Turisti per caso

Un sabato mattina a Torino, così per fare un giro e andare a vedere la Sindone.

mole

Scendiamo dal tram a Porta Palazzo per fermarci a comprare qualche spezia, facciamo due passi, giriamo l’angolo verso il Duomo e all’improvviso sembra di essere a Piazza dei Miracoli o alla Fontana di Trevi:  mandrie di turisti bianchi, gialli, neri,

diligentemente suddivisi in gruppi con la guida che alza un ombrellino colorato o una paletta numerata.

Una fila di fedeli entra in Duomo, sembra di stare a San Pietro,  la polizia controlla ogni borsetta e tutti passiamo al metal detector. Il Duomo è buio, è presto  c’è poca gente e a tastoni troviamo facilmente posto in un banco a rimirare un po’ discosti la Sindone illuminata attorniata dal gruppo che la sta visitando da vicino.

Prendiamo il caffè vicino a una coppia vicentina, dispensiamo indicazioni per il tram a un gruppetto bergamasco (o bresciano o forse ucraino, o un mix dei tre, dall’accento non si capisce).

Entriamo nel cortile di Palazzo Carignano

carignano

dove hanno allestito l’esposizione di una barca (la barca n’t in bosc è diventata na barca n’tla cort) con una rete e il bottino della pesca:

cosa vuoi ripescare nel Po a Torino, un po’ di pesci, un po’ di gamberi?

torino 002un’automobile, ça va sans dire.

 

Animati da questa atmosfera vacanziera decidiamo di andare a vedere il Museo Egizio, anche stuzzicati dalla notte al Museo versione Alberto Angela che ci ha subdolamente fatto vedere  l’altra sera in tv e qui la fila è ancora più lunga, se non hai prenotato su internet ci sarà da aspettare almeno un’ora per entrare. Pazienza ci torneremo in un giorno più tranquillo e con la prenotazione.

torino 011

Così quando ci torno porto in  regalo al museo qualche reperto. La foto promozionale con  soldatini, sandali e vecchi tessuti sembra scattata nella mia soffitta.

Pranziamo ai tavolini in strada sotto a un tendone e con la siepe in vaso che ci divide dai passanti, vicino a noi dei turisti francesi, dietro finalmente una famigliola indigena, la nonna racconta di quanto si impegna il nipote a studiare ingegneria, lo zio racconta del cugino che è in gamba ma troppo poco umile: sfoggia l’orologio di marca e la catena d’oro al collo, si vanta dei suoi successi professionali (sicuramente millanta), orrore! dov’è finito l’understatement torinese, rovina la reputazione di tutta la famiglia.

Un quartetto d’archi suona Vivaldi poco distante (non si capisce bene se questi ragazzi del conservatorio sono lì mandati dall’assessorato al turismo o se hanno trovato modo di raggranellare qualche extra per pagarsi gli studi, la birra o entrambi).

Riprendiamo il tram e rientriamo ma, torneremo, da turisti intendo.

senza titolo1

 

 

 

 

3 Risposte a “Turisti per caso”

  1. Everything is very open with a really clear description of the
    issues. It was truly informative. Your site is very useful.

    Thanks for sharing!

  2. Che bello questo post… Brava Laura hai descritto benissimo: mentre leggevo mi sembrava di essere lì con voi!

I commenti sono chiusi.