Il club delle lettrici compulsive

Intervista a Mirko Spelta

Il nostro ospite di oggi è Mirko Spelta, autore di Scusa se ti chiamo stronzo. Vediamo insieme cosa ci ha raccontato.

Parlaci un po’ di te: chi è Mirko Spelta, sia come persona che come autore.
È una risposta piuttosto complessa; diciamo che una delle poche cose che credo di aver capito con l’esperienza è che si vive davvero appieno quando si riesce a fare qualcosa che realmente ci soddisfa, e nel mio piccolo ci sto provando in tutti i modi. Mi piace moltissimo far star bene le persone, mi piace che si divertano, strappare loro un sorriso, ma anche fornire uno spunto di riflessione, una nuova prospettiva utile ad ampliare i punti di vista. La scrittura e la radio (co-conduco un programma con Licia Moroni su Kristall radio Milano tutti i martedì sera) sono ottimi mezzi di comunicazione.

Come prendono vita le tue idee?
Dall’osservazione della vita quotidiana, mia e di chi mi sta intorno, amici, parenti, colleghi.

Cosa vuol dire per te scrivere?
Vuol dire avere la possibilità di comunicare, vuol dire mettere nero su bianco un punto di vista, un’osservazione, una considerazione che sia seria, ironica o anche amara a volte, per poi metterla a disposizione di chi legge e poi ascoltare a mia volta per capire cosa ne pensano. Questo, a mio avviso, fa crescere, tutti.

Veniamo al dunque, raccontaci del tuo ultimo romanzo, Scusa se ti chiamo stronzo: Com’è nata l’idea?
Sai quante donne ho sentito parlare di “stronzi” nella mia vita? Quante ne ho sentite dire che “capitano tutti a me?” E allora mi sono chiesto innanzitutto cosa volessero intendere con questa definizione, cosa fosse veramente uno “stronzo” e poi se effettivamente esistesse una generazione di maschi stronzi, o se invece le cose fossero un po’ più complesse, se fosse necessario guardare un po’ più da vicino i rapporti tra i sessi, e come siamo fatti noi uomini in particolare nelle diverse situazioni tipiche di coppia.

La frase del libro che senti più tua, o un passo che ti piace particolarmente?
È difficile dire a quale “figlio” si voglia più bene se mi permetti la metafora, ma ci sono alcuni concetti ai quali sono più legato, anche perché seppur sono espressi senza mezzi termini si fatica comunque a farli accettare, ad esempio quello della sessualità maschile, tipicamente visiva e non mentale. Ma anche l’esortazione ad amare senza riserve nella prefazione “cacasotto sentimentali” è un sano schiaffo alle mille paure che ci prendono quando incontriamo una persona nuova, o l’esortazione ad una femminilità orgogliosamente esibita; insomma sono diverse le considerazioni sulle quali può valere la pena riflettere.

Cosa ti aspetti dal prossimo futuro?
Una cosa che mi aspettavo e che sta avvenendo, con grandissima soddisfazione, è ricevere quotidianamente le impressioni dei lettori da ogni parte della penisola, le loro osservazioni, i commenti. È veramente gratificante. Mi scrivono quasi tutti attraverso il mio profilo Facebook che, ci tengo a dirlo, curo personalmente e su cui sono orgoglioso di rispondere a chi mi scrive, fino all’ultimo. Le persone che ti dedicano il loro tempo meritano rispetto.

Dove si può trovare il libro?
In tutte le librerie e nei bookstore digitali, come ad esempio Amazon nel cliccando qui.

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