La scala di ferro – Georges Simenon

lascaladiferroadelphiI frequenti malesseri e i continui attacchi di febbre spingono Etienne a sospettare che sua moglie Louise, più vecchia di lui di qualche anno, voglia ucciderlo attraverso crescenti dosi di veleno nascosto nel cibo. In piedi sulla scala di ferro che collega il loro appartamento alla cartoleria sottostante gestita dalla donna, Etienne spia la moglie, i suoi movimenti all’interno del negozio, le conversazioni con i clienti, le telefonate fatte di monosillabi bisbigliati. Il loro ménage è scandito  dal lavoro in negozio, dalle cene domenicali al ristorante e dall’appuntamento settimanale con un’altra coppia, gli ambigui coniugi Leduc. Etienne ripensa all’incontro con Louise, all’epoca sposata al primo marito – morto poi in circostanze sospette -, al suo fascino magnetico che lo aveva spinto a divenirne il suo giovane amante. In un crescendo di tensione, tra sospetti e pedinamenti, il racconto assume l’andamento di un thriller psicologico dove vittima e carnefice sembrano legati da un’ossessiva complicità: “Non nutriva rancore, e avrebbe giurato che lei stessa non provava odio nei suoi confronti e che, forse, le capitava perfino di avere pietà di lui”. La scoperta della verità spinge Etienne a scegliere per se stesso  l’unico destino possibile, quello che gli avrebbe permesso di rimanere per sempre legato alla sua ossessione.

Georges Simenon, La scala di ferro, Milano, Adelphi, 2016, 179 pp.