Tre camere a Manhattan – Georges Simenon

L’incontro casuale di due anime ferite nella New York notturna degli anni Quaranta. Combe, attore francese alle soglie dei cinquanta, caduto in disgrazia dopo il divorzio dalla moglie, e Kay, una “donna un po’ vissuta che però è rimasta bambina”, vagano per le vie della città aggrappati l’uno all’altra “con disperato ardore”. Combe è geloso del passato di lei, si chiede quanti uomini l’abbiano amata. Alla rabbia e al disprezzo subentra ben presto la consapevolezza che Kay, “dalla voce roca e struggente”, gli è ormai indispensabile. La solitudine e “la fame di un contatto umano” li avevano gettati l’uno nelle braccia dell’altra. Si erano amati in squallide camere e in ognuna di esse aveva scoperto una nuova Kay e un nuovo modo di amarla. L’alba di un nuovo giorno svela il loro amore; ora la città non fa più paura: “Gli sembrò che Kay non fosse solo Kay, ma l’essenza umana del mondo, tutto l’amore del mondo”.

Georges Simenon, Tre camere a Manhattan, Milano, Adelphi Edizioni, 1998, pp. 181