Lezioni di grammatica spicciola per piccoli autori incompresi. Sarete portati a pensare che questo potrebbe essere un titolo offensivo. Può essere, ma vogliamo parlare delle offese che i miei poveri neuroni subiscono quasi quotidianamente? A tutti quei piccoli attentati alla mia sanità mentale che avvengono ogni qualvolta un autore si approccia al blog con richieste assurde, espresse in un italiano a dir poco pressapochista? Alla vena sulla mia fronte che si gonfia pericolosamente tutte le volte in cui un perché viene scritto con l’accento sbagliato? Ecco. Pensateci.
Perché questo sproloquio? Perché è arrivata l’ennesima richiesta di recensione (rifiutata) espressa in un modo talmente tanto criptico da avermi lasciata senza parole per almeno dieci minuti buoni e chi mi conosce sa quanto questo possa essere un evento a dir poco eccezionale.
Ho proposto all’autore in questione una segnalazione sul blog (Beh? Che sono quelle facce? Anche noi super cattivi abbiamo i nostri momenti buoni!). Arriva il link di Amazon: autore self con cinque recensioni a 5 stelle. Immediatamente, nella mia testa scatta l’allarme. Leggo la trama e già lì trovo errori assurdi. Allora scarico l’estratto: voglio vederci chiaro.
Penso di aver avuto il primo mini ictus della giornata… Oltre ad essere formattato malissimo, l’intero estratto è pieno zeppo di errori, dai qual è scritti con l’apostrofo ai tempi verbali sbagliati, senza contare le virgole random e i punti sbagliati.
La cosa che mi fa venire davvero il nervoso è che se ti azzardi a far notare, con i dovuti modi s’intende, che hai trovato errori o refusi in un testo, passi in automatico dalla parte del torto e vieni sistematicamente chiamata maestrina, grammar-nazi e simili. Ecco, che sia chiaro: non ci sto! Non mi sta bene. Come se fosse colpa mia conoscere l’italiano. Come se fosse colpa mia non essere così ignorante da non credere alla balla clamorosa “È un refuso, non è un errore”. Ma chi ci crede? Basta! Abbiate un minimo di umiltà e di onestà intellettuale!
Sedicenti autori che chiedono: “Ma voi vi asciugate con l’asciugamano o nell’asciugamano?”, che non sanno che per i discorsi diretti si usano o le virgolette (“…”), i trattini (-) o le virgolette caporali («…») e mai maggiore e minore o che sé, perché, affinché, ecc… si scrivono con l’accento acuto e non grave, quanta credibilità possono mai avere?
Perché nelle bozze si vedono i mostri, com’è normale che sia (non è un caso se si chiama bozza), ma esistono gli editor, i revisori di bozze o le maestre delle elementari (perché confondere in fondo con infondo o scrivere in cinta invece di incinta, richiede l’aiuto di un professionista), quindi, se volete essere davvero professionali, imparate ad usare internet o manuali di grammatica e avvaletevi dei consigli dei professionisti della scrittura, in modo da non fare figuracce. E soprattutto, quando vi si fa notare un errore, non offendetevi e correggete perché è vero che la trama è importante, ma se la storia è illeggibile a causa degli errori (o orrori, forse è meglio) diventa davvero complicato apprezzarla.
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