Vita da blogger: i piagnucolii su facebook…
Nella mia personalissima classifica delle cose che non riesco a sopportare, al primo posto ci sono i pignucolii su facebook fatti da alcuni autori italiani (di vario genere e livello).
Che arrivino da ormai personaggi stabilmente fermi in vetta alle classifiche o da esordienti che hanno appena scritto il loro primo libro su wattpad (e in futuro parleremo anche di questo), i post lamentela sono uno stracciamento di balle, uno stritolamento di gonadi, uno scartavetramento… beh, avete capito.
Quello che non riesco a capire io è “perché”. Perché, invece di mettervi i post accusa senza soggetto, non vi telefonate e non vi dite le stesse cose in faccia? Andate a prendervi un caffè, una pizza, una birra, quel che vi pare e parlatevi come farebbero due adulti.
Eh sì, perché in queste circostanze, molto spesso non parliamo di ragazzini, ma di persone che hanno passato la soglia degli anta.
Perché poi si fanno anche le ripicche! Uno viene pubblicato e l’altro no, anche se si sono autopubblicati nello stesso periodo? Ecco che scattano i J’accuse a colpi di like su facebook: “Il mio libro è sicuramente più bello del suo! In casa editrice si accontentano di poco! Me l’ha detto anche la mia parrucchiera!” (Ok, questa è una licenza poetica, ma non crediate che ci sia molta più profondità in certi post che ho letto e che per ovvi motivi – come non essere denunciata, per esempio – non posso copiarvi).
Nell’ordine, gli insopportabili sono:
- Basta, non scrivo più! il tutto per farsi dire dalla pletora belante dei fan: “ma noooooo! Perchééééééé?” E ve lo giuro, prima o poi risponderò: “Sì, guarda… finalmente hai avuto una bella idea” solo per poi raccontarvi come mi hanno massacrata.
- Certo che dover aspettare i tempi delle case editrici… Cara la mia J.K. Rowling di Quarto Oggiaro, non essendo tu perfetta, la casa editrice (e ancora grazie ti hanno presa in considerazione) dovrà pur mettere mano al tuo capolavoro, no? Dovrà pur leggerlo, valutarlo e magari correggere qualcosina qui e lì… anche perché, tesoro, te lo dico con il cuore in mano: se scrivi i tuoi libri come scrivi i tuoi post su facebook…
- Il tal giornalista ce l’ha con me, per questo la recensione che è uscita sul Corriere era brutta. Bravo! Così si fa! Non metterti mai in discussione. Non farti mai prendere dal dubbio che tu possa aver scritto una cazzata colossale. Del resto, se ti recensiscono sul Corriere vuol dire che sei bravo solo tu.
In tutto questo, noi fan (sì, mi ci metto in mezzo anche io) non ci facciamo una gran figura: ho letto di persone che non comprano i libri scritti dalla tal autrice perché è antipatica (è inclusa nel prezzo del libro? Compri la trilogia completa e viene la scrittrice personalmente a casa a spolverarti la libreria?) o di gruppetti di psicomatte che si mettono d’accordo per fare recensioni negative a quell’altro perché ha osato criticare il libro scritto dall’idolo del momento.
Fermi tutti e diamoci tutti una calmata.
Gli autori dovrebbero limitarsi a scrivere i loro libri (possibilmente bene, grazie!) e i fan dovrebbero limitarsi a leggerli e a fare commenti costruttivi (Scrivere: l’autore non risponde mai ai miei messaggi privati quindi gli do una stella su amazon NON è una critica costruttiva. Mi spiace, ma no.)
E sono queste le volte in cui rimpiango il periodo senza social. Non sapevamo quasi nulla dei nostri autori preferiti, se non quello che raccontavano loro nelle interviste sui giornali e finiva tutto lì, senza battutine al vetriolo su goodreads, hashtag cattivelli su twitter e foto strappacuore e acchiappalike su facebook.
Lo so, sono stata polemica anche io e faccio quella che predica bene e razzola male, ma qualcuno doveva pur dirle queste cose, no? E allora la faccio io la figura dell’antipatica. Tanto sono abituata.
Cosa ne pensate? Vi è mai capitato di leggere sui profili dei vostri autori preferiti post del genere? Vi aspetto per parlarne!
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