Una pianta meravigliosa Albero e cappello - Facebook Full view

Una pianta meravigliosa

Era l’orgoglio del giardino di famiglia al lago. L’ulivo più bello di tutta la zona, il più grande, il più maestoso, quello con la forma più regolare e la chioma immensa. Quello che mio papà diceva valesse più della casa! Tanto forte da reggere l’altalena di noi fratellini, anche se le corde lasciavano dei segni nel ramo, che faceva un po’ male al cuore vedere.

L’albero delle foto. ci si poteva sedere sul tronco, tra i rami, abbastanza comodamente, anche in due. E io e mio fratello ne abbiamo fatte di foto seduti lì, almeno una all’anno e ci immaginavamo per chissà quanti anni ancora.

Piccola Gianni sull’ulivo

Poi è arrivata quella terribile gelata del 1985. Terribile e selettiva, perché ha colpito più forte un certo tipo di ulivi. Dei nostri quattro, due hanno subito quella sorta. E tra quei due, c’era proprio lui, il più bello.

Un trauma. Un vero dolore. Il nostro orgoglio, ucciso dal freddo. Lo abbiamo dovuto abbattere, segare a livello prato, uno strazio. La casa improvvisamente esposta, vuota, senza riparo. Il giardino senz’ombra. E gli occhi che lo cercavano e non lo trovavano più.

Ma le sue radici non erano morte e avevano dentro tutta la potenza di un albero centenario, che poteva nascere una seconda volta, con quel poco che gli era rimasto.

Nonno Siro con Tommaso

Sono passati 32 anni. Non proprio breve come attesa. Gli ulivi ci mettono tanto a crescere. Ma questo week-end l’ho guardato bene il mio ulivo. E mi sono accorta che era tornato, in modo diverso, ma finalmente era tornato. Ferito, massacrato alla base, ma padre di quegli alberelli che sono nati da lui e che ora formano un piccolo girotondo di rami. Un po’ come aver fatto spazio per i nipotini che sono arrivati e che sono cresciuti giocando attorno a lui.

      

Allora l’ho addobbato a festa, gli ho messo intorno gli ultimi acquisti del mio attuale periodo “orange” e visto che tutti dormivano, ho cominciato a scattare le mie foto in tutta tranquillità e mi sono goduta il momento. Dicono che bisogna parlare alle piante, abbracciarle e questo nostro ulivo se lo merita tutto il nostro affetto! Bentornato!

   

 

 

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