Il club delle lettrici compulsive

The dressmaker di Rosalie Ham

The dressmaker Book Cover The dressmaker
Rosalie Ham
Narrativa contemporanea
MONDADORI
Aprile 2016
Digitale/Cartaceo
260

Dungatar è una cittadina di provincia come tante altre, tranne che per un dettaglio: le donne di Dungatar si vestono come modelle di Parigi. Un giorno in città arriva la bella ed esotica Tilly, ritornata a casa dall'Europa per assistere la madre malata. Da vent'anni Tilly se n'è andata e sulla sua repentina partenza è calato un velo di disapprovazione e silenzio.

Ora ha fatto ritorno, guardata con malizia e sospetto dagli abitanti molto perbene che vedono nella sua eccentricità estrosa una minaccia.

Ma Tilly possiede un talento: è una stilista sorprendente. Con cautela nelle case iniziano a circolare voci sui meravigliosi abiti che confeziona e tra gli ammiratori c'è perfino il capo della polizia, lui stesso sarto provetto.

Tilly inizia così a guadagnarsi vestito dopo vestito la fiducia della città e tutto sembra mettersi al meglio. Ma dal passato un segreto è pronto a riaffiorare, e proprio quando Tilly si innamora le cose cominciano ad andare terribilmente male…

The dressmaker di Rosalie Ham

Salve a tutti! Oggi vi propongo la recensione di: The dressmaker  di Rosalie Ham, dato che di recente, c’è stata la sua trasposizione cinematografica.

La locandina del film
La locandina del film

La trama:
Dungatar è un paesino molto piccolo, e come tale, al proprio interno le vite dei suoi abitanti si intrecciano creando nel lettore un quadro ben chiaro e specifico di quello che vuol dire appunto, vivere in un posto dove tutti conoscono tutti e tutti sanno cosa succede in casa agli altri; e proprio per questa tacita legge “si sa, ma si fa finta di no”, non vengono magari denunciati fatti gravissimi perché commessi da personaggi di spicco della comunità. Ognuno ha il suo segreto, ognuno nasconde qualcosa… Tutti hanno un orribile fardello che si portano dietro, sia da vittima sia da carnefice. Perciò pare tanto assurdo e ipocrita il brusio di dissenso che si crea quando Myrtle Dunnage ritorna nel paesino che l’aveva trattata con tanta cattiveria, per prendersi cura di sua madre “Molly la pazza”, lasciata al suo destino. Quando Myrtle, detta Tilly, arriva nella sua vecchia casa, si rende conto di quanto quel paese sia un covo di vipere e di quanto l’odio che provano per lei, si sia riversato anche su sua madre lasciata nella trascuratezza e nell’abbandono. Inizia da quì l’opera di “redenzione” di Tilly, sarta di alto livello, che cerca in tutti i modi di farsi perdonare da quella stessa città che l’ha bandita, creando per la popolazione abiti fantastici che purtroppo, non riusciranno a nascondere la cattiveria.  Solo alcuni dei personaggi si “salvano”  e uno su tutti è il sergente Horatio Farrat, che con la sua passione per il cucito, ci strapperà molti sorrisi.  Lo so, non è da me dirlo, ma questo è uno dei pochi casi in cui il corrispettivo cinematografico è molto buono, e per alcuni punti di vista migliore perché più immediato.

La copertina originale
La copertina originale

«Hai una bella macchina da cucire, Tilly»
«Sono una cucitrice e una sarta, sergente  Farrat»
Aprì la porta sul retro. Lui battè le mani. «Fantastico!»

Una delle copertine del libro
Una delle copertine del libro

Personalmente l’ho trovato un po’ pesante e a primo impatto noioso, l’ambientazione risulta non chiara da subito e i personaggi si accavallano senza descrizioni precise, perciò si fa fatica a stargli dietro e viene voglia di saltare delle pagine. La protagonista, ossessionata dalla sua “maledizione”, acquista un po’ di carattere a libro già molto avviato e questo a mio avviso, fa sì che prima che si arrivi a quel punto, il sentimento che prevale è la noia. Troverete lo stesso libro, con molte copertine diverse questo perché è passato da una casa editrice all’altra e in vari paesi.
Trovo geniale invece, che qualcuno abbia avuto talmente tanta fantasia, da riuscire a metterlo su pellicola rendendolo un piccolo gioiello. Il film non annoia mai e non ci sono parti morte, i personaggi sono stati rappresentati proprio bene e l’ambientazione è perfetta. Insomma, è come se qualcuno avesse avuto una buona idea, ed un genio l’avesse sviluppata.
Qui lo dico e qui lo nego, The dressmaker – il film- merita molto (molto più del libro).

Vi lascio con il trailer del film, augurandomi di sentire anche le vostre impressioni qui o sulla nostra pagina Facebook.

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Pubblicato da ballentines

Mi sono avvicinata alla lettura da giovanissima e da allora non l'ho più lasciata andare. Alcuni romanzi mi hanno aiutata a crescere e mi hanno fatto compagnia durante momenti particolari della mia vita ed io semplicemente, li adoro. Non posso stare senza leggere, è parte di me.

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