Perle ai porci – Kurt Vonnegut

perleaiporciNon è mica una vergogna essere poveri, ma tanto varrebbe che lo fosse”. Al centro di questo romanzo scritto nel 1965 – ma ancora oggi molto attuale – c’è il denaro, o meglio il suo potere, che rende invisibili coloro che, pur avendo altre qualità, non ne possiedono, e speciali, ma soprattutto liberi, coloro che ne dispongono a dismisura, vuoi per un colpo di fortuna, vuoi per eredità. Eliot Rosewater è l’ultimo rampollo di una famiglia di miliardari originari dell’Indiana. Messo a capo della Fondazione omonima al fine di evitare gli accertamenti del Fisco, questo reduce della Seconda Guerra mondiale, alcolizzato e con un debole per il Corpo dei pompieri, abbandona tutto e si rifugia nella contea da cui proveniva la sua famiglia, utilizzando il denaro della Fondazione per aiutare la piccola comunità di diseredati, di perdenti, di “invisibili” che iniziano così a considerarlo il loro “salvatore”. Le cose si complicano quando un giovane e rampante avvocato cerca di mettere le mani sulla ricchezza dei Rosewater, dopo aver scovato un altro potenziale erede, l’infelice assicuratore, nonché aspirante suicida, Fred. La mesta ironia che accompagna il racconto di questo utopistico esperimento sociale strappa più di un sorriso, per quanto amaro.

Kurt Vonnegut, Perle ai porci, Milano, Feltrinelli Editore, 2015, 198 pp.