E Judd si racconta

E Judd si racconta, nel 1980 a Marsena il nuovo posto dove andarono ad abitare, molte cose cambiarono. Vendere High Point Farm, l’anima della famiglia, fu soprattutto compito della madre, che mai avrebbe dovuto tradire la disperazione che provava, lei sapeva e doveva prendere sportivamente la propria sfortuna.

E Judd si racconta

 

      E Judd si racconta

Tutta quella storia pesava sulle sue spalle, quanto a Judd se ne stava alla larga il più possibile.

Fino a che, nel marzo del 1980, estranei occuparono quella casa, ogni tentativo di mamma Corinne di instaurare un benchè minimo approccio d’amicizia con loro andò in fumo.

La nuova casa era solo temporanea, avrebbero abitato lì a Marsena con la speranza però di avere un giorno una casa tutta loro, costruita da loro. Lì tutto, mobilio suppellettili, non stava in quelle strette mura e Corinne fu costretta e a poco prezzo a vendere tanti cari oggetti alla nuova proprietaria di quella che era stata da sempre la ” sua” casa.

In tutto il trambusto di questi cambiamenti, Corinne aveva perso i contatti con Marianne, Corinne non era preoccupata, almeno non lo era tanto, si diceva che per i figli ormai grandi era logicamente naturale che se ne andassero per la loro strada, Marianne e Patrick prima o poi si sarebbero messi in contatto con lei, non era il caso di preoccuparsi inutilmente.

Quanto al figlio maggiore, Mikey era diventato nel frattempo un marine ma quando ritornò a casa non si ritrovò quasi più in quell’ambiente che era la sua famiglia, era a disagio e non vedeva l’ora di ripartire senza fare nulla di che per non darlo a vedere. Madre e figlio si erano guardati come due perfetti sconosciuti, non c’era più niente che li legasse, non avevano più nulla in comune.

I genitori, ciò nonostante, sfogliando l’album dei ricordi speravano in cuor loro che il figlio maggiore potesse un giorno fare ritorno e che padre e figlio potessero riprendere la complicità che li aveva uniti e magari lavorare anche assieme.

Non era facile per Corinne abituarsi a quella nuova casa, a quella nuova vita, non era altrettanto facile per Judd stare vicino a mamma, consolarla, starle appresso e sostenerla in quella dura battaglia con se stessa. No, non era una casa quella, a poco a poco anche tutti gli animaletti cominciavano a fare una brutta fine…oh, perché siamo venuti qui! In questo posto terribile terribile, si domandava la sconsolata Corinne.

Dal canto suo Judd non vedeva l’ora che finissero le scuole per trovarsi un lavoretto e guadagnare qualche soldino tutto suo, ormai non aveva più nulla da fare alla fattoria, la fattoria non esisteva più o, per meglio dire, non era più una loro proprietà e di loro competenza.

Al liceo di Marsena, questo giovane diciassettenne, era tenuto d’occhio, aveva preso dal fratello Patrick quel modo di fare sicuro che nascondeva timidezza e paure, col silenzio riusciva anche ad intimorire. Voleva aiutare mamma e al tempo stesso starsene lontano il più possibile dal padre che, tutto sommato, voleva credere fosse un bravo uomo ma ferito al punto che, se lo si avvicinava troppo per consolarlo o per essere consolati, si poteva anche correre il rischio di essere aggrediti.

Questo, negli ultimi tempi aveva pensato di lui…. e’ un ubriacone, Uno sciocco. Un idiota. Non gliene frega un cazzo di te e mamma…..e gli veniva anche naturale pensare di poterlo anche uccidere per difendere non tanto se stesso quanto Corinne..

Gli mancava il fratello, il fratello amico, gli mancava Patrick, gli mancavano la sua intelligenza, la sua saggezza, lui il fratello non aveva mai perdonato il padre, quando telefonava faceva sempre in modo di non trovarlo in casa, quel padre che continuava a ripetersi e a ripetere che pure lì, nella nuova zona, non  lo potevano vedere per ” quanto era successo”.

Patrick era scomparso, si venne a sapere che lavorava con bambini disabili in età scolare in California, niente laurea, più nulla di tanti progetti, poi che era nel Montana in una stazione per il controllo degli incendi e poi in tanti altri posti ancora con tante diverse occupazioni, ma nulla di preciso e concreto.

Marianne, inaspettatamente, si fece viva con una ricca telefonata ma nessuno ebbe il coraggio di riferire al padre che aveva chiamato.

Quel padre che una sera superò ogni limite, Judd chiuso nella sua minuscola stanza nel tentativo di leggere qualcosa passando da un libro all’altro e cercando di non sentire, sentì tutto invece, quel padre in preda all’ ira e all’alcool incominciò ad inveire, ad incolpare la madre di tutte le sue sconfitte e delusioni, la malediceva per essere lei la causa di tutto, era colpa sua se era diventato un perdente, se era un fallito, un poveretto ormai alla bancarotta e se tutti non aspettavano altro che crollasse definitivamente per deriderlo ed umiliarlo ancora di più!

E fu così che Judd ed il padre quella sera vennero alle mani, dopo essersi il ragazzo accasciato a terra sotto i suoi colpi, il padre se ne uscì imprecando ed urlando, prese la macchina e se ne andò via, lasciando moglie e figlio in lacrime, ammutoliti e senza parole.

Ma anche Judd, dopo quella sera, se ne andò e per sempre, la madre pianse ma al tempo stesso lo aiutò a farsi le valigie, pur difendendo o cercando di difendere il marito…e’ solo che a volte perde il controllo. Appena avrà rimesso in piedi la ditta e ricomincerà a lavorare, sai quanto gli piaccia lavorare, tornerà a posto. Il bere è solo momentaneo. E’ come una medicina per lui……..

Ma nulla avrebbe potuto mai fargli cambiare idea, si fece però promettere da mamma che se qualcosa non fosse andata per il verso giusto gli avrebbe telefonato, si sarebbe fatta viva con lui, e pregarono insieme, ma lei pur nel bisogno non lo diede mai a vedere, non si fece mai viva.

Il 21 giugno, fu dichiarata ufficialmente l’istanza di fallimento, e tutto anzi quel poco che ne rimaneva incominciò a sgretolarsi completamente, matrimonio compreso. Judd venne a sapere di questo molto più tardi, nel frattempo viveva in un monolocale….ed incominciava, da solo, a costruirsi la sua nuova vita…

 

 

 

 

 

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