come tanti altri che ho conosciuto.
C’è chi invece va in Erasmus per due volte, sei mesi in Germania e sei mesi a Shangai, allungando la triennale di qualche anno. “Non puoi studiare lingue e non fare un Erasmus” dice. Ha perfettamente ragione… Quindi nel mentre si lavora, perchè bisogna mettere da parte i soldi per stare la, ed una volta la magari si tenta di lavorare ancora, sempre per avere qualcosa da parte, per pesare di meno alla famiglia. E la specialistica adatta, se in Italia non c’è, la si va a fare all’estero studiando nove mesi la’ e lavorandone gli altri tre una volta tornati a casa.
“Se inizi a lavorare mentre studi guarda che non finisci più” Mi dicevano: “che poi ai colloqui non fai bella figura se hai impiegato un’eternità perché dovevi lavorare… a parità di voto prendono il più veolce!”. Eppure se fossi un addetto alle risorse umane è proprio gente così che prenderei: volontà, olio di gomito e senso di responsabilità.. facile fare in fretta tre anni con mamma e papà che pagano tutto.. no? Infondo al di là delle competenze i datori di lavoro cercano persone responsabili, che abbiano voglia di lavorare.. E c’è un esercito di ragazzi che studiano quando e come possono, e nel mentre lavorano perchè passata una certa età non si vuole più pesare sulle spalle dei genitori.. forse non sarà abbastanza per andare a vivere da soli, ma è una grande soddisfazione lo stesso.

Dicevo, la mia amica sta per arrivare. Rido, vorrei farle la battuta: “guarda che il ministro ha detto che sei una sfigata”, in riferimento al fatto che ha passato i 28 anni; ma non so il grado di agitazione, lascio perdere, la chiamo e le chiedo se per caso è già arrivata.

Il resto della giornata passerà in fretta: attesa, sorrisi, abbracci, ragazzine (si ormai per me sono ragazzine le ventenni) ma anche donne over-30 che entrano ed escono da quella porta, chi da sola, chi coi parenti, chi con solo il ragazzo. Mazzi di fiori rossi, volti raggianti, espressioni tese che si sciolgono il grandi sorrisi. Poi lei: il relatore che fa un discorso senza capo nè coda, cerca di correggersi dopo imbarazzanti gaffe (era chiaro che di quella tesi avesse letto forse solo il titolo), poi tocca alla candidata che parla e racconta con la passione di un’antropologa la sua esperienza a contatto con la comunità marocchina, il matrimonio e la figura della donna. Non mi annoio a sentirla e chiedo ancora di più quando ormai ha finito e siamo in un bar a sorseggiare thè, nel quadrilatero.

Brava, le dico. Brava te, brave le altri, bravi tutti quelli che tra lavoro ed i mille problemi del quotidiano riescono a ricavarsi uno spazio per l’università, per avere più possibilità, una carriera..

bravi voi tutti che vi fate il mazzo in un paese di figli di papà.

Pubblicato da Little Cinderella

Nata nel "recente" 1984, sono appassionata di tutto ciò che è creativo e che permetta di giustificare la mia scarsa propensione all'ordine.