Il club delle lettrici compulsive

Quando un film è migliore del libro da cui è tratto

Probabilmente la pagherò a livello karmico e nella prossima vita mi reincarnerò in uno scarabeo stercorario, ma oggi parliamo di quei rari, rarissimi casi in cui un film è migliore del libro da cui è tratto.

Capita… è già capitato e capiterà ancora. Complice l’espressività degli attori scelti per interpretare i personaggi e magari lo stile dell’autore non proprio immediato, il film può veramente essere migliore del libro da cui è tratto, quindi non fate quelle facce e vediamo insieme qualche esempio.

Io sono leggenda – Richard Matheson

Be’, quando parliamo di Io sono leggenda, la prima immagine che ci viene in mente è sicuramente quella di Will Smith. Tenuta un po’ trasandata, trascurato e stanco, certo non andiamo a pensare a Richard Matheson. Ebbene, questa immediata associazione di immagini al film piuttosto che al libro, fa già intendere quale sia il migliore tra i due.

E parlo di migliore, perché sono belli entrambi, chiariamoci subito, ma lo stile di Matheson l’ho trovato un po’ noioso e lento. Tra l’altro, ci sono notevoli differenze tra libro e film. Ad esempio il libro non è ambientato ai giorni nostri con tutta la tecnologia possibile e immaginabile come nel film. Nel libro ci troviamo nel 1976. Robert Neville non vaga per la città su macchinoni potenti, ma gira con una giardinetta.

Scordatevi tutta la parte dei manichini, delle trappole che ti appendono a testa in giù o la sperimentazione sui topi con attrezzature e conoscenze scientifiche avanzate. Robert Neville è ancora fermo sui libri a capire il perché il palo conficcato nel cuore li uccide o perché la luce del sole li polverizza, cercando una risposta in qualche reazione chimica. Scordatevi anche Sam, Samantha, il bellissimo pastore tedesco che Will Smith porta sempre con sé (almeno finché non muore), perché nel libro non c’è.

E poi, cosa che mi ha lasciata basita, più di tutte (e sì, sono una fan di Will), Robert Neville è bianco e biondo. Per tutte queste diversità e stili, preferisco di gran lunga lo svolgere dei fatti del film.

Il grande Gatsby – Francis Scott Fitzgerald

Grande capolavoro. E, diciamocelo, anche l’unico di Fitzgerald. Il romanzo di per sé è molto, molto bello, anche se lo stile di Fitzgerald non l’ho trovato poi così fluido. Ho faticato a finire il romanzo anche se la trama mi piaceva. Il film? Be’, non sono mai stata una fan di Di Caprio, eppure, in questo film, l’ho trovato straordinario, perfettamente nel ruolo. E forse è anche un po’ merito suo se il Gatsby cinematografico è migliore di quello letterario. Il film riporta abbastanza fedelmente la storia del romanzo, anche se qualche differenza c’è, ad esempio il rapporto tra Nick, il narratore, e Tom Buchanan, il marito di Daisy e antagonista di Gastby. Tra di loro nel film si nota un’amicizia, o comunque un rapporto molto confidenziale. Nel romanzo non è così, i due si conoscono praticamente solo di vista o per sentito dire. In conclusione, rispetto alla lentezza dei fatti del romanzo, preferisco di gran lunga il film che ho trovato con un po’ di grinta in più.

The dressmaker – Rosalie Ham

Diciamolo: il libro è noioso e pesantino. Il punto centrale, ovvero la redenzione di Tilly attraverso i suoi abiti magnifici si perde su uno sfondo smorto con personaggi confusi e non ben delineati. Nel film, invece, Tilly ha una personalità dirompente e la storia è resa decisamente meglio, grazie alla magistrale interpretazione di Kate Winslet.

Bridget Jones’s baby – Helen Fielding

Guardo questo film ogni volta in cui ho bisogno di staccare perché è spassosissimo come tutti i film con protagonista Bridget Jones, interpretata magnificamente da Renée Zellweger. Il resto del cast, poi, rende il film ancora più apprezzabile, considerato anche il cambiamento di trama rispetto al libro.
Bridget si ritrova, suo malgrado, a far parte nuovamente di un triangolo amoroso composto da Mark Darcy (Colin Firth) e il miliardario Jack Qwant (Patrick Dempsey). Si sente la mancanza di Daniel (Hugh Grant), ma la presenza di Dempsey compensa alla grande.

Il libro, per contro, mi è parso una raccolta di fatti messi insieme prontamente in previsione dell’uscita del film, nonostante pare sia il risultato di diversi racconti pubblicati dalla Fielding negli anni post Che pasticcio, Bridget Jones!. Mi piacerebbe capire perché non abbiano tratto un film da Bridget Jones: un amore di ragazzo. Forse perché nessuno è ancora pronto a vedere una Bridget senza Mark…

L’atroce verità: mi è piaciuta tutta questa serie di libri… ma preferisco i film!

È impossibile competere con Mark Darcy!

The casual vacancy – J.K. Rowling

Il seggio vacante è il primo libro della Rowling post Harry Potter e, pur adorando la Rowling, non sono riuscita a finirlo. Ho trovato il libro noioso, pesante e non ben caratterizzato.
Il direttore casting della serie Tv, invece, ha fatto un lavoro magnifico e pur essendo la storia molto fedele al libro, secondo me ha una resa televisiva migliore.

In ogni caso, vi prometto che darò una seconda opportunità al libro un giorno di questi. Non mi piace avere “conti in sospeso”…

Il diario del vampiro – Lisa Jane Smith

I libri sono millemila e sono anche scritti benino, tuttavia i personaggi sono insopportabili. La Elena dei libri è una piagnona impossibile, Caroline è psicotica e stendiamo un velo pietoso su Bonnie.

Nella serie TV invece i personaggi sono più convincenti, nonostante la presenza di Elena (meno piagnucolante, ma sempre pesantina) e nonostante Bonnie sia sempre un po’ troppo bistrattata per i miei gusti.
E se devo confessare tutta la verità, le stagioni che ho preferito sono state proprio quelle senza Elena

Un giorno di gloria per Miss Pettigrew – Winifred Watson

Questo confronto libro/film mi mette un po’ in difficoltà perché mi sono piaciuti entrambi, nonostante abbiano stili decisamente diversi. A farmi propendere per il film è la stupenda interpretazione di Amy Adams nei panni della signorina Lafosse e della splendida Frances McDormand che dà vita ad una miss Pettigrew davvero convincente. Il libro è più lento, anche se è scritto splendidamente, ma il film è decisamente più frizzante e regala un paio d’ore di vero svago.

E adesso tocca a voi schivare i fulmini della dea della letteratura e ammettere che è possibile che esistano film migliori dei libri da cui sono tratti. Vi è mai capitato? Aspettiamo di conoscere i vostri titoli per parlarne insieme!

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Pubblicato da Sara Emme

Sono Sara e sono una lettrice compulsiva. Ho vissuto in Cina dal 2009 al 2017. Oltre ai libri, amo i viaggi, la fotografia, i gatti e la buona cucina. Appassionata di Harry Potter e del magico mondo creato dalla Rowling, passo la vita trascinando il mio povero marito (sant'uomo!) per i parchi a tema sparsi per il mondo.

3 Risposte a “Quando un film è migliore del libro da cui è tratto”

  1. Modesto suggerimento: Il Padrino libro di Mario Puzo: pollice verso, Il Padrino film di Coppola :capolavoro…e pensare che alla sceneggiatura del film aveva collaborato Puzo stesso!

     

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