Il club delle lettrici compulsive

Intervista a Giulia Beyman

Oggi riprendono le nostre interviste del sabato, e cominciamo con il botto, presentandovi un’autrice italiana di grande talento: Giulia Beyman!

Ciao Giulia, benvenuta nel Club delle lettrici compulsive.
Sono felicissima di essere qui con voi. Grazie di avermi invitata.

Partiamo subito con qualche domanda per conoscerci un po’. Parlaci di te: chi è Giulia Beyman, sia come persona che come autore.
Questa è una di quelle domande solo apparentemente semplici. Ma vediamo… Mi piace la natura (e infatti da anni ho abbandonato il centro di Roma per una vita più ‘campagnola’), amo gli animali (ho adottato ben otto gatti), ho un figlio quindicenne, che adoro. Non resisto all’acquisto compulsivo di libri, pietre e cristalli, oli essenziali, quaderni colorati e candele. Scrivo ‘to do list’ in tutte le salse, ma negli ultimi mesi ho imparato una piccola, importantissima, variante di cui sono orgogliosa, per cui ogni giorno mi impongo di inserire in questi elenchi infiniti di doveri, anche una sola, minuscola, cosa che sia per il mio benessere personale. Lavoro con la scrittura da sempre. Nel corso degli anni sono passata dal giornalismo alle sceneggiature, e dalle sceneggiature ai libri. Credevo fosse perché avevo le idee poco chiare. Adesso so che tutto quel tempo mi serviva per prepararmi meglio a quello che faccio ora. Come spesso accade, la strada la riconosciamo solo dopo averla percorsa.

Come prendono vita le idee per i tuoi romanzi?
Il primo spunto sono sempre i personaggi. Mi piace immaginarli in un momento di intenso squilibrio emotivo, seguirli fuori dalla loro ‘comfort zone’ e vedere cosa succede. Considero ogni libro un viaggio, e una sfida, in cerca di un buon equilibrio tra la costruzione dei protagonisti e l’intreccio narrativo.

Quanto tempo dedichi alla scrittura?
Tutto il tempo possibile. È la mia passione, ma anche il lavoro che faccio per vivere. Quindi scrivo tutti i giorni, diverse ore al giorno. E cerco di far rientrare in questo tempo tutte le attività accessorie (per modo di dire) che riguardano i social, la scelta delle copertine, l’impaginazione, il sito, la mailing list, eccetera. L’organizzazione non è il mio forte, ma cerco di avere la giusta disciplina. Scrivere un libro, e seguirne la vita dopo la pubblicazione, ne richiede molta.

Cosa vuol dire per te scrivere?
È quello che sono. Raccontare storie è quello che ho fatto di più nella vita e che forse, almeno per ora, so fare meglio.

Ma ora veniamo al dunque. L’11 aprile 2017 è uscito il tuo nuovo romanzo, La sposa imperfetta, nuovo capitolo che vede come protagonista Nora Cooper. Raccontaci qualcosa: Com’è nata l’idea del romanzo e, prima ancora, di questo particolare personaggio?
Come sempre sono partita dal personaggio che affianca Nora e in qualche modo sollecita il suo aiuto. Prima ancora di cominciare a scrivere, e di avere una storia, mi sono ritrovata a chiedermi come potrebbe sentirsi qualcuno che all’improvviso non ricorda più niente delle cose che ha fatto, delle persone che ha incontrato o amato, dei posti che ha visitato… Così è nata Zoe Cartwright, la mia Sposa Imperfetta.
Dopo un’aggressione che l’ha ridotta in fin di vita, Zoe ha dimenticato tutto del suo passato. Ha appena sposato l’uomo che l’ha salvata e che la ama, ma questo non basta a placare i suoi tormenti. Chi era prima che qualcuno cercasse di ucciderla? Perché nessuno ha denunciato la sua scomparsa?
Con l’aiuto di Nora, Zoe cerca di dare una risposta a questi interrogativi. E siccome si tratta di un giallo e un po’ di suspense ci vuole, mentre Zoe lotta per ricostruire frammenti del suo passato, l’uomo che ha già cercato di ucciderla è sulle sue tracce, per finire il lavoro lasciato a metà.

