Danni della luce blu (tecnostress)

 Usiamo i colliri e lenti schermanti di fronte ai danni della luce blu. E’ la radiazione specifica degli schermi e se non viene filtrata, penetra nell’occhio e, con il tempo, può far venire la cataratta e le maculopatie (patologia che colpisce la macula ossia la parte centrale della retina). La luce solare è composta da raggi visibili e invisibili. I raggi visibili formano i colori che a loro volta si dividono in freddi con una più corta lunghezza d’onda (blu-violetto) e caldi, con una lunghezza d’onda maggiore (arancio-rosso). Quelli invisibili sono i raggi ultravioletti e quelli infrarossi. Gli ultravioletti (UV) si dividono in A, B, C e sono considerati sempre raggi molto freddi. Gli UV C invece, sono possibilmente cancerogeni per la pelle ma sono bloccati dalla fascia di ozono dell’atmosfera terrestre. Quelli UV B si introducono poco sotto la pelle e sono raggi che formano l’abbronzatura di protezione. A livello oculare sono assorbiti dalla cornea e dalla congiuntiva, sviluppano le infiammazioni quando l’esposizione solare è prolungata senza una giusta protezione. Quelli UV A penetrano molto profondamente e nell’occhio, possono arrivare al cristallino e facilitare la formazione della cataratta o comunque danneggiare la retina e il nervo ottico. I raggi visibili più corti, ossia quelli che formano la luce blu, possono identificare alterazioni visive e, con il tempo, provocare danni alla struttura retinica. Il sole è la principale fonte di diffusione di luce blu ma, negli ambienti lavorativi sono più diffuse le fonti artificiali di luce blu. Essa si propaga all’interno dell’occhio dieci volte di più rispetto alla luce rossa; l’occhio diventa poco sensibile quando percepisce queste radiazioni, ma con l’andare del tempo può reagire sviluppando cataratta e maculopatie. 

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