Leo Stein ( Intenso come un ricordo )

Leo Stein, Leo Stein sarà chi l’aiuterà in questa ricerca, in questo meccanismo in cui Sage si è trovata e da cui non sarà facile anzi impossibile uscire, senza ripercussioni ed importanti drastici cambiamenti.

 

Leo Stein

Leo Stein

 

Sage Singer?….così iniziò la telefonata, una telefonata frutto di ricerche che non avevano portato a nulla, negli archivi dei membri delle SS non c’era alcun dato che corrispondesse a Josef Weber, neppure inserendo quel nome in modo diverso compariva. Ma le promise di cercare ancora.

Josef voleva morire perché non aveva più nessuno per cui vivere, voleva morire ma non senza prima il perdono di Sage, non poteva farsi perdonare da chi aveva ucciso o fatto uccidere, erano tutti morti, ma lei era viva lei poteva farlo, anche se non era facile perdonare senza sapere cosa realmente avesse fatto quell’uomo.

E poi no, se avesse scoperto chi era veramente, se avesse scoperto che quella persona apparentemente innocua in realtà era un mostro, no non lo avrebbe ucciso, ma avrebbe fatto in modo di fargli passare gli anni che gli restavano ancora da vivere in un carcere.

Al nome Reiner Hartmann corrispondeva, negli archivi questa persona con questo nome era un membro del Partito nazista, Sage fu contenta? delusa? chi può dirlo, Sage non lo sapeva, non riusciva a rispondersi, contenta della scoperta o delusa allo stesso tempo di quanto aveva scoperto? una cosa era certa, quella persona sembrava essere il mostro che aveva sempre detto di essere.

Chi è ridotto alla disperazione spesso fa cose che in altre situazioni e normalmente non farebbe, quando si è disperati si tende a seguire un barlume di speranza, e ai tempi del “mostro” la speranza, i tedeschi del ceto medio Josef e famiglia comprese, la videro e. trovarono nel Partito Nazionalista Tedesco dei Lavoratori.

L’antisemitismo, racconta Josef, era già diffuso molto prima dell’avvento di Hitler, nelle chiese si insegnava che proprio gli ebrei avevano ucciso Nostro Signore, in più erano anche abili investitori, e da qui a fare passare che tutto ciò che la Germania stava vivendo di negativo fosse da attribuirsi a loro, il passo fu molto breve.  In un batter d’occhio furono collegati alla sinistra, alla criminalità, ai comportamenti antipatriottici.

A differenza di Franz, il fratello minore di lui di due anni, non era particolarmente amante dello studio e quando, nel 1934,  alcune cose cominciarono a cambiare con la Hitlerjunden un’associazione giovanile in cui si giurava fedeltà ad Hitler ” come suoi futuri soldati “, questa opportunità avrebbe fatto proprio al caso suo.

Spesso e volentieri si stancava a stare seduto in un banco preferendo di gran lunga le uscite all’aperto, ed in questa associazione poteva tra l’altro dimostrare quanto eccellesse nelle competizioni sportive, “ io ero il tipico esempio di ragazzo della Hitlerjugend, mi faceva già sentire come un soldato “., lì in quell’associazione non era necessario avere la risposta giusta ad una domanda come al liceo, lì la risposta giusta era suggerita, impostata, bastava solo obbedire, obbedire al Fuhrer qualunque cosa imponesse, solo questo. Facile no?

Da lì a diventare un bruto, ad esserlo perfino nei confronti del fratello, il passo fu veramente semplice e breve.

Sapeva che quella brutalità era sbagliata, alla brutalità specie quando ti viene chiesta o sotto sotto imposta si è ancora a tempo a dire di no, se si vuole, …..ma non lo volle e, da quel momento in poi, si trovò incatenato ad un cammino senza più speranza, senza recupero e senza ritorno.

Se non avesse continuato nell’ iter intrapreso, avrebbe dovuto ricordarsi di quella prima volta in cui, pur potendo dire di no pur potendo rifiutarsi, era arrivato ugualmente a pestare a sangue la sua stessa carne, era arrivato quasi ad ammazzare di pugni e botte il suo unico fratello e poi per cosa?

Per questo, se non l’avesse fatto non sarebbe diventato il ” campione “,  non avrebbe avuto la medaglia per quell’incontro di pugilato all’insegna della brutalità, non sarebbe stato ricordato per qualcosa, e poi ” si giustificava ” in seguito, quando si ripete la stessa azione di continuo sembra anche giusta, il senso di colpa se mai ci fosse stato finisce con lo scomparire.

…… a un certo punto diventiamo capaci di fare quello che meno ci aspetteremmo. Io ho sempre saputo che cosa facevo e a chi lo facevo. Lo sapevo, molto bene. Perché in quei terribili, meravigliosi momenti , io ero la persona che tutti avrebbero voluto essere ……