 Sei rimasta sempre fedele all’idea iniziale, oppure durante la scrittura (o anche a romanzo ultimato), hai deciso di cambiare qualche dettaglio nella trama o qualche scena, qualche personaggio?
Non posso spoilerare, ma con La sposa imperfetta mi è capitato di cambiare idea proprio sul finale della storia. O meglio, sulla sfumatura da dare al finale. Diciamo che Zoe Cartwright mi ha portato a fare qualche riflessione in più sul rapporto con il nostro passato.
Succede. Quando inizio un nuovo libro, scrivo sempre una scaletta per organizzare l’intreccio narrativo. Ma poi, durante la stesura, qualche volta le cose procedono in modo diverso da come mi sarei aspettata, e le decisioni prese devono essere rimesse in discussione. È come nella vita. Ogni tanto bisogna affidarsi, e lasciare che le cose prendano la loro direzione senza fare troppe pressioni.

Nel 2014 sei stata l’autrice più scaricata di Amazon. Come ti sei sentita?
Molto incredula e molto contenta. Non me ne sono resa conto subito. Ho visto un paio di articoli in cui la copertina del primo libro della serie di Nora Cooper appariva accanto a quelle di Ken Follet e di Donna Tartt, con accanto la classifica di Amazon. La mia sensazione è stata quella dell’ospite che si è ‘imbucata’ alla festa dei grandi. Ma è stato un bellissimo momento. Questo lavoro è impegnativo e non ha punti fermi. Gli alti e i bassi si alternano. Le buone notizie aiutano a rinforzare l’ostinazione che serve per andare avanti.

Deve essere stato il raggiungimento di un importante traguardo. La promozione delle tue opere pensi sia stata una parte decisiva o pensi che sia stato più il passaparola?
La verità è che la promozione non è la cosa che faccio meglio, quindi escluderei che sia stata, da sola, tanto determinante. Credo che alla fine siano stati diversi fattori insieme. Pubblicavo già da tre anni, quindi forse hanno influito quello che avevo già seminato, la copertina, la storia, il passaparola, il fascino di Nora… il momento giusto… Difficile dirlo.

Quanto è importante, secondo te, il promuoversi attraverso i social, blog e simili?
Dopo sei anni continuo a chiedermelo. La verità è che ancora non so in che percentuale sia utile promuoversi sui social, ma va comunque fatto. Io preciso sempre: ‘con una certa discrezione’. Non credo che lo spam selvaggio ripaghi. I social servono per permettere ai lettori di contattarti, per comunicare informazioni sui tuoi libri e per raccontare il tuo mondo e quello delle tue storie. Tutto il resto è uno spreco di energie, che rischia di contrariare la pazienza di chi legge.
Quello dei blog, invece, è un discorso a parte. I blog sono i nuovi giornali della rete e hanno l’importante compito di aiutare i lettori a orizzontarsi nel mare magnum delle pubblicazioni. Di riflesso, anche per gli autori sono un ottimo punto di riferimento.

Cosa ti aspetti dal prossimo futuro?
Questa domanda è difficile come la prima, ma… spero di continuare a scrivere, con lo stesso entusiasmo e la stessa voglia di ‘fare meglio e di più’. Spero soprattutto di sentirmi in pace con me stessa, e questo succede quando quello che faccio e quello che sono coincidono.

Ok, siamo in dirittura di arrivo. Un’ultima domanda: stai già lavorando ad altri progetti? Qualche indiscrezione?
Confesso che l’inizio dell’anno è stato molto impegnativo. A fine gennaio per Rizzoli è uscito il mio secondo Youfeel (La casa degli Angeli) e poi, a metà aprile, La Sposa Imperfetta. Quindi ora ho un po’ rallentato, per riprendere fiato. Ma sto già lavorando a un progetto nuovissimo – sempre sul genere giallo – molto, molto, particolare. Una nuova serie, nuove protagoniste e… non sarò da sola. Al momento non si può ancora dire di più, ma spero che i lettori accoglieranno la novità con piacere. Ovviamente sto pensando anche alla prossima avventura umana e investigativa di Nora. Ormai, io e lei, siamo diventate inseparabili.

Beh, direi che noi lettrici compulsive, a questo punto, non vediamo l’ora di leggere la tua nuova opera nuova in questa nuova veste.

Ringraziamo caldamente Giulia Beyman per aver accettato di passare un po’ di tempo con noi e le rinnoviamo i nostri complimenti.

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