Ken Follett e le sue polemiche contro Tolkien

Cosa non si fa per lanciare una propria fatica letteraria sul mercato editoriale internazionale… Persino uno come Ken Follett, scrittore gallese (1949-) dai monumentali successi commerciali, può adottare strategie di basso profilo letterario e culturale per pubblicizzare il suo Edge of Eternity, terzo volume della Century Trilogy, pubblicato nel 2014 sia in inglese, sia nella versione italiana di Mondadori.
Follett, infatti, non ha trovato di meglio che concentrare le sue energie polemiche contro J. R. R. Tolkien (1892-1973) in un’intervista al New York Times.
Alla domanda (culturalmente non irresistibile) “C’è qualche tipo di libro dal quale, come lettore e come scrittore, lei cerca di tenersi lontano?”, questa la riposta di Follett:

“Non riesco proprio a leggere il whimsical (“bizzarro”) genere fantasy. Non ho mai letto Tolkien per intero. Se non ci sono regole e qualunque cosa può accadere, dov’è la suspense? Odio gli elfi”.

Non è la prima volta che Follett si esibisce nel tiro all’autore del Signore degli Anelli , il quale, gli ha spesso sottratto in passato il primato delle saghe letterarie più lette nelle classifiche editoriali in Inghilterra e altrove. In ogni caso, la sua puntuta osservazione non ha mancato di innescare reazioni adeguate nelle schiere del popolo di twitter innescando sagaci ed indispettite risposte:

“Se KF pensa che la fantasy fiction non ha regole, è evidente che non l’ha mai letta”. (Matthew Kressel)

“Con tutto il rispetto per KF, o usa male l’aggettivo whimsical o fraintende Tolkien ed il fantastico. Oppure entrambi”. (Guy Gavriel Kay, pluripremiato scrittore canadese di fantasy)

“Ho letto un paio di romanzi bizzarri di Ken: preferisco quelli di Frodo [Baggins]”. (Blair Falconer)

Follett nell’intervista al New York Times ha affermato che nel modello del mondo di Tolkien “non ci sono regole e qualunque cosa può accadere”? Ma ad una lettura attenta delle sue opere pare di proprio di no. Al contrario, il suo mondo è prodotto dall’interazione (quasi sempre dialettica e spesso conflittuale) di molti mondi complementari, ciascuno dei quali è organizzato internamente in ambiti d’esperienza che ne consentono la comparazione e che offrono al lettore numerosi rimandi simbolici e culturali alla sua personale declinazione dell’umana realtà.


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