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Il ricordo non consola: ci manchi Lucio Battisti

Sono già passati 19 anni, tantissimi, da quando Lucio Battisti ci ha fisicamente lasciato, a soli 55 anni. Ogni volta che un grande artista se ne va, diventa automaticamente il più grande, l’unico, l’innovatore per eccellenza. Son serena e confortata dal parere di critici e giornalisti ben più esperti di me, nel dire che nel caso di Battisti tutto questo è vero.

Quando riascolti canzoni di 30, 40 anni fa, è immediato catalogarle esattamente nell’epoca a cui appartengono o per gli arrangiamenti musicali, per i testi, per l’interpretazione. Con le canzoni di Lucio Battisti tutto ciò non avviene. Qualcuna di esse può pagare il tributo al suo tempo, ma si tratta delle minori, non di quelle pietre miliari devastanti (in senso buono) che hanno aperto la strada ad un nuovo modo di scrivere musica, ad un nuovo modo di interpretarla.

Persino la voce strana di Lucio Battisti, diventa la più perfetta per le sue canzoni e le stesse cantate da altri non danno uguali emozioni. “Emozioni” – appunto – forse la canzone più intimista di tutte, ma cosa dire di “Anche per te”, “La Canzone del Sole”, “Non è Francesca”, “Pensieri e Parole”, “Fiori Rosa, Fiori di Pesco”, “Io vivrò (senza te)”, “Ancora Tu”, “Nel sole, nel vento, nel sorriso, nel pianto”, “Anna”, “I Giardini di Marzo”, “Il mio Canto Libero”, “Il Tempo di Morire”, “Vento nel Vento”,  “Innocenti Evasioni”, “Io vorrei…non vorrei…ma se vuoi”, “Il nostro caro Angelo”, “La Luce dell’Est”, “Mi ritorni in mente”, “Aver paura di innamorarsi troppo”, “Respirando”, “Sì, viaggiare”, “Una Donna per Amico”, “Nessun dolore”, “Prendila così”, “Comunque bella”, “Con il nastro rosa”, “Una giornata uggiosa”, “Una vita viva”. Un concentrato di titoli famosi, che lasciano fuori una quantità enorme di altri capolavori, ma così, giusto per dare un’idea, per far riaffiorare alla memoria di ciascuno un ricordo, un brivido. Sono tutte canzoni che grazie alle parole di Mogol ci toccano il cuore, raccontano la nostra vita, ce la spiegano, ci rassicurano: capita a tutti!

Il genio creativo di Lucio è stato così generoso da potergli permettere di scrivere anche per altri artisti. Non mi sorprende che Mina e Patty Pravo fossero tra le sue prescelte e preferite, tra grandissimi artisti ci si ama profondamente. Mina ha cantato “Insieme”, “Amor Mio”, “La Mente Torna”, “Io e Te da soli”. Patty Pravo “Il Paradiso”, “La Spada nel Cuore”, “Per Te”, “Io ti Venderei”. Ma ci sono stati tanti altri cantanti e gruppi a beneficiare dell’arte di Battisti/Mogol: due bellissime canzoni per Bruno Lauzi (“Amore caro, Amore bello” e “Un uomo che ti ama”), i Dik-Dik, la Formula 3, l’Equipe 84 (“29 Settembre”), I Camaleonti e altri ancora, pure famosi che non elenco perché non finirei più.

Non è mio compito dimostrare la grandezza di Battisti, tutti i moderni cantautori riconoscono di essere in debito nei suoi confronti. Io desideravo solo ricordarlo oggi, anche in quel suo modo di essere così distante dal mondo cialtrone e così pieno e autosufficiente grazie alla sua creatività. Ho solo sofferto della rottura dell’amicizia e della collaborazione professionale con Mogol. In coppia erano assolutamente insuperabili e complementari, ci hanno privato di tanto separandosi.

Se è vero il racconto che il testo dell’Arcobaleno che Mogol ha scritto per Celentano, sono in realtà le parole di Lucio Battisti affidate ad una medium (pelle d’oca), ecco il saluto di Lucio a Mogol:

Mi manchi tanto amico caro davvero

e tante cose sono rimaste da dire

ascolta sempre e solo musica vera

e cerca sempre se puoi di capire.

 

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